Ventaglietti al coriandolo caramellati

Inizio col dire che io amo moltissimo la pasta sfoglia, sia in versione salata che dolce: non mi stanca mai.
La pasta sfoglia, si sa, è un osso duro.. durissimo.. non è così semplice da fare, perciò molto spesso si sceglie di comprarla già pronta e, devo dire, che non è niente male, almeno quella di marca.
Però.. c'è una via di mezzo, un'alternativa e cioè: la pasta sfoglia rapida.
Rapida perchè? Perchè richiede meno passaggi rispetto a quella tradizionale francese, o a quella inglese, che poco si discosta dalla versione precedente se non per la quantità di burro.
Bene: tutto questo gran chiacchierare per dire che la versione semplificata da comunque ottimi risultati in minor tempo ed occorre meno burro.


Cosa serve per la pasta sfoglia rapida:

250 g. farina 00
175 g. burro
1 dl. circa di acqua
un pizzico di sale.

Lavorare il burro a pezzettini piccoli (con le mani bagnate) con poca farina, ottenendo così un burro farinoso.
Disporre a fontana la farina col pizzico di sale e formare un'incavo. Al centro mettere il burro lavorato, circa 1 dl. di acqua fredda e lavorare il tutto senza forza (quella la riserviamo per fare la pasta per la pizza :-))
Deve risultare un impasto burroso. Dategli la forma di un panetto di burro, dunque, rettangolare.
Mettere in frigo per una 15 ina di minuti coperto da un canovaccio.
Prendete il pacchetto e stendere la pasta col mattarello, ripiegarla in tre.

Fare riposare nuovamente il "pacchetto" per 15 minuti in frigo.
Ripetere l'operazione per 3 volte.

Cosa serve per i ventaglietti:

La pasta sfoglia rapida che avrete preparato (oppure compratela pronta circa 300 g.)
70 g. si zucchero semolato
1 cucchiaino di coriandolo


Tritare finemente il coriandolo insieme a metà dello zucchero in frullino.
Setacciare lo zucchero ottenuto all'altra metà.
Su un piano da lavoro spolverizzare una cucchiaiata abbondante di questo zucchero aromatizzato e stendere la pasta sfoglia piuttosto sottilmente.



Spolverizzare con altro zucchero aromatizzato e qualche bacca sbriciolata tra le mani.
Ripiegare tre volte: non su se stessa ma una metà verso l'altra (quindi l'estremità in alto andrà piegata verso il basso, e quella in basso andrà piegata verso l'alto)
Ottenete così una striscia di sfoglia ripiegata.
Ora appiattitela con il matterello. Deve essere sottile ma non tanto da rompersi.

A questo punto ritagliate, con il coltello affilato, nel senso verticale, delle striscioline larghe circa 2 cm. ripiegatele leggermente su se stesse,  e sigillate premendo semplicemente con il pollice.
Allineate i ventaglietti su carta forno disposta sulla placca e spolverizzare ancora con abbondante zucchero aromatizzato.


Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 10 minuti circa (ma controllate dipende dal vostro forno), estraete la placca, girate i ventaglietti e fate cuocere per altri 10 minuti circa
Il risultato è una fragrante sfoglia, leggerissima ma profumata. Da gustare ad ogni ora della giornata.






Insalata di mare

Questo antipasto è un evergreen, è facile da fare ed il sapore è lontano mille miglia rispetto a quella acquistata. Aggiungendo qualche verdurina tipo giardiniera, aglio ed olive taggiasche, si esalta il sapore del pesce. Consiglio, inoltre, di prepararla il giorno precedente il consumo, diventerà più saporita.


Cosa serve:

1 polpo di scoglio (circa 900 gr.)
1/2 kg. calamari freschi
1/2 kg. seppioline
1/2 kg. cozze
una manciata di gamberi freschi grigi
prezzemolo tritato
1 spicchio d'aglio
sale e pepe
1/2 bicchiere vino bianco secco
1 carota
1 costa di sedano
1/2 cipolla
Olio e.v.o.
succo di limone

Fare bollire in acqua salata con la carota, il sedano e la cipolla il polpo ben lavato. Io lo sbatacchio un po' col batticarne prima di farlo cuocere per renderlo più morbido, meno gommoso. Ma è un'operazione facoltativa. Se usate il polpo di scoglio è meglio effettuarla, se usate il polpo decongelato non è necessaria.
Fatelo cuocere circa 40/45 minuti.
Dopo circa 15 minuti di  cottura aggiungete le seppie ed i calamari.
MA: controllate sempre, con una forchetta, la cottura dei molluschi. Levateli o lasciateli ancora in cottura se risultano rispettivamente già cotti o ancora croccanti.

