Spaghetti con cozze al pomodoro

Una ricettina semplice perfetta per chi è alle prime armi e ama i molluschi


Cosa serve per DUE persone:

160/180 g spaghetti
1 peperoncino media piccantezza
200 g circa pomodori freschi o pelati
500 g cozze
prezzemolo e basilico
1/2 spicchio aglio
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.
una spruzzata vino bianco secco

Per prima cosa pulire le cozze eliminando la barbetta e raschiandole, metterle poi in una padella capiente, aggiungere due o tre gambi di prezzemolo, una macinata di pepe nero e una spruzzata di vino bianco secco, mettere il coperchio e farle aprire, poi toglierle, eliminare il guscio e tenerle da parte. Tenere da parte anche il liquido di cottura filtrandolo attraverso un filtro di carta oppure un colino a maglie strette. Nella stessa padella mettere un filo d'olio e l'aglio (intero o tritato, come si preferisce) unire il peperoncino (anch'esso tritato, se non piace si può omettere) e i pomodori sbucciati e tritati finemente, aggiungere un pochino d'acqua delle cozze, salare leggermente e lasciare cuocere una ventina di minuti mettendo il coperchio e mescolando spesso; intanto cuocere gli spaghetti al dente, versare le cozze nel sugo e versare anche gli spaghetti, saltarli in padella un minuto e servirli con foglioline di basilico fresco.

Torta di grano saraceno con marmellata di arancia e limone (senza glutine e senza lattosio)

Noi della rubrica "al km 0" oggi dedichiamo le nostre preparazioni alle varie intolleranze, io ho deciso di sfornare una torta che amo molto, non è tipica del mio territorio in realtà, ma la farina lo è e le marmellate sono home made, le ho fatte con gli agrumi bio del giardino di mio cugino a centimetro zero, raccolti e messi in tegame.

E' una torta semplicissima e molto buona, piacerà a tutti non solo per chi è intollerante al glutine, soprattutto a chi, come me, predilige sapori rustici e contrasti acidi, l'ho farcita con la mia marmellata di limone e vanigliamarmellata di arance, facendo un leggero stato di una e sopra dell'altra. Vanno benissimo anche confetture acide come quella di albicocche o lamponi o ribes oppure frutti di bosco, che si sposano perfettamente con il sapore del grano saraceno e con quello delle mandorle. Una torta perfetta sia per la colazione che la merenda. 

Se si desidera (come me) una torta che sia anche senza lattosio, utilizzare latte e burro delattosati.



Per uno stampo da 17D (possibilmente a cerniera apribile) 6 fette

Cosa serve:
125 g farina di grano saraceno
125 g mandorle sgusciate
100 g burro morbido
1 pizzico sale
1/2 bustina lievito senza glutine
120 g zucchero semolato
2 uova medie
100 g latte
la buccia grattugiata di mezzo limone bio
zucchero a velo senza glutine q.b.
marmellata di limone q.b.
marmellata di arancia q.b.

Usare ingredienti lasciati a temperatura ambiente per almeno un'ora. Imburrare ed infarinare (con farina di grano saraceno o di riso) la tortiera e preriscaldare il forno statico a 180°. Tritare molto finemente le mandorle e tenere da parte. Mescolare la farina di grano saraceno con il lievito e il pizzico di sale.

In una ciotola capiente montare gli albumi a neve ferma (ma non fermissima) con 20 g di zucchero e tenere da parte, in un'altra ciotola montare il restante zucchero con il burro, quando il composto è spumoso unire i tuorli uno alla volta, aggiungere la scorza del limone, continuare a montare; unire a questo composto un paio di cucchiaiate di albume montato, amalgamare bene e versare il tutto nella ciotola dei restanti albumi, mescolare con una spatola dal basso verso l'alto, unire le farine alternandole con il latte. Versare l'impasto nella tortiera, livellare con il dorso del cucchiaio ed infornare per 40/45 minuti (fare la prova stecchino) non oltre perchè altrimenti la torta si asciuga troppo.


Sfornare e lasciare raffreddare sulla gratella. Togliere la torta dallo stampo, con un coltello seghettato tagliarla a metà, farcire con le due marmellate, ricoprire con la parte superiore e spolverizzare con zucchero a velo passato attraverso un colino. Degustare. Davvero buonissima e molto morbida. Si conserva bene a temperatura ambiente coperta da una campana di vetro (va bene un'insalatiera capovolta) per alcuni giorni.





