Asparagi alla bismarck al forno

Gli asparagi alla bismarck sono semplicissimi da fare e sono molto goduriosi: si fanno cuocere gli asparagi lessandoli e poi si ripassano velocemente in una padella con altro burro; si fanno cuocere le uova al tegamino con parecchio burro spumeggiante, si adagiano gli asparagi su un piatto e si sistemano sopra le uova grondanti, infine si spolverizza il tutto con tanto parmigiano; c'è la variante con l'aggiunta di prosciutto cotto.
Bene: il palato gongola, il colesterolo un po' meno, quindi ho voluto "alleggerire" un pochino la preparazione facendola al forno. Niente di difficile, due accortezze: la giusta precottura degli asparagi e la giusta cottura delle uova in forno: il tuorlo deve rimanere morbido mentre l'albume deve solidificare e tutto l'insieme deve arrivare a cottura in modo uniforme. Quindi qualche inghippo c'è.
Un piatto molto nutriente. Io l'ho servito come piatto unico, insieme una fetta di pane per fare la scarpetta.


Cosa serve per DUE persone:

500 g. asparagi (per me del mio territorio)
2 uova (si può omettere il prosciutto e usare 4 uova se si preferisce)
2 fette prosciutto cotto
50 g. formaggio tipo toma fresca (per me un bergè della val Pellice)
poco burro
sale e pepe q.b.
un rametto di timo fresco


Preriscaldare il forno statico a 190°. Pulire gli asparagi eliminando la parte bianca e coriacea del gambo, poi con il pelapatate, sbucciare la parte terminale del gambo che è più filamentosa e dura e cuocerli a vapore per metà del tempo che occorrerebbe per farli diventare teneri.
Imburrare una terrina da forno, adagiare gli asparagi semi-cotti, unire il formaggio fatto a pezzettini e le fette di prosciutto, rompere le uova direttamente sopra facendo attenzione a non romperle. Salare, pepare, cospargere con timo ed infornare subito per 15-20 minuti, secondo il grado di cottura preferito, in ogni caso l tuorlo deve rimanere liquido, mentre l'albume deve essere cotto.


                                                                      Servire subito

Pieghe di rinforzo pane

Treccia di sfoglia con mele, uvetta e pinoli

Diciamolo... col tempo da lupi che c'è l'esigenza di gelati e semifreddi non si fa sentire ancora molto, mentre un dolce di mele profumatissimo di spezie si gusta volentieri, che poi la mela è l'unico frutto che si mangia tutto l'anno, ricordo, ad esempio, una qualità estiva buonissima che avevo gustato in trentino (prodotta in quantità limitata e che non usciva dal territorio)
Se volete fare la pasta sfoglia in casa, che vi consiglio perchè è tutto un altro pianeta rispetto a quella comprata come sapore, come resa, come salubrità (soprattutto come salubrità...), se avete giusto-giusto un pochino di esperienza e manualità in cucina, la sfoglia non è l'orco cattivo.. si fa tranquillamente, basta seguire il mio passo-passo e i relativi consigli. Volete provare? cliccate qui: pasta sfoglia di Montersino.


Cosa serve:

250 g. pasta sfoglia
350 g. mele (peso netto)
45 g. zucchero di canna + q.b. per spolverizzare la superficie
burro q.b.
1/2 cucchiaino cannella (o q.b. secondo il proprio gusto)
1/2 cucchiaino cardamomo (o q.b. secondo il proprio gusto)
poco latte
pinoli q.b.
un cucchiaio succo limone

Per prima cosa fare la sfoglia o acquistarla pronta (che sia di qualità) rettangolare.
Preriscaldare il forno a 190° statico
Sbucciare le mele (tre medie), farle a spicchi, poi tagliarle per il lungo e ricavarne fettine sottili, metterle in una ciotola, aggiungere 30 g. di zucchero di canna e il succo del limone, mescolare e tenere da parte.


