Alberelli Natalizi (salati) di pasta sfoglia home made

Eccoci arrivati (finalmente, aggiungo) alle battute finali di questo orribile 2020, speriamo che il Nuovo Anno possa portare a tutti un po' di agognata serenità e leggerezza, per quanto sia possibile.

 Noi del team al Km 0 oggi pensiamo a qualcosa di buono per la tavola di San Silvestro, io mi occupo del pranzo ed ho pensato ad utilizzare al meglio la pasta sfoglia fatta in casa che amo tanto, il sapore e la sfogliatura, rispetto a quella acquistata, non ha paragoni: solo farina e ottimo burro (e non grassi diversi) alla quale ho dato la forma di simpatici Abeti Natalizi farcendoli con prosciutto cotto, pesto e un'oliva per puntale, davvero deliziosi di sapore e molto simpatici.

Cosa serve:
250 g. pasta sfoglia fatta in casa (oppure comprata)
150 g. prosciutto cotto
pesto alla genovese q.b.
alcuni pinoli tritati (o anacardi non salati)
tuorlo + latte per spennellare
semi di sesamo q.b.
12 olive denocciolate verdi
12 spiedini di legno

Tirare la pasta sfoglia formando un rettangolo che sia ben fredda da frigo, spalmare poco pesto e sminuzzare sopra alcuni pinoli o anacardi tritati, adagiare le fettine di prosciutto cotto e, con una rotella tagliapizza, tagliare tante listarelle nel senso più stretto ottenendone una dozzina, avvolgere poi le strisce a nastro formando una forma ad alberello, non stringere troppo perchè la sfoglia in cottura deve aprirsi e sfogliare, appunto; fermare l'albero con uno spiedino di legno e infilzando in cima un'oliva.

Scusate per il fascio di luce riflesso nella foto 😖

Adagiare gli alberelli su una leccarda ricoperta con carta da forno, spennellare con il tuorlo sbattuto con un goccio di latte e spolverizzare con semi di sesamo. Mettere la leccarda in frigorifero.
Nel frattempo preriscaldare il forno statico a 180°-190°


quando arrivato a temperatura, infornare gli abeti di sfoglia e cuocere per 15-18 minuti.
Togliere dal forno e fare raffreddare sulla gratella.
Un simpatico aperitivo, stuzzichino, antipasto che piacerà a grandi e piccini 



Colazione Monica: Non partecipa 
Merenda Sabrina: Nocchiata artenese
Cena Carla: Sushi di carpaccio

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Insalata di radicchio con mele, roquefort, mix di semi e crostini di pane ai cereali

Ecco un'insalata semplicissima ma davvero golosa, perfetta da servire sia come antipasto che per accompagnare secondi piatti sostanziosi. Il connubio leggermente amarognolo dei radicchi con la dolcezza della mela, la croccantezza del pane e la sapidità del formaggio rendono questa insalata squisita! A dosi generose perfetta come contorno sostanzioso oppure a porzioni più piccole come antipasto.

Cosa serve per due persone:
1/2 cespo piccolo radicchio di Chioggia
1/2 cespo piccolo radicchio di Castelfranco
1 mela grande fuji melapiù
50 g. roquefort a cubettini
80 g. crostini di pane semintegrale o ai cereali (per me fatto in casa)
2 cucchiai semi misti (chia, girasole, lino, sesamo)
sale q.b. (pochissimo)
olio evo q.v.
aceto di melograno q.b.
olio o burro q.b. per i crostini

Per prima cosa fare i crostini: tagliare il pane a cubetti (meglio se del giorno precedente, il mio fatto da me col lievito madre) e tostarli brevemente in una padellina antiaderente in cui si sarà fatto spumeggiare una noce di burro o scaldare un filo d'olio evo. Lasciare intiepidire, intanto lavare, asciugare e tagliare i radicchi, riunire l'insalata in una ciotola ed aggiungere il resto degli ingredienti, condire e servire subito.



 



Alberi di Natale al cacao e mandorle glassati

Ad ognuno il suo e decorare i biscotti non è proprio il mio mestiere... questi lavori di fino non sono nelle mie corde e nelle mie mani, in ogni caso sono buoni e i bambini credo siano felici lo stesso :-))))


Cosa serve:
200 g. farina 00
1 pizzico sale
125 g. burro morbido a pezzetti
125 g. zucchero semolato
30 g. cacao amaro
50 g. farina di mandorle
1 uovo
1 cucchiaino estratto vaniglia
la punta di un cucchiaino di bicarbonato di sodio
poca acqua fredda se serve

Per la ghiaccia reale serve:
20 g. albume
120 g. zucchero a velo vanigliato
Alcune gocce succo di limone

Poi serve:
zucchero a granella q.b.
colorante per alimenti in gel q.b.
zuccherini decorativi q.b.
cocco rapè q.b.

