Tortine speziate con mele e albicocche secche

Queste tortine sono soffici e profumatissime, perfette per la colazione e la merenda di tutta la famiglia, di quelli che amano i dolci speziati; naturalmente si possono omettere se le spezie se non sono gradite oppure si può aromatizzare con semplice scorza di limone o arancia, si possono aggiungere gocce di cioccolato o uvetta sultanina.


Cosa serve per 6 tortine:
125 g. farina 00
1/2 cucchiaino lievito per dolci
95 g. zucchero di canna
2 uova medie
80 g. burro
20 g. burro salato (oppure 100 g. burro + pizzico abbondante sale)
1/2 bustina mix spezie (cannella, cardamomo, chiodi di garofano ecc)
1/2 mela farinosa sbucciata e grattugiata
scorza scorza grattugiata mezzo limone
scorza grattugiata mezza arancia
il succo di 1 arancia



Preriscaldare il forno a 175° e preparare i pirottini di carta (quelli per muffin) nell'apposito stampo.
Usare il burro e le uova a temperatura ambiente.
In un contenitore montare a neve gli albumi (non fermissima), a parte montare lo zucchero con il burro, unire poi i tuorli, uno alla volta, le scorze degli agrumi e unire la farina setacciata con le spezie e il lievito, aggiungere la mezza mela grattugiata e le albicocche secche tagliate a pezzettini, poi unire per ultimo il succo dell'arancia. Valutare quanto metterne in base a come si presenta l'impasto, deve "scrivere" il solito nastro, essere abbastanza denso.
Riempire a 3/4 gli stampini e mettere in forno per 30-35 minuti circa, fare la solita prova stecchino.



Fare raffreddare e servire. Conservare le tortine in una scatola di latta.


Cous cous ai 4 cereali con zucca e porri

Il cous cous mi piace sempre tanto, sia quello classico di grano duro, che integrale o ai cereali; mi piace condito in modo semplice con pomodoro e basilico asciutto, speziato con verdure o brodoso in versione autunnale come nella ricetta di oggi; mi piace abbinato legumi, sotto forma di sformatino, con pesto e pistacchi e lo trovo irresistibile con il tonno fresco


Cosa serve per 2 persone:
120 g. cous cous ai 4 cereali (grano duro integrale, farro, kamut e mais)
250 g. zucca pulita (peso netto)
2 porri
acqua q.b.
sale e pepe q.b.
un ciuffo basilico
olio evo q.b.

Per prima cosa mettere in una casseruola la zucca tagliata a tocchi grossolani e il porro a fette, coprire con due dita d'acqua, aggiungere una presa di sale, il basilico, mettere il coperchio e fare cuocere a fiamma bassa fino a quando la verdura si è sfaldata (se necessario aggiungere poca acqua calda).
Io l'ho voluto un po' brodoso ed ho fatto in modo di ottenere un volume di liquido più abbondante rispetto al peso del cous cous, se si desidera asciutto calcolarne uguale quantità.
Dunque pesare il cous cous e metterlo in una ciotola, unire il brodo della zucca e del porro e lasciare idratare 5 minuti, riversare poi il tutto nella casseruola contenente la verdura ormai sfaldata ridotta in purea, se necessario riscaldare qualche attimo la pietanza e servire con una spolverata di pepe macinato al momento ed un filo d'olio evo.



Coniglio con polenta allo zafferano, gorgonzola e mascarpone

L'autunno, per me, è una stagione meravigliosa sotto ogni aspetto: amo il clima fresco, i colori caldi della natura, il tepore di una stufa accesa e il cibo. 
Oggi con la rubrica Al Km 0 andiamo in rifugio in montagna, (magari per godere della prima neve) da noi l'alta quota chiama la polenta sempre, anche ad agosto :-) e anche qualche caloria in più; io porto il pranzo: un coniglio cotto nel vino e una polenta fumante allo zafferano appena colto Söfran di Caraglio e Valle Grana (Cuneo), arricchita da gorgo e mascarpone, una vera goduria!