Tirare la sfoglia in un rettangolo, cospargere tutta superficie con il restante zucchero e le spezie, aggiungere qualche fiocchetto di burro (pochi, non esagerare), solo lungo tutta parte centrale della sfoglia, adagiare le fettine di mela (guardare le foto), con l'aiuto della rotella tagliapizza (o con un coltello affilato con la lama liscia) tagliare strisce di pasta speculari e oblique (guardare la foto) avendo cura di rivoltare le estremità, della lunghezza, verso l'interno. Incrociare quindi le strisce formando una treccia, io non sono stata lì a prendere misure e a fare attenzione a ricavarle tutte uguali e precise, volendo ottenere una treccia perfetta, fare attenzione a tagliarle giuste con l'aiuto di un righello, fare attenzione anche a non sovrapporre le strisce, bensì occorre lasciare u po' di spazio in modo che la pasta non si sigillata ma possa passare aria e calore, la sfoglia cuocerà benissimo e l'umidità data dal ripieno delle mele evaporerà.
Spennellare con il latte e spolverizzare con zucchero di canna, infine cospargere con pinoli q.b.



Cuocere 30-35 minuti e poi abbassare il forno a 150°, aprire lo sportello a fessura (mettere il manico di un cucchiaio in mezzo) e lasciare la treccia ancora per 5 minuti, poi sfornarla e metterla su una gratella a raffreddare. Ottima sia tiepida che fredda, buonissima da sola o con crema inglese alla vaniglia o gelato fiordilatte.


Uova e tonno in salsa verde alla piemontese

Oggi alla  rubrica al Km 0 prepariamo piatti con le uova! A chi non piacciono? Io porto la cena e ho preparato  una ricetta della tradizione piemontese che può cambiare da provincia a provincia e addirittura da famiglia a famiglia. Mia nonna, ad esempio la preparava soltanto con le uova, la suocera di mia sorella solo col tonno. Io, che sono golosa, li metto entrambi :-) 
Posso, credo, però dire con certezza che si tratta di una ricetta piuttosto datata, un tempo le erbette venivano tritate finemente con la mezzaluna e poi, dopo averle brevemente cotte, venivano mescolate con uova e/o tonno;  io ho scelto di dare un po' di eleganza ad un piatto davvero buono svecchiando un pochino la preparazione preparando una salsa vellutata, da lasciare a specchio sul piatto di portata o direttamente dentro ad una bella casseruola come ho fatto io, da portare in tavola per mantenere la preparazione calda, lasciando separati gli ingredienti di accompagno che saranno da amalgamare alla salsa successivamente, al momento del consumo. 
Questo è un piatto la cui immagine non rende idea della sua bontà :-) 
Vi consiglio di non omettere ne l'aglio (ci vuole!) ne l'aceto (ci vuole anche questo)



Cosa serve:

4 uova sode
200 g. erbette miste primaverili spontanee e coltivate (un pezzo di porro tenero, bietoline, borragine, prezzemolo, tarassaco, spinacini, foglie di melissa, foglie di menta, foglie di sedano, foglie piccole e tenere di ortica, viole, cerfoglio, ecc. ecc.)
olio evo q.b.
1 spicchio aglio
sale e pepe
1/2 bicchiere aceto bianco
1 pomodoro (o 2 se sono piccoli)
200 g. filetti di tonno sott'olio sgocciolati (peso netto)


Lavare bene le erbette. In un tegame dal fondo antiaderente e spesso scaldare un filo d'olio con uno spicchio d'aglio tagliato a fettine, unire subito le erbette grondanti ancora dall'acqua del lavaggio, mantenere la fiamma dolce, mescolare, salare e pepare; unire il pomodoro privato dalla pelle e dai semi tagliato a pezzi, mettere il coperchio e fare stufare 15 minuti aggiungendo poca acqua al bisogno.
Nel frattempo fare lessare le uova come di consueto: 8 minuti dal bollore. Poi passarle in acqua fredda per fermare la cottura, sgusciarle e tagliarle a metà.
Trascorso il tempo unire l'aceto, una volta fatto evaporare lasciare ancora le erbette a prendere sapore per 5 minuti aggiungendo acqua se serve. (occorre tenere presente che frullando il tutto bisogna ottenere una salsina morbida ma densa).
Travasare il tutto nel bicchiere del frullatore ad immersione e frullare bene, regolare sale e pepe e l'acqua se risulta troppo densa la salsa.
Rimettere la salsa nel tegame ancora caldo, unire le uova sode e il tonno. Servire subito!