Nella ciotola montare il burro morbido con lo zucchero e il pizzico di sale, aggiungere l’uovo, mescolare ed unire poi tutti gli altri ingredienti, amalgamare fino ad ottenere un composto omogeneo (pochi istanti).
Formare un panetto ed avvolgere l’impasto in pellicola alimentare, fare riposare la pasta in frigo almeno un’ora. Tirare fuori dal frigo l’albume ed il limone.

Trascorso il tempo di riposo, accendere il forno statico a 170°, foderare la leccarda con carta da forno, stendere l’impasto col mattarello leggermente infarinato a mezzo centimetro abbondante, coppare con uno stampino a forma di alberello, disporre i biscotti un po’ distanziati e cuocere 12-14 minuti. Fare raffreddare su una gratella.



Quando sono ben freddi, preparare la ghiaccia reale montando solo leggermente con una forchetta l’albume, aggiungere, poco alla volta, lo zucchero a velo tassativamente passato al setaccio (non ci devono essere assolutamente grumi), quando pronto dividerlo in due ciotoline, lasciarne una di colore bianco, e l’altra con il colorante rosso. Decorare gli alberelli a piacere glassando e cospargendo con zuccherini bianchi, colorati e cocco rapè




                   Lasciare adagiati su carta da forno ad asciugare alcune ore prima di incartarli.

Pandoro di Raffaele Pignataro

Con il post di oggi, per la rubrica Il Granaio, concludiamo il calendario delle uscite per il 2020, sperando che finisca presto anche la grave situazione che stiamo vivendo.
Ma torniamo alla ricetta... manca una sola settimana a Natale, se volete sfornare un grande lievitato dovete proprio tirarvi su le maniche e impastare, ora o mai più :-)
Io sono per il panettone! A casa mia panettone batte pandoro 100 a 1 :-))) ma mi piace troppo diversificare (anche se poi devo sorbire brontolii vari...) e sperimentare quindi ho voluto provare la ricetta di questo grande lievitato di Raffaele Pignataro.
Considerazioni personali: è un impasto facile da lavorare, quindi lo consiglio anche a chi non è espertissimo di grandi lievitati (ma comunque già ben navigato tra impasti vari, brioche, pane, lievito madre ecc.) l'ho promosso a pieni voti sotto questo punto di vista ma, senza offesa (ci mancherebbe, anzi.. piena stima), l'aroma arancia nel pandoro non ci ha convinto, abbiamo invece apprezzato la texture, naturalmente i gusti sono gusti e sono imprescindibili, tra l'altro inizialmente pensavo di aumentarne l'aroma aggiungendo anche un'idea d'arancia candita frullata, ma poi l'ho dimenticata in frigo (meglio così :-))
Se volete potete dare un'occhiata anche alla ricetta del pandoro classico del mastro pasticcere Mauro Morandin con crema pasticcera al limone. 

Consigli: Per prima cosa leggere bene e ripetutamente la ricetta.
Per i rinfreschi e le legatura del lievito madre seguire il passo-passo al mio post della Colomba aumentando le dosi raddoppiandole per poi utilizzarne quanto ne serve per la ricetta che segue.

Ho fatto tre rinfreschi ora: 8,30-12,30-16,30 
Cosa serve per 2 pandori da 1 kg.

Ingredienti PRIMO IMPASTO 
250 g. Pasta Madre rinfrescata 3 volte + legatura serale
490 g. Farina per panettone/pandoro tipo 00 oppure farina di forza (manitoba) con almeno W380 / 14%-15% di proteine
180 g. Acqua
160 g. Zucchero semolato
170 g. Tuorli 
235 g. Burro bavarese
2 g. sale