Cosa serve per DUE persone:
1/2 coniglio tagliato a pezzi (per me di Cuneo)
sedano, carota e cipolla
timo, rosmarino, salvia, erba cipollina, alloro
vino bianco secco q.b.
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.
250 g. farina mais fioretto integrale per polenta 
alcuni stimmi zafferano Söfran
120 g. gorgonzola piemontese con mascarpone
800 ml. acqua
una noce burro

Mettere a marinare il coniglio a pezzi, lavato ed asciugato insieme alle verdure e agli aromi in una ciotola che lo contenga di misura, coprirlo col vino e con pellicola e metterlo in frigorifero almeno 2-3 ore.

In un tegame scaldare un filo d'olio ed aggiungere il coniglio sgocciolato, lasciarlo rosolare dolcemente e poi unire tutta la marinata, alzare la fiamma, fare evaporare l'alcool del vino e quando non schiuma più unire 1/2 bicchiere d'acqua, regolare sale e pepe, mettere il coperchio e fare cuocere 50 minuti (se necessario aggiungere acqua), nel frattempo preparare la polenta:


Mettere gli stimmi di zafferano nell'acqua che occorre per fare la polenta e lasciare in infusione 15-20 minuti, poi aggiungere il sale e metterla sul fuoco, quando inizia a bollire aggiungere a pioggia la farina di mais fioretto integrale (si può usare anche la bramata o altro tipo), mescolare molto bene e molto spesso per circa 40-45 minuti, fino a quando la polenta si stacca dalle pareti; a cottura ultimata condire con una noce di burro e il gorgonzola col mascarpone, mescolare vigorosamente per farlo sciogliere, servire la polenta allo zafferano e formaggio fumante con il coniglio al vino e aromi ben caldo e il suo sughetto.
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Frittelle di mele

 Le frittelle (si chiamano friceu in dialetto) di mele sono un must in piemonte.Ci sono due modi di farle, io li faccio entrambi dipende come "mi gira", il 1) dopo aver sbucciato i frutti e tolto il torsolo con l'attrezzo adeguato, si affettano le mele (non troppo spesse ma nemmeno sottili come una sottiletta) e si impastellano; il 2) si tagliano le mele a tocchetti e si amalgamano alla pastella; in questo caso si friggono a cucchiaiate.


Cosa serve:
4 mele renette (o golden se si preferisce una frittella molto dolce)
150 g. farina 00
1 uovo + 1 tuorlo
30 g. burro fuso
latte q.b.
la punta di un cucchiaino di lievito per dolci
succo e scorza grattugiata di 1 limone naturale
olio di arachidi per friggere
zucchero semolato q.b.
una presa cannella in polvere (o i semi di mezza bacca di vaniglia)

Sbucciare le mele e togliere il torsolo con lo scavino. Farle a fette o a pezzettini. Spruzzarle con il succo di limone.Preparare una pastella con le uova, la farina setacciata con il lievito, la scorza di limone e un cucchiaino di succo, cannella, burro fuso e latte quanto basta per ottenere una pastella densa "che scrive a nastro" (per intenderci quanto il composto di una torta margherita) fare riposare 10/15 minuti


Intingere uniformemente le fette di mela  Scaldare bene l'olio, dev'essere caldo ma non fumante.


Friggere le frittelle di mele da entrambi i lati per qualche minuto, finchè diventino dorate, sgocciolarle ed asciugarle su carta per fritti o carta assorbente, cospargere la superficie di zucchero semolato in entrambi i lati e servire.




Biove barbarià a lievitazione naturale (world bread day 2020)

Oggi alcune di noi del team Il Granaio partecipano all'annuale appuntamento del world bread day quale migliore occasione per fare conoscere una farina antichissima del mio amato Piemonte?
Ho voluto entrare  a gamba tesa nel sacco del mulino e usare questo fantastico mix di frumento, segale e malto tostato ed impastarlo con il mio lievito madre per conferire una forma di pane a noi tanto cara, parlo della biova, comunemente di farina di grano tenero e lievito di birra ma io, si sa, amo giocare e sperimentare altrimenti non mi diverto. Sono assolutamente felice del risultato che ho ottenuto, spero piaccia anche a voi.