                                                             La scarpetta è assicurata.

Se replichi la ricetta, inserisci per cortesia il link di provenienza al mio blog. Grazie
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Malloreddus con asparagi e ricotta

Non so voi ma io inizio ad avere voglia di un viaggio... e allora iniziamo a gustare prodotti dal sapore vacanziero, giusto per avere un assaggio.
Ho comprato questa pasta sarda che mi piace molto (anche se fresca e gustata sul posto e vabbè... è un'altra cosa ça va sans dire) e l'ho abbinata a prodotti del mio territorio come la ricotta e asparagi del Piemonte. Beh secondo me è un matrimonio che può funzionare :-) 



Cosa serve per DUE persone:
160 g. malloreddus secchi di ottima qualità (o una quantità maggiore, a piacere)
4 cucchiai ricotta cremosa
200 g. asparagi
Olio evo q.b.
Basilico fresco q.b.
Sale e pepe q.b.

Per prima cosa pulire gli asparagi in questo modo: afferrare con la mano sinistra l’asparago a metà gambo, con la mano destra spezzarlo. In questo modo si eliminerà tutta la parte legnosa. Con un pelapatate sbucciare il rimanente 2/3 per far sì d’avere una cottura omogenea (le punte sono le più tenere), lavarli e cuocerli a vapore. Alla fine salarli e condirli con un filino d’olio evo.


Mentre la pasta cuoce in abbondante acqua salata, mettere in una ciotola la ricotta e lavorarla qualche istante con un filo d’olio evo, sale e pepe, aggiungere i gambi degli asparagi cotti e fatti a tocchettini. Tenere da parte le punte per decorare il piatto. Unire al composto di ricotta e asparagi due cucchiai (o q.b. dipende dalla morbidezza della ricotta) di acqua di cottura della pasta in modo da ottenere una crema.
Quando i malloreddus sono cotti al dente, scolarli e versarli nella ciotola, amalgamare bene e servire subito decorando il piatto con le punte degli asparagi tenute da parte e foglioline tenere di basilico lavato ed asciugato.
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Pane con farine Senatore Cappelli e tipo1 con lievito madre

Oggi un pane, o meglio, un connubio di farine che mi ha dato molta soddisfazione. Poi, tra l'altro, è venuto panciutissimo, mai successo! Sembra lo abbia gonfiato :-)))
Cerco sempre di migliorare tecniche, temperature e impasti. Cerco sempre di raffinare la texture dei miei impasti; le tempistiche di lievitazione/maturazione, riposo e la cottura li ho abbastanza azzeccati ormai, infatti per alcuni passaggi ormai è sufficiente il copia/incolla, ma mai fermarsi, mai pensare di avere raggiunto gli obiettivi, mai perdere la curiosità di provare e riprovare. Io dal momento che ho toccato con mano una farina, anche se l'ho adorata, passo a testarne un'altra. 
Per cui state sintonizzati...




Cosa serve:

350 g. farina di grano duro Senatore Cappelli
150 g. farina bio tipo 1 macinata a pietra
90 g. lievito madre rinfrescata e al raddoppio (se si vuole lievito di birra fresco, usarne 1-2 g.)
15 g. sale fino marino integrale
1 cucchiaino di malto d'orzo bio in polvere
350 g. acqua leggermente a t.a.
semi di sesamo bio q.b.

(orari indicativi: quelli che ho usato io)

Ore 13,30 tirare fuori dal frigo il lievito per acclimatarlo, (dopo una mezz'ora spesso faccio il bagnetto al lievito lasciandolo in ammollo in acqua leggermente tiepida con un pizzico di zucchero se ha un odore un po' acido, poi lo strizzo e proseguo) ore 14,30 rinfrescare il lievito, tenerne da parte 90 g. e l'altro (dopo aver fatto partire la lievitazione, quindi dopo 2 o 3 ore) metterlo in frigo per le panificazioni successive.
Ore 17,30-18 mettere nella ciotola della planetaria il lievito a pezzetti con l'acqua e, con l'accessorio foglia, scioglierlo facendolo schiumare (se si fa a mano mescolare energicamente con una forchetta in una ciotola) unire quindi tutta la farina, il malto e il sale. Mettere il gancio e incordare, impastare fino a quando l'impasto risulta liscio e si stacca dalle pareti.