Ingredienti SECONDO IMPASTO
240 g. Farina per panettone/pandoro tipo 00 oppure farina di forza (manitoba) con almeno W380 / 14%-15% di proteine
5 g. Malto in polvere (se non si trova da acquistare, ometterlo)
80 g. Acqua
60 g. Zucchero semolato
180 g. Tuorli
235 g. Burro bavarese
15 g.  Cioccolato Bianco di ottima qualità (oppure burro di cacao micronizzato)
20 g. Latte in polvere (scremato o intero) *quello per pasticceria, non alimento per bambini
30 g. Emulsione aromatica (vedi sotto)
2 g. sale

Ingredienti EMULSIONE AROMATICA
20 g. Burro bavarese
10 g. miele
I semi di 2 bacche di vaniglia 
buccia grattugiata di una arancia (leggere la premessa)


PRIMO IMPASTO (ciotola, foglia e gancio freddi di frigo dal giorno precedente! inizio verso le 20,30 termino dopo 30 minuti circa, non deve durare di più altrimenti si surriscalda)

Per prima cosa preparate il burro: pesatene la quantità che vi serve e lasciatela a temperatura ambiente anche per mezza giornata o tutto il giorno. Il burro deve diventare morbidissimo, della consistenza di una pomata. Se in casa vostra fa troppo freddo e il burro non si ammorbidisce, mettetelo vicino ad un luogo caldo oppure ammorbiditelo al microonde stando però attenti a non scioglierlo quindi dando dei piccoli “colpi” di microonde di 5-10 secondi ogni volta e controllando la consistenza.
Quando il burro è pronto iniziate con la ricetta: pesate l’acqua, versateci dentro lo zucchero e con un cucchiaio miscelate molto bene, anche per 5-10 minuti, finchè tutto lo zucchero non si sarà sciolto alla perfezione. Versate quindi questo sciroppo nella ciotola dell’impastatrice o della planetaria con il gancio a “foglia” o K.
Aggiungete la pasta madre divisa in piccoli pezzi. Ovviamente, neanche a dirlo, la pasta madre dovrà essere rinfrescata e raddoppiata, dopo aver fatto il trattamento dei rinfreschi “ripetuti” nei giorni precedenti oppure nella stessa giornata, rinfrescando ogni 3-4 ore o appena raddoppia.
Avviate l’impastatrice e fate sciogliere un po’ la pasta madre, per circa 5 minuti.
Senza fermare l’impastatrice versate tutta la farina e fate impastare, l’impasto si presenterà abbastanza asciutto e compatto ma non vi preoccupate.
Quando l’impasto inizia a prender corpo e diventare leggermente elastico, pure se ancora non liscio e abbastanza grumoso, iniziate l’aggiunta dei tuorli.
Aggiungete i tuorli sempre molto lentamente, a filo, cercando di dividerli in tre “dosi”. Versate quindi la prima “dose” a filo e aspettate che l’impasto li abbia completamente assorbiti e sia diventato un po' più liscio prima di aggiungere la dose successiva.
Terminati i tuorli verificate che l’impasto sia incordato, facendo la PROVA DEL VELO: ungetevi le mani con un po' di burro, prelevate un pezzettino di impasto e tiratelo tra le dita cercando di creare un “velo” come nell’immagine qui sotto. Se fa il velo allora è incordato e potete passare ad aggiungere il burro, altrimenti continuate a far lavorare l’impastatrice magari aumentando un pochino la velocità.

Se l’impasto è incordato potete aggiungere il burro “a pomata”, procedendo come per i tuorli: dividetelo idealmente in tre “dosi” e aggiungete la successiva solo quando la precedente è completamente assorbita.
Con l’ultima dose di burro aggiungete anche il sale.
Ora sostituite il gancio a “foglia” con il normale gancio per impastare, riavviate l’impastatrice e attendete che l’impasto si incordi intorno al gancio. A questo punto fermatevi, mettete l’impasto in un contenitore che possa contenerne almeno tre volte il volume e segnate il livello dell’impasto con un elastico o un pezzo di nastro adesivo. Coprite il contenitore con un coperchio ermetico o con della pellicola ben sigillata e mettete a lievitare in un luogo caldo, con una temperatura di almeno 26°, ad esempio nel forno SPENTO con la luce ACCESA (io ho una cella di lievitazione fatta artigianalmente da un amico che non smetterò mai di ringraziare)


Dopo circa 12-16 ore il vostro impasto dovrebbe essere triplicato. Se non è triplicato ancora non disperate, probabilmente ci vorrà di più ma in ogni caso NON FATE IL SECONDO IMPASTO prima che il primo sia triplicato, altrimenti dovrete buttare tutto. 
 Raffaele prepara l'emulsione aromatica al momento di utilizzarla, io invece la preparo quando ho finito il 1° impasto e la conservo in frigorifero fino al momento di usarla, io invece la preparo sempre quanto ho finito il 1° impasto per ogni lievitato che sia panettone o colomba o pandoro. In questo caso frullo il burro a pomata col miele, poi amalgamo questo composto la scorza grattugiata dell'arancia e i semi della bacca di vaniglia. Metto in una ciotolina, copro con pellicola e conservo in frigo fino alla mattina successiva quando si procede con il secondo impasto.

