Amo molto il pane, si intuisce dalle ricette che si trovano sul mio blog, immagino.
Lo amo talmente tanto che l'ho venduto per anni nel mio negozio, un tempo. Il profumo del pane caldo ha un qualcosa di ancestrale che abbiamo nella memoria biologica; chi non lo ama è sterile nell'animo. Secondo me. Così come chi non ama i fiori e le piante.
Mi piace praticamente tutto.
Mi piace ben cotto ma non bruciacchiato. Per chi lo conserva nei sacchetti di nylon e mangia poi chewing-gum....orrore!
Mi piace sia la crosta che la mollica.
Mi piace sia bianco che nero, che con mix di farine, poi di mais e mi piace tantissimo quello di semola, soprattutto e sopra a tutti quello siciliano che è diverso dagli altri. Bisogna mangiarlo, lì sul posto, per capire, annusare e gustare. Credo sia per la qualità del grano che si coltiva in quei campi, Trapani e Castelvetrano ad esempio.
Credo sia anche il forno. Spesso si trovano ancora (che fortuna!) forni a legna, botteghe che da noi non esistono più, non per volontà dei fornai, ma per rottura di balle degli enti competenti che hanno tolto fiato, soldi ed energia a chi voleva solamente lavorare in santa pace... qui mi fermo che altrimenti sparo cannonate. Lo so.
Il pane che segue è tipo mafalda. Lo è solo per la forma. La vera mafalda chiede una percentuale al 100% di farina di semola e che sia siciliana, appunto, ed io sottomano non l'avevo, ma la sto cercando...
Cosa serve per la biga:
125 g. farina 0 macinata a pietra
125 g. farina grano duro rimacinata a pietra
130 g. acqua circa
100 g. lievito madre rinfrescato (oppure 1 g. lievito di birra fresco)
Cosa serve per l'impasto:
la biga
1 g. lievito di birra fresco
500 g. farina grano duro rimacinata a pietra
200 g. farina 0 macinata a pietra
1 cucchiaino colmo di malto di mais liquido (o 5 g. di quello in polvere)
18 g. sale fino
un goccio di olio evo (facoltativo)
280 g. acqua circa
poi serve:
semi di sesamo q.b.
Setacciare le farine sia della biga che dell'impasto finale.
Orari indicativi che ho usato io
Ore 21.00
Preparare la biga mettendo nella ciotola della planetaria (o in una ciotola di vetro se si fa a mano) la quantità delle farine, il lievito madre e circa 50 g. di acqua. Iniziare ad impastare lentamente. Aggiungere acqua quanto basta (come al solito dipende dalla farina quanta acqua incorpora. Deve rimanere un impasto bello sodo) continuando ad impastare o nella planetaria o se si fa a mano su una spianatoia. Mettere a lievitare la palla di pasta coperta da pellicola e messa in una ciotola leggermente oliata, in un ambiente che abbia 18/20° per 10-12 ore.
Ore 09.00
Mettere nella planetaria (o come sopra in una ciotola se si fa a mano) le farine setacciate dell'impasto finale, il giro di olio, il lievito di birra fresco sbriciolato, il malto. Azionare a velocità 1 e fare miscelare bene. Unire, mentre gira, acqua poca alla volta in modo che le farine le incorporino bene e l'impasto si idrati. Queste farine già da sole sono difficili da impastare, insieme poi... occorre avere forza nelle braccia o pazienza ad aspettare che la planetaria incordi bene l'impasto.
Unire tanta acqua quanta serve per ottenere un impasto sodo. (a me ne è servita quanta scritta negli ingredienti). Per ultimo unire il sale sciolto in una tazzina di acqua (acqua presa dalla quantità della ricetta).
Mettere l'impasto a lievitare sempre nella ciotola leggermente unta d'olio e coperta da pellicola, in posto tiepido (bene il forno preriscaldato a 50° poi spento e lasciato ancora intiepidire - oppure con lucina accesa in forno spento - oppure se è estate su un davanzale dove non batte il sole ma che sia caldo) per circa un'ora e mezza- due. L'impasto deve raddoppiare.
Riprenderlo, non sarà affatto appiccicoso
Lavorarlo leggermente senza fare troppa forza altrimenti la lievitazione si rovina, formare grossolanamente un salsicciotto e, con un tarocco/raschia, dividerlo in 4 pezzi (peseranno g. 380/400 circa l'uno).
Stendere con un mattarello un rettangolo, arrotolarlo e, con la parte finale tenuta in basso, tenere i filoni di pasta sulla spianatoia, coprire con pellicola e lasciare puntare (riposare) il pane per una ventina di minuti.
Riprende i filoncini e allungarli arrotolandoli sulla spianatoia con le mani (come per fare gli gnocchi) formare un lungo cordoncino, poi una spirale: l'ultimo cordoncino di pasta va messa in verticale.
Inumidire le mani con acqua, passarle delicatamente sulle mafalde.
Su carta da cucina mettere abbondanti semi di sesamo e far ruotare le mafalde sui semi in modo che aderiscano senza assolutamente schiacciare la pasta.
Mettere le mafalde sulla placca rivestita da carta forno, coprire con un canovaccio (la pellicola si appiccicherebbe ai semi di sesamo) e fare lievitare ancora 40 minuti circa. (dipende sempre dalla temperatura)
Preriscaldare il forno a 220° (io ho l'opzione cottura pane e pizza che è un ventilato particolare, ossia più calore sotto e meno sopra, se si ha questa opzione bene! altrimenti regolatevi voi in base al vostro forno, io prima lo usavo statico) per 25/30 minuti circa mettendo sul fondo del forno un pentolino con acqua calda per i primi 10 minuti.
Sfornare, mettere sulla gratella a raffreddare e portare in tavola.