La buona riuscita del piatto consiste soprattutto nella cottura che deve essere a puntino. Insomma... dipende da che tipo di pesce avete comprato,  fresco o decongelato.. cambia. Io preferisco quello fresco e pescato rispetto a quello di allevamento.
Negli ultimi cinque minuti di cottura, aggiungete i gamberi che avrete già sgusciato e avrete tolto il budellino praticando un'incisione sul dorso. Risciacquateli molto bene.
Ora scolate il tutto, prima che si raffreddi, spellate il polpo.
Quando i molluschi si sono raffreddati tagliateli a tocchetti e metterli in una boule.


Raschiate bene le cozze e mettetele in una casseruola con il vino bianco secco, mettete il coperchio e portate a cottura (6/7 minuti).
Conservate un cucchiaio di liquido di cottura e filtratelo in un colino a maglie strettissime o una garza. Sgusciare parte delle cozze, alcune lasciatele invece con il guscio per completare il piatto da portare a tavola.
Unirle ai molluschi cotti e tagliati a tocchettini, ai gamberi, al prezzemolo tritato, allo spicchio d'aglio tagliato in quattro pezzi.
Aggiustate di sale e di pepe.
Ora preparate il condimento: in una ciotolina stemperate la cucchiaiata di liquido di cottura delle cozze con succo di limone (se il limone è piccolo sarà sufficiente mezzo limone, sennò usatene uno intero) ed olio e.v.o.
Condite l'insalata.
Riponete in frigo il giorno prima o  almeno 3/4 ore, al momento di servire, eliminate l'aglio e se vi piace, scaldatela proprio leggermente in forno a microonde. 







Gnocchi (raviòlas) della Val Varaita con castelmagno

Occorre spendere qualche riga per spiegare, a chi non abita da queste parti e a chi non li conoscesse, di che si tratta.

Mia nonna soprattutto in occasione della feste come il Natale o Pasqua, era solita preparare gli agnolotti, gli gnocchi di patate, i tajarin e le raviòlas. Gustare questi piatti sostanziosi e deliziosi non era, dunque, abitudine e quindi si apprezzavano molto ma molto di più.
Non sono "semplici" gnocchi di patate, ma sono una specialità occitana, la val varaita è una comunità montana delle valli cuneesi, bellissime! Queste raviòles erano il piatto forte del banchetto di fidanzamento, come buon auspicio per un felice matrimonio, oppure si preparavano per il battesimo dei bimbi. La ricetta prevede il tumin dal Mel che è un tomino tipico di Melle, che è un paese, ma si può sostituirlo con toma vaccina dolce e morbida.
Come ho condito questi gnocchi? Con il castelmagno. Ecco qui sono sicura che tutta Italia sappia di che si tratta. Comunque.. due paroline le spendo anche per questo formaggio pazzesco. Sì.. beh .. ha un certo costo, ma pensate che per fare una forma occorrono 70 litri di latte! Questo per semplificare.... se siete curiosi e volete saperne di più cliccate sulla parola "castelmagno"; Vi ho fornito un link con tutte le informazioni su questo formaggio inimitabile.
Aaaaapproposito.. non comprate un'imitazione.. non avrebbe nulla, ma nulla, a che vedere con l'originale.
Ed anche questo è un prodotto del territorio.



Cosa serve per gli gnocchi:
1 kg. patate
farina q.b. per ottenere un composto morbido ma asciutto (circa il 20% del peso delle patate cotte)
2 tuorli d'uovo
2 etti di tumin dal Mel o toma vaccina dolce.
sale
grana padano

Per il condimento:
burro q.b.
2,5 hg. di Castelmagno.


Fare bollire le patate con la buccia in acqua salata.
Quando sono cotte, ancora calde, sbucciatele e passatele nello schiacciapatate.
Aggiungere il tumin o la toma, e il grana grattugiato (quantità ad occhio a vostro piacimento), quando il composto si sarà intiepidito, aggiungere i due tuorli d'uovo precedentemente leggermente sbattuti.
Impastare bene fino ad amalgamare gli ingredienti. Formare una palla, e mettere a riposare in un canovaccio da cucina per una mezz'oretta.
Trascorso questo tempo, ritagliare delle strisce, arrotolarle (come fossero grissini) e tagliare a tocchi rettangolari. Con le mani allungate il tocco in modo da dare la forma tipica della raviola, c'è chi li fa più cicciosi, chi più allungati... ma non preoccupatevi, se non ci riuscite.. è solo questione d'estetica, il sapore di certo non cambierà!
Cuoceteli in acqua salata a bollore. Pochissimo! Come vengono a galla, toglieteli con una schiumarola. MAI scolati nello scolapasta, sennò si disferebbero.