SECONDO IMPASTO ore 8,30 Idem come sopra: ciotola e gancio in frigo la sera dopo aver terminato il 1° impasto. Deve durare 30-40 minuti, velocità minima all'inizio e aumentare quando si inserisce il burro.
Anche qui prima di cominciare preparatevi il burro “a pomata” come prima.
Versate ora nell’impastatrice la farina, il malto, l’acqua dove anche in questo caso avrete sciolto perfettamente lo zucchero e il primo impasto lievitato e raffreddato. Avviate l’impastatrice con il gancio per impastare a media velocità.
Fate impastare alcuni minuti fino a quando l’impasto non avrà assorbito tutti gli ingredienti e fino a quando non si presenti di nuovo elastico e tenda a staccarsi dalla ciotola dell’impastatrice.
Iniziate quindi ad aggiungere i tuorli, procedendo come nel primo impasto: dividerli in tre “dosi” ed aggiungerli lentamente. Tra una aggiunta e l’altra attendente sempre che l’impasto ritorni incordato ed elastico e che abbia assorbito completamente i tuorli.
Quando avrete terminato i tuorli, fate la prova del “velo” all’impasto e se il velo è ok, procedente con la ricetta altrimenti continuate a far impastare magari alzando un poco la velocità.
Aggiungente lentamente il latte in polvere. Una volta che il latte in polvere sarà assorbito, aggiungete il cioccolato bianco fuso a bagnomaria (o al microonde stando sempre attenti a non farlo bollire, bastano di solito una decina di secondi) e fatelo assorbire.
Iniziate ora ad aggiungere il burro, procedendo come nel primo impasto: dividetelo in tre dosi ed aggiungetelo solo quando il precedente è ben assorbito e l’impasto è incordato.
Aggiungete infine l’emulsione aromatica scaldata leggermente pochi secondi al microonde e subito dopo il sale.
Rimuovete l’impasto dall’impastatrice e versatelo su un tavolo leggermente unto di burro. Fatelo riposare così all’aria per 40 minuti.
Dividete ora l’impasto nelle pezzature dei pandori che desiderate ricavare, considerando sempre un 10% in più di peso. Mi spiego meglio: se avete due stampi da 1kg. dividete l’impasto in due “masse” da 1100 g. ciascuna. 
Fate la PIRLATURA ad ogni pezzo di impasto ungendovi leggermente le mani di burro e fate riposare 30 minuti sempre scoperti.

Ripetete la pirlatura e mettete gli impasti negli stampi leggermente imburrati (se avete gli stampi teflonati non è necessario imburrare)
Coprite con un pezzo di pellicola e mettete a lievitare in un luogo caldo, intorno ai 26-28 gradi, fino a quando la cupola dell’impasto non arriverà a circa 1-2 cm sotto al bordo dello stampo. Ci vorranno dalle 4 alle 8 ore.

COTTURA Io faccio così:

Preriscaldate il forno a 200° statico, nel frattempo lasciate gli stampi con l’impasto pronto da infornare all’aria aperta rimuovendo l’eventuale pellicola in modo che la “cupola” faccia la pellicina.
Quando il forno sarà a temperatura, abbassare a 170° (questo farà si che la serpentina di sopra non si riaccenda dopo poco tempo, ma tenga per un po' la temperatura e non si abbronzi nell'immediato la superficie del pandoro), aspettare qualche minuto ed infornate gli stampi direttamente sulla griglia  mettendoli però il più in basso possibile, infatti in cottura la cupola crescerà tantissimo (se avete fatto tutto bene) e se li mettete troppo sopra rischiate che tocchi le resistenze superiori, bruciandosi (leggi sopra).
Dopo 45 minuti aprite il forno e infilate il termometro all’interno della cupola puntandolo verso il centro del pandoro, coprire con fogli di carta di alluminio. Quando la temperatura sarà di 94°/96° gradi potrete sfornarlo. (il range tollerato è tra i 92° e 96°) (a volte ho sfornato a 96° e il dolce risultava un po' asciutto, di contro a 94° rimane morbido, un po' umido ma si mantiene di meno nel tempo, dovete fare le vostre prove e tentativi).
La cottura per le forme da 1kg dura circa 55-60 minuti, ma ogni forno è diverso. Parole di Raffaele e anche le mie. Aggiungo di fare SEMPRE la prova stecchino, quella non mente.