Spegnere, ungersi le mani, riversare l'impasto sul piano da lavoro e dare due pieghe a distanza di 15 minuti l'una dall'altra, coprendo sempre l'impasto con pellicola, poi chiudere l'impasto pirlandolo e mettere la palla, con la chiusura verso il basso, in una capiente ciotola leggermente oliata; coprire con pellicola e canovaccio (io poi lo tengo fermo con un grande elastico in modo che non passi aria, l'impasto non deve assolutamente seccare) e lasciare la ciotola a t.a. per 3 ore, poi trasferirla in frigo a fare maturare l'impasto per 10-14 ore, a seconda dei propri impegni (quindi fino alla mattina successiva e se seguono gli orari che ho usato io).

La mattina ore 9,30 circa
Prendere l'impasto e delicatamente rovesciarlo sul piano da lavoro. Dare una piega a libro, coprire con pellicola e canovaccio e lasciare riposare 15-20 minuti e ripetere un'altra volta. Questo passaggio è importante, serve a dare corpo e volume al pane.
Trascorso il tempo per la puntatura, allargare l'impasto con delicatezza, usando i polpastrelli in modo da ottenere un rettangolo, portare i lembi dell'impasto verso il centro, dare poi una forma di nuovo rettangolare e arrotolare, sempre verso il centro, i due lati, prima uno, poi girare l'impasto di 90° e fare la stessa cosa con l'altro lato, in modo da ottenere un grande salamotto, tirarlo verso di se in modo leggero, senza premere, in modo da dare forza e tensione all'impasto, poi fare ruotare il filone dell'impasto sui semi di sesamo messi sul piano da lavoro o su carta forno (non occorrerà inumidire l'impasto, sarà abbastanza appiccicoso), metterlo in un cestino da lievitazione infarinato con semola di grano duro, posizionando la parte della chiusura dei lembi verso sopra e dove ci sono i semi di sesamo di sotto (in questo modo, ribaltando poi l'impasto per cuocerlo, la chiusura rimarrà di sotto, a contatto con la placca del forno).


Coprire di nuovo con pellicola (facendo attenzione che non tocchi l'impasto, bensì il cestino) e un canovaccio. Lasciare lievitare a temperatura ambiente per due-tre ore (se è estate anche meno), la pagnotta deve essere visibilmente lievitata e l'impasto (900 grammi circa usando lievito madre) deve essere arrivato a circa un dito e mezzo dalla sommità del cestino.
Preriscaldare il forno statico al massimo della potenza con la leccarda all'interno.
Quando il forno è arrivato a temperatura, estrarre la leccarda facendo molta attenzione perchè ustiona, e posarla su un piano (per protetto da due o tre canovacci da cucina), appoggiare un foglio di carta da forno bagnato e strizzato (così non brucia data l'alta temperatura con la quale si cuoce il pane) rovesciare con estrema delicatezza, il cestino e, con una lametta o un coltellino affilato, praticare solamente un'incisione che sia un po' in profondità nell'impasto lungo la lunghezza del pane (vedi foto) o fare le incisione a piacere. (serve sia a dare un'estetica piacevole ma anche a farle ultimare meglio la lievitazione in forno)


Aprire il forno e, con l'aiuto di uno spruzzino, vaporizzare abbondante acqua sul fondo e sulle pareti del forno per creare umidità  - attenzione non sul pane! - (serve a non fare formare una crosta dura al pane, altrimenti non cresce e non cuoce più bene) Infornare subito nel ripiano più basso del forno lasciare cuocere per 5 minuti poi abbassare a 250° e lasciare cuocere per 10 minuti, di seguito aprire lo sportello e, velocemente, alzare di un piano la leccarda spruzzare di nuovo acqua e richiudere subito il forno, dopo due minuti abbassare la temperatura a 190° e lasciare cuocere per altri 40 minuti circa.
Infine spegnere il forno, aprire lo sportello a fessura ma lasciare ancora il pane all'interno.
Controllare ogni forno è diverso, "bussando" il sotto del pane si deve sentire un rumore sordo, lo dico sempre che è semplice ma efficace, per capire se è cotto, deve avere un aspetto ben dorato e cotto (prendere il pane col guanto da forno, naturalmente...)
Sfornare la pagnotta e metterla a raffreddare su una gratella (se possibile inclinando il pane dato che è una pezzatura grande, il vapore interno evaporerà meglio).