La fonduta di castelmagno la riservo per un piatto da arricchire, siccome questi gnocchi sono già molto ricchi di formaggio e saporiti, li ho conditi facendoli mantecare per pochi istanti in una padella con burro leggermente nocciola e con il castelmagno sbriciolato.
Fate saltare un minuto e servite.
La foto finale, ahimè, è quel che è: era ieri sera tardi- era buio - ho dovuto usare il flash che peccato!


N.B. Se avete la possibilità di acquistare patate da un coltivatore, il sapore ne guadagnerà, ed anche la consistenza degli gnocchi, generalmente quelle comprate alla grande distribuzione sono acquosissime, richiederanno molta più farina, col risultato che gli gnocchi saranno pesanti, di peso e sullo stomaco.






Peperoni arrosti con battuto di capperi e olive

Qui in Piemonte e precisamente a Carmagnola, ogni anno a settembre, si tiene la sagra del peperone, sono particolari perchè si tratta di una qualità carnosissima, adatta naturalmente a qualsiasi preparazione, ma in particolare a cucinarli arrostiti. Anche la qualità di Cuneo sono molto carnosi e dolci!
Io ne ho preparati un po' e messi in congelatore in attesa dell'inverno da gustare con la bagna caöda, ma di questo ne parlerò più avanti.


Ne ho preparato qualcuno da smangiucchiare come antipasto, con un semplice ma gustoso condimento.
Cosa serve:
n.2 peperoni, uno giallo uno rosso, belli carnosi
sale
olive taggiasche
olio e.v.o.
capperini sotto sale di Pantelleria
acciughe sotto sale

Dissalare i capperini e metterli una mezz'ora a marinare un qualche cucchiaiata d'olio.Intanto mettere in forno, nella sua placca ricoperta da carta forno, a temperatura elevata, i peperoni.Girarli spesso in modo che si abbrustoliscano da tutti i lati.Spellarli e dividerli in falde della grandezza che desiderate. 
Salateli e conditeli con un battuto fatto con: una cucchiaiata di olive taggiasche denocciolate sott'olio, i capperini e qualche acciuga dissalata.La farcia vi consiglio di non tritarla al tritatutto, ma con la mezzaluna se l'avete, oppure, grossolanamente a coltello. In bocca è più piacevole.


Cipolline borettane in agrodolce (da conservare)

Eccomi qui, sono tornata e felice di vedere che non mi avete abbandonata :-) anzi.. ho intravisto volti nuovi che andrò tra poco a salutare e ringraziare sui rispettivi blog.
Sono ancora un po' con la testa altrove, veramente...  al ritorno ci vuole qualche giorno per riprendere il ritmo.
Vi propongo una ricetta da conservare nei vasetti, si potranno consumare come antipasto o contorno, sia a temperatura ambiente che appena riscaldate. Sole o accompagnate ad esempio da un arrosto di maiale o selvaggina.



Cosa serve:

2 kg. cipolline borettane con la buccia
1 cucchiaio di zucchero
3 cucchiai d'olio e.v.o.
1 dl. di vino bianco secco
1 dl. di aceto bianco per conserve
2 foglie di alloro
500 gr. pomodori pelati o freschi
sale

Spellate le cipolline (con un po' di pazienza) scottatele  in acqua salata,  dal bollore pochi minuti.
Mettete in una casseruola l'olio, il vino, l'aceto e lo zucchero in modo che gli ingredienti si amalgamino per qualche minuto. Aggiungere le cipolline, l'alloro, i pomodori tagliati a pezzetti e privati dai semi, regolare il sale e portare a cottura quasi completa. 


Devono rimanere croccantine.
Togliere dal fuoco e distribuire le cipolline in vasetti puliti ed asciutti.
Coprire con un velo d'olio e con un canovaccio da cucina per qualche ora.
Controllate poi se il livello dell'olio si sia abbassato, in questo caso aggiungerne ancora un po'.
Chiudere i vasetti con capsule nuove e sterilizzare per 20 minuti. Lasciare i vasetti nell'acqua finchè non si sia raffreddata. Riporre in cantina o luogo fresco ed asciutto ed aspettare almeno un mese per consumare.