Una volta sfornati gli stampi lasciate raffreddare 3 ore (secondo me anche 4 o 5 che è meglio) Solo a questo punto,  quando sono ben freddi, capovolgete gli stampi ed estraete il pandoro.
Fate ancora raffreddare per almeno 6 ore e poi potete conservarli in un sacchetto di polipropilene leggermente spruzzato di alcool a 95° per liquori e ben chiuso, anche per un mese.


                                       

Il nostro paniere completo ha sfornato:

Monica: Micòoula
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Gnocchi tricolore ripieni di fonduta con salsa alle noci e nocciole

Il Natale è davvero molto vicino ed oggi vi offro uno spunto, una pasta fatta in casa, un primo piatto squisito, si può preparare in anticipo e congelare avendo poi l'accuratezza di tuffarli nell'acqua salata al primo bollore quando sono ancora surgelati, questi gnocchi sono di grande effetto, perfetti da servire alla cena della vigilia di Natale, per il pranzo del 25 ma per tutte quelle occasioni in cui volete sentire i vostri ospiti dire "wow"

Cosa serve per 680 g. di prodotto finito 2/3 persone:
480 g. patate farinose pasta bianca o rosse di montagna (io ho usato metà pasta bianca, metà rosse di montagna) optare per quelle vecchie, quelle novelle non vanno bene, sono troppo acquose e scarse di amido per cui richiedono molta farina e gli gnocchi diventerebbero duri ed indigesti.
100 g. farina 00
30 g. semolino
sale q.b.
1 tuorlo medio
80 g. spinaci già sbollentati e ben strizzati (peso già cotti)
½ cucchiaio abbondante doppio concentrato di pomodoro
un pizzico noce moscata
80 g. formaggio svizzero fleur des prèalpes rapè pronto per fonduta oppure utilizzare 60 g. raclette + 20 g. fecola di patate*

Per il condimento:
100 g. gherigli noci 
50 g. nocciole sgusciate, pelate e tostate
20 g. parmigiano grattugiato o grana padano
un pugnetto di mollica di pane raffermo
latte q.b.
sale e pepe q.b.
un filo d'olio evo
un pezzettino molto piccolo di aglio 

Preparare la salsa. Mettere in ammollo il pane nel latte, poi strizzarlo lasciandolo ancora morbido e frullarlo ad impulsi con le nocciole e le noci, l'idea di aglio, aggiungere una tazzina da caffè di olio evo ed emulsionare per ottenere una salsa densa, metterla in una ciotola ed aggiungere il formaggio poi unire ancora olio q.b. per aggiustare la consistenza, tenere da parte.

*Questo “preparato” arriva direttamente dalla Svizzera ed è di ottima fattura, ma si tratta molto semplicemente di formaggio miscelato con una percentuale di fecola di patate e poi grattugiato grossolamente, si può tranquillamente ottenere in casa in questo modo: grattugiare con una grattugia a fori molto larghi (o a bastoncino finissimo tipo julienne) il formaggio e mescolarlo con la fecola di patate, tenere da parte.