Il Barbarià© appellativo che deriva da "imbarbarito, imbastardito" era un'antica tecnica
che prevedeva la semina autunnale di una miscela composta da semi di grano e segale.
Si trattava di un metodo che consentiva alle popolazioni montane e pedemontane di ottenere una farina da pane più digeribile di quella che veniva prodotta con la sola segale così che se l'annata fosse stata favorevole alla fine avrebbero ottenuto una farina particolare, buona e sostanziosa.
Qualora invece l'annata fosse risultata difficoltosa, compromettendo lo sviluppo del grano ( più sensibile alle avversità climatiche) avrebbero raccolto comunque la segale, utile per la loro sopravvivenza. fonte



Cosa serve:
90 g. lievito madre già rinfrescato (oppure 2-3 g. lievito di birra fresco)
500 g. farina macinata a pietra barbariat (farine grano tenero e segale con malto di segale tostato) Molino Squillario oppure creare un mix di farine di segale integrale e frumento tipo 1
340 g. acqua a t. ambiente
12 g. sale fino marino integrale
1 cucchiaino di malto d'orzo bio in polvere

(orari indicativi: quelli che ho usato io)

Ore 14,30
Rinfrescare il lievito madre e prelevarne l'occorrente indicato nella ricetta, metterlo in una ciotolina, coprirlo con pellicola e tenerlo a temperatura ambiente,  l'altro metterlo in frigo per la successiva panificazione (in un barattolo a chiusura ermetica).
Preparare l'autolisi mettendo la farina nella ciotola e irrorandola con 300 g. d'acqua, dare una mescolato sommaria, coprire con pellicola e lasciare da parte.

Ore 18,30
Mettere nella ciotola della planetaria la farina il lievito madre a pezzi (o lievito di birra sbriciolato) e il malto, iniziare ad impastare con il gancio velocità 1. (Se si fa a mano idem in una ciotola capiente usando prima una forchetta, poi ribaltare sul piano da lavoro e continuare impastando con le mani), unire poco la restante acqua poca alla volta (aumentando un po’ la velocità), in ultimo unire il sale.
Formare una palla e mettere a lievitare in una ciotola unta, coprire con pellicola e canovaccio tenuto fermo da un elastico, a temperatura ambiente per 3-5 ore, poi trasferire la ciotola in frigorifero fino alla mattina successiva.

Il giorno dopo: 
Tirare fuori la ciotola dal frigorifero e farla acclimatare. Riprendere l’impasto, dare una serie di pieghe per dare forza alla lievitazione in cottura, pesare l'impasto, se fatto con lievito madre sarà 950 g. dividere in 6 pezzature (pesarle), allargarne ognuna con i polpastrelli ottenendo 6 rettangoli, arrotolarne ognuno stringendo le estremità per dare una forma ovaloide appuntita e mettere le pagnottine a lievitare una vicino all'altra divise da un canovaccio infarinato abbondantemente, (agli estremi mettere dei pesi – pacchi di farina o zucchero - in modo che si mantengano schiacciati e crescano in altezza e non in larghezza) far lievitare due-tre ore ben coperti dal canovaccio infarinato avendo cura di mantenere la chiusura delle pagnottelle arrotolate di sotto, a contatto del piano da lavoro.





Preriscaldare il forno statico a 250°
Riprendere le pezzature, rivoltarle con la chiusura verso l'alto, cospargere con farina di riso e, con una lametta (facendo molta attenzione a non tagliarsi) praticare un taglio abbastanza profondo in centro, in prossimità della chiusura 




Spruzzare pareti, fondo e verro interno del forno con acqua per creare vapore e infornare le biove messe sulla leccarda del forno rivestita con carta da forno e cuocere 10 minuti, aprire il forno spruzzare di nuovo poi abbassare a 210°, cuocere ancora 20 minuti, poi abbassare a 170° aprire il forno a fessura e lasciare ancora le biove per 5 minuti, poi togliere dal forno e fare raffreddare su una gratella.

la ricetta è di mia proprietà, se la replichi inserisci il link di riferimento al mio sito, grazie 

Ogni anno, il 16 Ottobre, in occasione del World Bread Day, centinaia di blogger seguono l’invito di Zorra ad unirsi virtualmente nel preparare un alimento base, importante in tutto il mondo sin dagli albori dell'agricoltura: il pane appunto. La Giornata mondiale del pane è stata avviata dall'Unione internazionale dei fornai e dei pasticceri (UIBC), e in questa giornata si commemora anche l'anniversario della creazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO). La FAO fu creata nel 1945 per sconfiggere la fame. Il suo motto è "Fiat panis" che tradotto dal latino significa "Sia il pane". Non a caso, la Giornata mondiale del pane coincide con la Giornata mondiale dell'alimentazione."