Rotolini di carpaccio di bresaola

Questi rotolini sono i classici antipasti veloci, facili, che si fanno ad occhio e che sono dei salva cena quando si hanno ospiti inattesi, di solito piacciono a tutti, uno tira l'altro, ma se si offrono più antipasti se ne calcolano due a persona. Consiglio di acquistare il carpaccio di bresaola e non la bresaola più stagionata perchè si arrotolano meglio. Perfetti in ogni occasione e in qualsiasi stagione.


Cosa serve:
8 fette carpaccio di bresaola tagliate non troppo sottili
150 g carpino fresco
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.
mix erbe aromatiche (timo, erba cipollina, aglio secco, origano)
timo serpillo per decorazione

In una ciotola mescolare il formaggio con le erbe aromatiche sbriciolate, condire con un pizzico di sale, pepe nero e un filo d'olio. Creare dei salsicciotti piccolini e avvolgerli ognuno con una fetta di carpaccio di bresaola, spennellare la fetta esternamente, decorare con qualche fiorellini di timo o altro che sia edibile e servire. (Se non consumati subito, conservarli in un contenitore chiuso ermeticamente, al massimo per un giorno)

Sa coccoi 'e corcoriga (rösti di zucca) ricetta sarda

Ho visto questa ricetta in  rete nelle sue varie declinazioni, sia con la zucca che con altre verdure o patate, e mi ha colpita non per la bellezza estetica (evidentemente) ma per l'idea di bontà e leggerezza che mi ha trasmesso e infatti... è davvero molto buona, facile da fare, veloce, economica e versatile.

Qualcuno (credo i non sardi, ma potrei sbagliare) la chiamano focaccia, ma vedo che ormai ogni verdura cruda schiacciata in una teglia e messa in forno viene chiamata così, che, per una piemontese, è un termine che utilizzato per questa pietanza, lascia un po' interdetti perchè per noi lo è la classica genovese o romana e varianti ma sempre un lievitato. Nella sua lingua originale si chiama coccoi e corcoriga è una ricetta tipica Ogliastrina, per me una sorta di rösti cotto in forno, l'ho voluta fare sottile, anche perché essendo inesperta di questa preparazione e, vista la quasi mancanza di liquidi aggiunti, temevo che la farina rimanesse poco cotta e indigesta, il risultato così è stato perfetto e, a mio avviso, l'aspetto non le rende giustizia (almeno la mia..). Buonissima!



Cosa serve per una teglia da 26D:
400 g zucca delica (peso netto)
120 g semola rimacinata di grano duro
2 cipolle piccole bianche (circa 100 g)
2 cucchiai pecorino sardo semi stagionato grattugiato
una manciata di datterini (una decina)
2 cucchiai olio evo + q.b. per la superficie e teglia
piccolo pezzetto aglio (a me con la zucca piace, mia aggiunta)
sale e pepe q.b.

Pulire la zucca da semi e filamenti e grattugiarla, tritare la cipolla e aglio, mettere la verdura in una ciotola, unire qualche datterino tagliato a pezzetti (gli altri metterli tagliati a metà sulla superficie prima di infornare) aggiungere il resto degli ingredienti, mescolare, coprire con pellicola e lasciare riposare un'oretta in modo che zucca e cipolla rilascino la loro acqua di vegetazione e la semola venga intrisa, tuttavia la mia zucca era davvero asciuttissima, per cui un po' di farina era tal quale allora ho aggiunto un goccino d'acqua, bisogna valutare questo aspetto, se il composto fosse stato liquido, personalmente avrei aggiunto un po' di pangrattato.

Preriscaldare il forno a 200° statico.


Rivestire la teglia con carta da forno, ungerla molto bene e versare il composto, appiattirlo in modo uniforme con le mani inumidite d'acqua, condire la superficie con un giro leggero d'olio ed infornare per 30 minuti, poi abbassare a 180° e lasciare ancora una decina di minuti, deve presentarsi cotto e leggermente abbrustolito in superficie. Sfornare e lasciare intiepidire, risulterà più compatto poi da tagliare, gustare tiepido o riscaldarlo per alcuni minuti in forno già caldo. Si può preparare infatti in anticipo. Va benissimo da servire come contorno, antipasto, per una colazione e merenda salate.