Portare a bollore una pentola con acqua leggermente salate e fare sbollentare gli spinaci, poi scolarli, passarli sotto il getto di acqua corrente fredda, strizzarli bene e frullarli in un tritatutto, tenere da parte. Fare lessare le patate lavate con la buccia in acqua salata 40 minuti circa o fino a quando risultano morbide infilzandole con una forchetta. Nel frattempo preparare sulla spianatoia la farina mescolata al semolino e formare una fontana con il buco centrale. Tenere pronti tutti gli altri ingredienti. Quando le patate sono cotte e ancora calde, sbucciarle e passarle subito con lo schiacciapatate facendo cadere la purea nel centro delle farine, unire un tuorlo d’uovo (se fosse necessario anche poco albume, dipende dalle patate – io non l’ho aggiunto), consiglio di non salare ulteriormente dato che si riempirà di formaggio molto gustoso, unire poi una grattata di noce moscata ed impastare subito, non bisogna impastare a lungo, altrimenti il composto diventa colloso, al contrario, una volta che gli ingredienti sono incorporati, formare velocemente una sorta di salsicciotto, dividerlo ad occhio in tre pezzi, tenere da parte quello più grande, coprendolo con un canovaccio di cotone, poi allargarne uno dei due rimasti ed unire gli spinaci tritati, impastare per amalgamare sempre senza indugiare troppo, formare un salsicciotto e coprire anche questo, in ultimo, allargare quello rimasto ed unire il doppio concentrato di pomodoro, procedere ad amalgamare e a formare il terzo salsicciotto, coprire anche questo. Bisogna fare tutto piuttosto velocemente, le patate non devono raffreddare. Se l’impasto si attacca al piano di lavoro, aiutarsi con un tarocco, poi  lavare (e poi asciugare) con una spugnetta bagnata e ben strizzata il piano e il tarocco ogni volta che si finisce un impasto in modo tale da non “contaminare” quello successivo, altrimenti si sfalsano i colori rosso e verde.

Riprendere la parte bianca e allungarla per formare il solito cordone, tagliare con l’aiuto di un tarocco, dei tocchetti (a me gli gnocchi grossi non piacciono, questi che dovranno essere farciti internamente li ho comunque fatti di misura standard, cioè circa 2 cm. è un pochino più difficoltoso naturalmente, per cui se avete poco tempo o poca pazienza o poca esperienza, forse meglio per optare una pezzatura maggiore, anche se la sconsiglio, anche perché poi in cottura il formaggio si deve sciogliere). 



Prendere uno gnocco e, col pollice, ricavare una sorta di incavo nel quale mettere un pochino di formaggio, richiudere sigillando bene e rimettere lo gnocco sul piano di lavoro cercando di dargli una forma adeguata, spolverizzarli poi con poca farina di semola rimacinata di grano duro, spolverizzare anche un vassoio o il  contenitore prescelto.

Proseguire con gli altri impasti colorati nello stesso modo


(si possono anche allargare senza sovrapporli, in modo che non si attacchino, poi congelarli. Una volta congelati, trasferirli in un sacchetto adatto al freezer. Quando si vogliono cuocere si tuffano in acqua salata al bollore e si procede come si fa con quelli appena fatti, ovvero si scolano quando vengono a galla). Cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata, quando vengono a galla scolarli delicatamente con una schiumarola e condirli con la salsa, servire subito. Squisiti e delicati




Linzer biscuit con crema al gianduia nero

Ci avviciniamo sempre più al Natale e oggi, al Km 0, vi diamo qualche idee per la tavola delle feste, io penso alla colazione e ho deciso di fare dei linzer biscuit in una versione golosissima, farciti con crema spalmabile al gianduia nero, perchè da brava piemontese lo adoro, sia classico che come questa versione fondente, questi dolcetti sono una vera squisitezza.

Cosa serve:
150 g. farina 00
150 g. burro
150 g. zucchero semolato
150 g. farina di mandorle
1 pizzico sale
1 uovo
i semi di mezza bacca di vaniglia
crema spalmabile al gianduia nero q.b.

Nella planetaria con la foglia o nel robot da cucina provvisto di cutter mettere: il burro freddo da frigo a pezzetti, il pizzico di sale e le farine, azionare qualche istante per ottenere uno sfarinato, poi aggiungere i semi di vaniglia, lo zucchero e l'uovo; azionare nuovamente pochi istanti il robot per amalgamare.
Tirare fuori il composto e compattarlo sul piano di lavoro, formare un panetto, avvolgerlo con pellicola alimentare e metterlo in frigo almeno un'ora.
Preriscaldare il forno a 170° statico. Coprire una leccarda con carta da forno.
Prendere il panetto con l'impasto e manipolarla un pochino per renderla elastica, stenderla non troppo spessa (perchè poi ne andranno sovrapposti due + la farcia) sul piano da lavoro leggermente infarinato oppure tra due fogli di carta da forno, formare i primi cerchi, poi coppare con un tagliabiscotti ad espulsione la metà dell'impasto, oppure praticare un foro centrale alla metà dei biscotti ottenuti con uno più piccolo.