 #wbd2020 #worldbreadday #worldbreadday2020
Il nostro paniere completo ha sfornato:

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Tris di verdure



Avete presente il contorno tris di verdure cotto e surgelato? Ecco io mi sono lasciata tentare un paio di volte nel corso di moltissimi anni ad acquistare una confezione "per le emergenze", di marche diverse, e non mi è MAI piaciuto, forse è addirittura finito nel secchio dell'immondizia, che poi non è di così rapida cottura, le patate rimangono crude e il sapore non è buono, mentre le zucchine e peperoni mollicce... bocciato!
Ecco che è veramente semplicissimo e veloce farlo daccapo con le verdure fresche.
Non ho nemmeno impiattato ma ho preferito lasciare il tris nel suo tegame, in modo spartano come lo è questa preparazione davvero semplice.

Cosa serve per DUE porzioni:
1/2 peperone giallo (o 1 se non è grande)
2 zucchine chiare
1/2 cipolla bianca
2 patate medie
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.
alcuni aghi rosmarino

Sbucciare le patate tagliarle a bastoncino dopo averle lavate ed immergerle in una ciotola d'acqua, dopo una decina di minuti spuntare le zucchine e pulire il peperone togliendo le stremità e i filamenti interni, lavare e tagliarle anche loro a bastoncino, tagliare anche la cipolla a fettine sottili.
In un tegame scaldare un filo d'olio evo e cuocere le patate a fuoco moderato per 5 minuti poi aggiungere tutto il resto e fare cuocere una decina di minuti o comunque fino al grado di cottura preferito, mescolando spesso e mantenendo la fiamma moderata senza coperchio in modo che arrostiscano (ma senza bruciare!) a me piacciono cotte ma croccanti, salare e pepare alla fine.
Servire il contorno caldo.



Crostata di farro con crema di zucca e nocciole

Oggi vogliamo colorare d'autunno la rubrica Al Km 0. Io ho preparato la colazione con i sapori che amo moltissimo: la croccantezza della frolla, la farina di farro, zucca nuova appena colta e le nostre fantastiche nocciole piemontesi freschissime di tostatura, che felicità!Non voglio peccare di presunzione ma... è di una bontà infinita!

Cosa serve per uno stampo rettangolare 35x 10 cm. o rotondo da 20-22D da crostata

Per la crosta serve:
200 g. farina di farro bianca bio (per me piemontese bio macinata a pietra)
20 g. farina 00 w 170
1 pizzico sale
35 g. olio evo toscano
35 g. olio 5 oli (vinacciolo, lino, girasole, mais e riso)
60 g. acqua
7 g. baking powder (lievito per dolci)
90 g. zucchero di canna
due pizzichi cannella in polvere

Per la farcia serve:
2 uova
150 ml panna liquida fresca
4-5 gocce di essenza naturale di vaniglia (si compra nei negozi di alimenti biologici)
250 g. zucca (peso netto)
80 g. zucchero di canna grezzo
1 pizzico di sale
40 g. nocciole rotonde gentili (piemontesi) tostate

Fare la frolla mescolando tutti gli ingredienti nella planetaria usando la foglia oppure in un robot da cucina provvisto di cutter. Avvolgerla in carta da forno e metterla in frigo almeno un'ora. Preriscaldare il forno a 170° statico e cuocere la zucca già decorticata e sbucciata e poi fatta a fette in forno sulla leccarda ricoperta da carta da forno, lasciarla in forno fino a quando, punzecchiandola con la forchetta, risulta tenera poi toglierla dal forno, tagliarla a pezzetti e metterla nel robot da cucina. Aspettare che si intiepidisca bene e poi aggiungere tutti gli altri ingredienti e frullare fino a quando risulta tutto amalgamato



Stendere la pasta frolla all'olio tra due fogli di carta da forno, rivestire uno stampo da crostata oliata ed infarinata, punzecchiare il fondo con i rebbi di una forchetta e riempire il guscio con la farcia. (Io ho fatto la griglia classica da crostata con 1/3 della pasta, ma la farcia non è densa, quindi avrei potuto non farla, la prossima volta farò solo il guscio) 


Cuocere la crostata in forno ventilato già caldo a 180° per 35 minuti.Sfornare ed aspettare a toglierla dallo stampo che sia ben fredda (altrimenti si rischia di romperla). Servire.