Con la tecnica dell'autolisi (sia usando lievito madre che lievito compresso) il pane rimarrà morbido a lungo, digeribile e si conserverà benissimo anche in freezer. Inoltre con la tecnica della fermentazione in frigo e lievitazione a t.a. si ottiene un maggior risultato usando meno lievito (sia che sia di birra o lievito madre).
Quando è freddo, io lo taglio a fette e lo congelo in un sacchetto per alimenti apposito per freezer (non sacchetto di carta del pane quindi), poi lascio scongelare a t.a. le fette che mi occorrono.






Il nostro paniere completo ha sfornato:


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Lasagne di mare con zucchine e pesto genovese

Confesso che amo tantissimo le lasagne e la pasta al forno in generale, con quella bella crosticina irresistibile e, all'interno, la voluttuosità della besciamella.
Ho voluto provare una versione con il pesce, ho letto tante ricette ma alla fine nessuna mi convinceva e ho fatto di testa mia. Le volevo belle ricche e succulenti e così è stato.


Cosa serve per uno stampo cm. 18x18 (4-6 persone dipende da quanta se ne mangia)

sfoglie di pasta all'uovo q.b.
500 g. salmone fresco
1 kg. molluschi misti (calamari, cozze, seppioline)
200 g. gamberi
200 g. zucchine tenere
1 spicchio aglio
vino bianco secco q.b.
sale e pepe q.b.
prezzemolo q.b.
500 g. besciamella
parmigiano grattugiato q.b.
pesto genovese q.b. (oppure, in alternativa, alcuni cucchiai di salsa di pomodoro)

La pasta non l'ho pesata, l'ho dimenticato, comunque ho usato quella secca stavolta, l'ho fatta sbollentare due minuti in acqua a bollore salata (a me la pasta direttamente in teglia, questa trovata che è una scorciatoia non piace... non rimane salata e rimane con retrogusto di farina cruda), quindi scolare le sfoglie in una boule d'acqua fredda per fermare la cottura, sistemarle su un canovaccio asciutto e pulito. Se si desidera fare la sfoglia fresca la mia ricetta è qui
Ho cotto tutto separatamente.
Preparare un ragù semplice di mare: fare aprire le cozze e le vongole (farle spurgare e spazzolarle prima), in due pentole diverse. L'acqua delle cozze andrà buttata, quella delle vongole invece filtrata e tenuta da parte.
In un tegame fare scaldare un filo d'olio, unire l'aglio e i calamari e le seppioline fatte a pezzetti, sfumare con vino bianco, unire un po' dell'acqua delle vongole, lasciare cuocere solo 5 minuti, salare e pepare. Unire cozze e vongole.
A parte fare cuocere le zucchine facendole saltare in padella. Salare e pepare. In altra padellina fare cuocere il salmone tenendolo morbido.
In una ciotola riunire tutti i pesci, unire il prezzemolo tritato.
Preparare la besciamella e quando è ancora calda, assemblare la lasagna.


Sul fondo della terrina che andrà in forno mettere un velo di besciamella, la sfoglia, il ragù di pesce con le zucchine, ricoprire con besciamella, un pochino di pesto genovese sparso qua e la e parmigiano grattugiato. Formare 3 o 4 strati.



Infornare in forno già caldo a 180° per 20 minuti. Si possono fare anche il giorno precedente e poi riscaldarle prima di portarle a tavola. (anzi.. fatte il giorno prima è meglio)



Crostata al cacao con frangipane al cocco e mirtilli

Noi della rubrica al Km 0 oggi prepariamo ricette speciali: festeggiamo la mamma!
Io mi occupo di portare la merenda ed ho pensato d'omaggiare le festeggiate con un goloso guscio di frolla al cacao farcito con una deliziosa crema frangipane impreziosita dal cocco rapè e, in ultimo, da mirtilli neri che coltivano proprio a mezzo chilometro da casa mia. Infine, ho decorato il bordo della crostata con cuoricini di frolla al cacao.