Sulla prima metà dei biscotti, farcire in centro con un cucchiaino di crema al cacao, poi ricoprire con i biscotti intagliati pressando leggermente per fare aderire la pasta. Continuare fino ad esaurimento della frolla. Se si preferisce mantenere la crema splamabile più fluida, farcire ed unire i biscotti dopo averli cotti.


Cuocere per 15 minuti circa, lasciare raffreddare e gustare (o impacchettare per regalarli in sacchetti/fogli di polipropilene)


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Tagliatelle di kamut con pesto di broccoletti e pistacchi

Amo molto fare la pasta in casa, qui in Piemonte si usa la pasta all'uovo (con più o meno uova) soprattutto tagliatelle e tajarin (tagliolini) e quella ripiena, ne ho parlato tante e tante volte; oggi ho voluto sperimentare la farina khorasan, che ha un indice glicemico più basso rispetto a quella di frumento e un retrogusto di nocciola che, secondo me, ben si sposa con questo pesto che si prepara in pochissimo tempo, giusto il necessario per fare riposare la pasta prima di stenderla.

Una pasta buonissima e salutare


Cosa serve DUE persone:
170 g. farina di kamut
1 uovo
poca acqua
200 g. cimette di broccoletti
una manciata pistacchi sgusciati
1/2 spicchio aglio (scarso)
parmigiano grattugiato q.b.
sale q.b.
olio evo q.b.
Impastare la farina con l'uovo e un goccio d'acqua appena-appena intiepidita (poca, l'impasto dev'essere asciutto), formare una palla e coprirla a campana con una ciotola, lasciarla riposare una ventina di minuti. Intanto in acqua a bollore salata fare lessare i broccoletti per 4-5 minuti, poi scolarle, passarle velocemente sotto un getto d'acqua corrente, conservando due cimette per la guarnizione del piatto.
Mettere i broccoletti in un robot da cucina provvisto di cutter con il pezzettino d'aglio, i pistacchi e un goccino d'olio evo, tritare finemente ad impulsi, mettere il pesto in una ciotola ed aggiungere a filo olio evo q.b. per raggiungere la consistenza giusta, unire anche il parmigiano grattugiato.
Tirare la sfoglia a mano o con la nonna papera, infarinare abbondantemente le sfoglie, arrotolare senza stringere e tagliare con un coltello lo spessore desiderato.




Cantucci salati

Siamo arrivati a dicembre, non illesi, ma i blog di cucina trattano di cibo, buon'umore e leggerezza e quindi parliamo (o per lo meno io parlo) di cucina ed entriamo appieno nel mood natalizio.

I cantucci o biscotti di Prato, sono biscottini friabili deliziosi, davvero squisiti, io li faccio sempre a Natale per la mia famiglia e da regalare agli amici, ricette ne ho provate alcune sia copiandole da vari libri che su altri blog, ma nessuna è risultata perfetta come quella del pasticcere Giovanni Pina, una garanzia, credetemi, se volete farli andate a leggere la ricetta: biscotti di PratoOggi vi propongo una versione salata messa a punto da me sulla falsa riga di quelli classici dolci, risultano un po' più complicati da fare per la consistenza dovuta alla presenza del parmigiano, ma a parte la forma non perfetta il sapore invece è delizioso, perfetti da regalare a chi magari preferisce il salato al dolce, da offrire a Natale (ma non solo) come antipasto, per stuzzichino, per una colazione o merenda salata. 

Cosa serve:
250 g di farina 00
50 g. farina di pistacchi
2 g. ammoniaca per dolci (bicarbonato di ammonio)
50 g di parmigiano reggiano grattugiato
50 g. burro morbido
2 uova
50 g di mandorle intere sgusciate
50 g di pistacchi non salati o nocciole sgusciate, spellate e tostate
sale q.b.
pepe q.b.
un pizzico di semi di anice o di finocchio


In planetaria o in una ciotola, mescolare le farine, il parmigiano, i semi di anice, sale e pepe, unire il burro morbido e le uova, dare un'amalgamata rapida e poi aggiungere l'ammoniaca per dolci sciolta in un cucchiaio d'acqua e, in ultimo, la frutta secca.
Formare due o tre salomotti sulla spianatoia infarinata. 


Infornare a 180° per 20 minuti, poi sfornarli, farli intiepidire, tagliarli in obliquo e rimetterli a tostare in forno per 7 minuti circa.


Farli raffreddare bene su una gratella prima di servirli. Perfetti per accompagnare i salumi.


Il nostro paniere completo ha sfornato:

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