 

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Risotto spinacini novelli e stracchino d'alpeggio

Buon inizio settimana! Qualche giorno fa, chiacchierando con un mio conoscente farmacista, ci si confrontava sulle tecniche da adottare per ottenere un buon risotto, dal brodo fresco che non sempre si ha tempo di preparare al dado fatto in casa piuttosto che usare la cipolla rosolata, o brasata o non usarla affatto, fino ad arrivare alla mantecatura: olio o burro?!
Io non adotto un sistema unico, dipende dal tipo di risotto che voglio ottenere (partendo già dalla materia prima: carnaroli, roma, vialone nano ecc.) e soprattutto dall'abbinamento, fattore fondamentale per decidere il condimento in manteca, se tostare a secco o con il grasso, se sfumare con il vino e quindi conferire acidità o non usarlo affatto e via dicendo. Facile dire risotto!
Non abbiamo avuto il tempo di snocciolare tutta questa serie di variabili, ma oggi mi è venuta voglia di mangiare un risotto cremoso e sostanzioso.



Cosa serve per DUE persone:
160 g. riso carnaroli
80 g. spinacini novelli
80 g. stracchino (per me artigianale d'alpeggio e del mio territorio)
parmigiano grattugiato q.b.
brodo vegetale o leggero di carne q.b.(va bene quello di gallina o cappone)
1 scalogno
1/4 bicchiere vino bianco secco
olio evo q.b.

Preparare il brodo, (io ho usato quello vegetale: sedano, carota, cipolla, due pomodorini, un rametto di prezzemolo e una piccola patata) lavare, asciugare e tagliare grossolanamente a coltello gli spinacini (guardare la foto).

In un tegame fare tostare il riso in un filo d'olio evo, unire poco brodo caldo e lo scalogno tritato, farlo ammorbidire (ma non farlo dorare) ed aggiungere il vino, una volta evaporato unire gli spinacini e, quando sono appassiti (pochi istanti), unire brodo bollente (e tenuto costantemente a bollore a fiamma bassa) poco alla volta, mescolare quasi continuativamente per far sì che il risotto abbia una cottura uniforme. Non fare asciugare troppo il riso, lasciarlo brodoso.

A fine cottura mantecare unendo lo stracchino a pezzetti, mescolare e dopo pochi secondi spegnere, aggiungere anche il parmigiano grattugiato (di solito non serve salare ulteriormente, ma assaggiare per sicurezza e se serve aggiungerne un po'), fare riposare mezzo minuto e servire il risotto all'onda.

N.b. volendo gli spinacini si possono frullare ma la cremosità c'è già dallo stracchino e gli spinacini essendo piccoli e teneri è un peccato rovinarli, meglio lasciarli a pezzi. Se si usano spinaci grossi e coriacei consiglio di sbollentarli precedentemente pochi istanti 

Pane di semola pugliese con semi di sesamo e lievito madre

Mi piace sempre sperimentare non solo tecniche nuove o semplicemente affinare quelle che già conosco,  e anche se amo usare prodotti del mio territorio mi piace anche andare alla ricerca di farine un po' speciali o non facili da trovare dalle mie parti, oppure farmele portare da chi viaggia o va in vacanza in regioni diversa dalla mia, come in questo caso. 
Ho usato, come sempre, il mio lievito madre che si può sostituire con 3-5 g. di lievito di birra fresco sbriciolato direttamente nella farina, in questo caso accorciare i tempi della prima lievitazione, lasciare intatto il tempo di maturazione del passaggio in frigo e accorciare poi il tempo della lievitazione finale, nel cestino. Sono sufficienti un'ora e mezza/due invece di tre ore.


Cosa serve:
500 g. farina di semola rimacinata di grano duro pugliese
85 g. lievito madre rinfrescato e al raddoppio
12 g. sale fino marino integrale
375 g. acqua a t.a.
1 cucchiaino malto d'orzo bio in polvere
semi di sesamo bio q.b.
(orari indicativi: quelli che ho usato io)

Ore 13,30 tirare fuori dal frigo il lievito per acclimatarlo, (dopo una mezz'ora spesso faccio il bagnetto al lievito lasciandolo in ammollo in acqua leggermente tiepida con un pizzico di zucchero se ha un odore un po' acido, poi lo strizzo e proseguo) ore 14,30 rinfrescare il lievito, tenerne da parte 85 g. e l'altro (dopo aver fatto partire la lievitazione, quindi dopo 2 o 3 ore) metterlo in frigo per le panificazioni successive.
Nel frattempo preparare l'autolisi mettendo nella ciotola la farina e irrorandola con 320 g. d'acqua. Dare una mescolata sommaria e veloce, coprire con pellicola/canovaccio e lasciare riposare il tempo che il lievito sarà pronto.