Cosa serve per uno stampo da crostata da 22D

Per la pasta frolla al cacao (di Knam):
125 g. burro morbido
125 g. zucchero semolato
50 g. uova (1 uovo)
1 pizzico sale
La polpa di ½ bacca di vaniglia
5 g. lievito per dolci
200 g. farina 00
40 g. cacao amaro

Per la crema frangipane al cocco: (mia)
65 g. burro morbido
65 g. zucchero semolato
La polpa di ½ bacca di vaniglia
60 g. uovo (1 grande)
20 g. farina 0
65 g. cocco rapè (farina di cocco)

Poi serve:
280 g. mirtilli neri
Cocco rapè q.b. per decorare

Preparare la pasta frolla al cacao la sera precedente o comunque alcune ore prima.
Montare in planetaria, o con una frusta elettrica, il burro morbido con lo zucchero, quando è spumoso unire l’uovo, poi tutti li altri ingredienti tutti insieme; se si prosegue a mano, unire l’uovo e quando incorporato aggiungere tutte le polveri, lavorare tutto in brevissimo tempo. Avvolgere la pasta frolla al cacao in pellicola formando un panetto e mettere in frigo.


Trascorse le ore di riposo della pasta, preparare la crema frangipane al cocco e preriscaldare il forno a 170-175° statico.
Pesare le farine e mescolarle con un cucchiaio. Sbattere l’uovo.
In una ciotola montare, con le fruste, il burro morbido con lo zucchero e la vaniglia, unire a filo l’uovo ottenendo un composto liscio e spumoso. Togliere le fruste e con una spatola e un movimento dal basso verso l’alto incorporare le farine.
Imburrare ed infarinare uno stampo da crostata o usare uno stampo in carta da forno (come ho fatto io), stendere ¾ abbondanti di pasta frolla al cacao bordi compresi, bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta. 

Riempire il guscio con la crema frangipane al cocco. Lavare i mirtilli e inserirli con delicatezza nella crema distribuendoli bene in un unico strato e non sovrapponendoli.



Con i ritagli della pasta frolla fare dei decori (io ho fatto piccoli cuoricini) da decorare il bordo.
Infornare e cuocere per 35-40 minuti.



Toglierla dal forno, adagiarla su una griglia per farla raffreddare e, quando ancora calda, spolverizzare in modo leggero il bordo. Fare raffreddare completamente prima di servirla. Conservarla in frigo e tirarla fuori mezz’oretta prima di consumarla.

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Burger vegetali di fagioli, patate e spinaci

Oggi ho preparato burger che piaceranno a tutti! A chi di solito mangia hamburger classici (di carne quindi), a chi ama le verdure, a chi preferisce nutrirsi di proteine vegetali. 
Sono veloci e facili da fare e saziano, cosa assolutamente pregevole e, in ultimo, sono buoni!!! 
Io li ho passati in forno ma per una preparazione senza dubbio più golosa e un risultato più croccante, rosolarli in padella con un filo d'olio evo, pochi minuti per lato.



Cosa serve per 3-4 burger (dipende dallo spessore e grandezza che si desidera)

170 g. patate (1 abbastanza grande)
240 g. fagioli borlotti (peso inteso legume già cotto/sgocciolato)
150 g. spinaci (peso inteso già sbollentati, scolati e strizzati)
sale e pepe q.b.
una bella presa aromi misti tritati (o in polvere secchi)
2-3 cucchiai parmigiano grattugiato
farina di mais (quella per fare la polenta) per impanare
un filo olio evo


Grattugiare la patata cruda con una grattugia a fori larghi e mettere la polpa grattugiata in un colino a scolare almeno mezz'ora.
In un robot da cucina provvisto di cutter (o tritare finemente a coltello o con la mezzaluna) inserire i fagioli e gli spinaci.
Mettere questo composto in una ciotola. Unire gli aromi ed il parmigiano.
In un padellino antiaderente messo sul fuoco dolce e senza aggiunta di grassi, fare asciugare ulteriormente le patate grattugiate per pochi istanti, poi unirle al composto, regolare sale e pepe, amalgamare bene.