Trippa piccante con datterini e cannellini

Oggi, per la rubrica "al km0" cuciniamo piatti che scaldano cuore e pancia, io ho deciso di portare una ricetta che so non essere per tutti, la trippa si ama o si odia, come tutto il quinto quarto, però da noi è un piatto della tradizione, è famosissima la trippa di Moncalieri soprattutto la trippa alla piemontese con le patate, è povero, semplice da preparare, richiede una lunga cottura (e la pentola a pressione al giorno d'oggi, ci viene incontro), ma soprattutto a me ricorda tanto i miei nonni. Mia nonna la cucinava spesso e ne riservava un piatto per me perchè mia madre (malgrado non l'avesse mai provata in vita sua), non la cucinava. Va detto e sottolineato che è ipocalorica (malgrado tante persone credano erroneamente il contrario), che viene ricavata dallo stomaco (e non dall'intestino), va da se che, come detto prima, che piaccia o meno è questione di gusto personale che è imprescindibile, ma se non si è vegetariani o vegani, il mio consiglio è quello di assaggiarla almeno una volta prima di dire che non è di proprio gradimento, l'importante è cucinarla a dovere.


Cosa serve per due persone:
300 g trippa
150 g cannellini freschi o surgelati
trito di: carota, porro, sedano e aglio
1 foglia alloro
due pizzichi maggiorana
due pizzichi salvia tritata
2 fette prosciutto crudo dolce
1 bacca ginepro
1 peperoncino
una dozzina datterini
sale e pepe q.b.
olio evo q.b.
brodo vegetale q.b.


Lavare accuratamente sotto acqua corrente la trippa, tagliarla a listarelle. Nella pentola a pressione fare appassire il trito di verdure e il prosciutto crudo e il peperoncino tritati in un filo d'olio evo, unire le erbe aromatiche e la trippa, fare insaporire qualche minuto mescolando, aggiungere i datterini tagliati a metà per il lungo, unire brodo quanto basta da coprire la trippa di tre-quattro dita, chiudere il coperchio e calcolare un'ora e un quarto dal sibilo della valvola, mantenendo la pentola su un fuoco piccolo e al minimo. 


Passato il tempo di cottura della trippa, fare fuoriuscire il vapore, aprire la pentola ed aggiungere i fagioli cannellini, regolare sale e pepe, valutare se aggiungere ancora un po' di brodo nel caso si desideri più brodosa, chiudere di nuovo il coperchio e lasciare cuocere 5 minuti dal sibilo. Condire con un filo d'olio evo a crudo.
Servire con parmigiano grattugiato a parte se gradito







Plum cake rustico mele e albicocche

Iniziamo bene la settimana con un dolce semplice e sano adatto per la colazione e la merenda di tutta la famiglia, si mantiene morbido per alcuni giorni, grazie la presenza della frutta in purea nell'impasto 


Cosa serve:
130 g farina 00
50 g fecola di patate
50 g farina di mais fumetto (quella più fine, da pasticceria)
130 g zucchero semolato
90 g olio semi
50 g burro morbido
3 uova
1 pizzico sale
la buccia grattugiata di 1 limone bio
un cucchiaio di limoncello oppure il succo di mezzo limone bio
100 g purea di mele e albicocche (fruttino)
60 g albicocche secche
1/2 bustina lievito per dolci
1 o 2 mele (dipende dalla grandezza) renette
zucchero di canna q.b.
confettura di albicocche (o pesche) q.b.

Portare a temperatura ambiente uova e burro almeno un'ora prima dell'uso.
Preriscaldare il forno a 180° statico, imburrare ed infarinare uno stampo da plum-cake. In una ciotola montare le uova con lo zucchero, unire il burro a pezzetti morbido e l'olio, aggiungere il limoncello o il succo e la scorza del limone, la purea, il pizzico di sale e le farine setacciate precedentemente con il lievito, amalgamare con una spatola ed aggiungere le albicocche secche tagliate a cubettini. Versare il composto nello stampo, lavare e sbucciare una o due mele, tagliarle in quattro, eliminare torsolo e semi e tagliare gli spicchi in fettine molto sottili, sistemare le fette vicinissime sulla superficie del plum cake facendole affondare un pochino nell'impasto, cospargere con una generosa spolverizzata di zucchero di canna e infornare. Cuocere per circa un'oretta. Questo plum cake avendo la purea di frutta nell'impasto ci impiega un tempo leggermente più lungo a cuocere, occorre monitorarlo, infilzando lo stecchino deve risultare asciutto, consiglio dopo 50 minuti di verificare, può volerci anche più di un'ora, dipende dal forno. 
Appena tolto dal forno, mettere una cucchiaiata di confettura di albicocca con un goccino d'acqua pochi secondi in microonde a potenza bassa, mescolare con un cucchiaino e, con l'aiuto di un pennello da cucina, spennellare tutta la superficie del dolce. Il risultato sarà un plum cake morbidissimo ma compatto, molto profumato e dolce al punto giusto, in superficie sarà caramellato e croccante, le mele morbide. 

Lasciare raffreddare perfettamente prima di sformarlo e tagliarlo, perfetto da preparare la sera prima per la colazione o la merenda del giorno successivo