Ore 18/18,30 mettere nella ciotola della planetaria il malto e il lievito a pezzi, iniziare ad impastare, unire la restante acqua pochissima alla volta, lasciando incordare ogni volta, in ultimo aggiungere anche il sale. Impastare fino a quando l'impasto risulta liscio, resterà morbido e appiccicoso, è normale con il 100% di farina di semola ad alta idratazione. E' giusto così.
Spegnere, ungersi le mani, riversare l'impasto sul piano da lavoro e dare due pieghe a distanza di 15 minuti l'una dall'altra, coprendo sempre l'impasto con pellicola, poi chiudere l'impasto pirlandolo e mettere la palla, con la chiusura verso il basso, in una capiente ciotola leggermente oliata; coprire con pellicola e canovaccio (io poi lo tengo fermo con un grande elastico in modo che non passi aria, l'impasto non deve assolutamente seccare) e lasciare la ciotola a t.a. per 3 ore, poi trasferirla in frigo a fare maturare l'impasto per 10-14 ore, a seconda dei propri impegni (quindi fino alla mattina successiva e se seguono gli orari che ho usato io).

La mattina ore 9,30 circa
Prendere l'impasto e delicatamente rovesciarlo sul piano da lavoro. Dare una piega a libro, coprire con pellicola e canovaccio e lasciare riposare 15-20 minuti e ripetere un'altra volta. Questo passaggio è importante, serve a dare corpo e volume al pane.



Trascorso il tempo per la puntatura, allargare l'impasto con delicatezza, usando i polpastrelli in modo da ottenere un rettangolo, portare i lembi dell'impasto verso il centro, arrotolare l'impasto sui semi di sesamo, pirlarlo per dare volume e metterlo nel cestino infarinato con le chiusure di sopra; coprirlo con pellicola e canovaccio e lasciarlo lievitare circa 3 ore.
Preriscaldare il forno statico a 250° con la leccarda all'interno.
Capovolgere il pane sulla leccarda tirata fuori dal forno e rivestita con carta da forno, spolverizzare leggermente il pane e rimuovere l'eventuale eccesso di farina, praticare un taglio nella prossimità della congiunzione dei lembi con l'aiuto di una lametta o un coltellino affilato, praticare poi altri taglietti e disegni a piacere.

Spruzzare le pareti e il fondo del forno con acqua (usando uno spruzzino o le mani semplicemente), infornare. Dopo 10 minuti aprire il forno e vaporizzare di nuovo acqua per creare umidità  - attenzione non sul pane! (serve a non fare formare una crosta dura al pane, altrimenti non cresce e non cuoce più bene) poi abbassare a 220° e lasciare cuocere per 15 minuti, di seguito abbassare la temperatura a 190° e lasciare cuocere per altri 50 minuti, poi abbassare ancora il forno a 150° e lasciare 10 minuti con lo sportello aperto a fessura.
Infine spegnere il forno, aprire lo sportello a fessura ma lasciare ancora il pane all'interno per 5 minuti.
Tutto questo calare graduale della temperatura farà sì che il pane possa avere una bella crosta croccante esterna, che sia ben cotto internamente e che l'umidità del pane stesso possa evaporare rendendolo asciutto oltre che cotto.
Nei forni di casa occorre avere procedure un po' "arrangiate" per così dire.
Controllare ogni forno è diverso, "bussando" il sotto del pane si deve sentire un rumore sordo, lo dico sempre che è semplice ma efficace, per capire se è cotto, deve avere un aspetto ben dorato e cotto (prendere il pane col guanto da forno, naturalmente...)
Sfornare la pagnotta e metterla a raffreddare su una gratella (se possibile inclinando il pane dato che è una pezzatura grande, il vapore interno evaporerà meglio).


Il nostro paniere completo ha sfornato:

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