Con l'aiuto di un coppapasta/tagliabiscotti di 10D, oliato internamente, ricavare i burger su un foglio di carta da forno, compattando con il dorso di un cucchiaio il composto preparato  Tenere presente che si tratta di un composto molto morbido. Dare un colpettino al coppapasta per fare staccare il burger e proseguire con gli altri.
Cospargere i burger con farina di mais facendola aderire con il palmo di una mano poi prelevare i burger con una spatola oliata e rivoltarli sul palmo della mano (in modo che la parte già impanata rimanga a contatto della mano), spolverizzare anche l'altro lato con farina per la polenta ed infine adagiare i burger sul foglio di carta da forno adagiato sulla leccarda.


Condire ognuno con un filo d'olio e fare passare in forno già preriscaldato ventilato a 200° per circa 15 minuti. Gli ultimo 5 minuti con la funzione grill.



Se desiderate abbinare questo salutare piatto alla cura del fisico e della mente (che si sa, sono collegati), vi affido alla professionalità di Ylenia Vignolo Personal trainer. Lei vi seguirà in gruppo o singolarmente nel vostro percorso

Pane integrale e semi misti (con esuberi di lievito madre)

Ecco un pane davvero molto buono che fa anche bene alla salute; ho usato una farina integrale biologica buonissima che mi ha dato molta soddisfazione e tanti bei semini, ho fatto questo impasto qualche giorno dopo Pasqua con gli esuberi del mio lievito madre utilizzato per le Colombe al mandarino, ed ecco che alla prima uscita del Il Granaio- Baking Time, ve lo propongo, spero vi piaccia :-) 

Cosa serve:

450 g. farina integrale bio di grano tenero macinata a pietra
140 g. esuberi di lievito madre se si vuole usare lievito rinfrescato al raddoppio, consiglio di usarne 90 g. e scriverò in tal senso il procedimento che è identico (se si vuole fare con lievito di birra fresco, usarne 6-8 g.)
15 g. sale fino marino integrale
1 cucchiaino di malto d'orzo bio in polvere
300 g. acqua leggermente tiepida o a t.a.

N.B. Non ho provato a fare questo pane con lievito di birra per cui do indicazioni ipotetiche sulla base della mia esperienza. Se non si possiede lievito madre, credo si possa optare per utilizzare 8 g. di l.d.b. fresco
questa è la proporzione che uso quando panifico con il lievito compresso (solo per alcuni formati di pane), se si panifica in estate metterne di meno.

(orari indicativi: quelli che ho usato io)
Ore 13,30 tirare fuori dal frigo il lievito per acclimatarlo, (dopo una mezz'ora spesso faccio il bagnetto al lievito lasciandolo in ammollo in acqua leggermente tiepida con un pizzico di zucchero se ha un odore un po' acido, poi lo strizzo e proseguo) ore 14,30 rinfrescare il lievito, tenerne da parte 90 g. e l'altro (dopo aver fatto partire la lievitazione, quindi dopo 2 o 3 ore) metterlo in frigo per le panificazioni successive.
Mettere l'acqua nella ciotola della planetaria (o ciotola ampia se si impasta a mano) mettere il gancio, aggiungere il lievito a pezzetti e fare partire la macchina al minimo per scioglierlo, unire poi la farina poca alla volta e il malto, iniziare ad impastare lentamente poi aggiungere il sale; aumentare la velocità ed Impastare fino a quando si incorda.
Spegnere, ungersi le mani, riversare l'impasto sul piano da lavoro e dare due pieghe a distanza di 15 minuti l'una dall'altra, coprendo sempre l'impasto con pellicola, poi chiudere l'impasto pirlandolo e mettere la palla, con la chiusura verso il basso, in una capiente ciotola leggermente oliata; coprire con pellicola e canovaccio (io poi lo tengo fermo con un grande elastico in modo che non passi aria, l'impasto non deve assolutamente seccare) e lasciare la ciotola a t.a. per 3 ore, poi trasferirla in frigo a fare maturare l'impasto per 10-14 ore, a seconda dei propri impegni (quindi fino alla mattina successiva e se seguono gli orari che ho usato io).

La mattina ore 9,30 circa
Prendere l'impasto e delicatamente rovesciarlo sul piano da lavoro. Dare una piega a libro, coprire con pellicola e canovaccio e lasciare riposare 15-20 minuti e ripetere un'altra volta. Questo passaggio è importante, serve a dare corpo e volume al pane.


Trascorso il tempo per la puntatura, pesare e allargare l'impasto con delicatezza, usando i polpastrelli in modo da ottenere un rettangolo, portare i lembi dell'impasto verso il centro, dare poi una forma di nuovo rettangolare e arrotolare, sempre verso il centro, i due lati, poi girare l'impasto di 90° e fare la stessa cosa con l'altro lato, in modo da ottenere un grande salamotto, formare il filone tirandolo verso di se in modo leggero, senza premere, in modo da dare forza e tensione all'impasto.
Mescolare i semi in una ciotolina, versarli poi sul piano da lavoro, bagnare le mani sotto acqua corrente, accarezzare il pane per inumidirlo e farlo roteare sui semi in modo che aderiscano al pane dalla parte opposta della chiusura, poi prenderlo con entrambe le mani ben aperte e, con delicatezza,  metterlo in un cestino da lievitazione abbondantemente infarinato posizionando la parte dei lembi verso sopra e la parte dei semi sottostante (in questo modo, ribaltando poi l'impasto per cuocerlo, la chiusura rimarrà di sotto, a contatto con la placca del forno). Coprire di nuovo con pellicola (facendo attenzione che non tocchi l'impasto, bensì il cestino) e un canovaccio.



Lasciare lievitare a temperatura ambiente per tre ore (se è estate anche meno), la pagnotta deve essere visibilmente lievitata e l'impasto deve essere arrivato ad un centimetro - un centimetro e mezzo circa per arrivare alla sommità del cestino.


Preriscaldare il forno statico a 250°
Quando il forno è arrivato a temperatura rovesciare, con estrema delicatezza, il cestino e con una lametta o un coltellino affilato, praticare un' incisione (o più incisioni) lungo la lunghezza del pane. (serve sia a dare un'estetica piacevole ma anche a fare ultimare meglio la lievitazione in forno).


Aprire il forno e, con l'aiuto di uno spruzzino, vaporizzare abbondante acqua sul fondo e sulle pareti del forno per creare umidità  - attenzione non sul pane! - (serve a non fare formare una crosta dura al pane, altrimenti non cresce e non cuoce più bene) Infornare subito nel ripiano più basso del forno e cuocere per 10 minuti, di seguito aprire lo sportello e, velocemente, alzare di un piano la leccarda spruzzare di nuovo acqua e richiudere subito il forno, dopo due minuti abbassare la temperatura a 190° e lasciare cuocere per altri 30-35 minuti circa, di seguito aprire a fessura lo sportello e lasciare ancora il pane all'interno col forno acceso per 5 minuti.
Infine spegnere il forno ma lasciare ancora il pane all'interno. So che è leggermente articolato questo passaggio ma è utilissimo per avere pane ben cotto, croccante fuori ma morbido e asciutto all'interno, serve a fare evaporare bene l'umidità all'interno del pane.
Controllare ogni forno è diverso, "bussando" il sotto del pane si deve sentire un rumore sordo, lo dico sempre che è semplice ma efficace, per capire se è cotto, deve avere un aspetto ben dorato e cotto (prendere il pane col guanto da forno, naturalmente...)
Sfornare la pagnotta e metterla a raffreddare su una gratella (se possibile inclinando il pane dato che è una pezzatura grande, il vapore interno evaporerà meglio).
Quando è freddo, io lo taglio a fette e lo congelo in un sacchetto per alimenti apposito per freezer (non sacchetto di carta del pane quindi), poi lascio scongelare a t.a. le fette che mi occorrono e in poco tempo ho pane fresco in tavola


Il nostro paniere completo ha sfornato:


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