Torta allo yogurt, pere cioccolato e nocciole

Cosa serve:

220 g. farina 00
150 g. zucchero semolato
1 pizzico di sale
125 g. yogurt alle nocciole
30 ml. olio di semi
2 cucchiaini di miele di acacia
2 cucchiaini di granella di nocciole
3 uova a temperatura ambiente
1 bustina lievito vanigliato
35 g. cacao amaro
rum q.b.
2-3 pere (dipende dalla grandezza, io ne ho usate 3) kaiser

Sbucciare le pere, tagliarle in due e poi in quattro, eliminare il torsolo e tagliarle a spicchi abbastanza spessi.
Metterle in un piatto ed irrorarle con del rum bianco.
Accendere il forno a 180° statico



Setacciare la farina con il lievito ed il cacao.
In una ciotola, con la frusta elettrica (o planetaria utilizzando la frusta K) montare: uova, zucchero, miele e yogurt alle nocciole. Mescolare bene ed aggiungere il pizzico di sale, la miscela della farina + cacao a cucchiaiate. Unire la granella di nocciole.



Per ultimo unire, a filo, sempre mescolando, l'olio.
Foderare con carta da forno o imburrare ed infarinare una tortiera con cerniera apribile da 22D. Versare il composto e disporre a raggiera o a piacimento le fette di pera in superficie.



Infornare per 45 minuti. Fare la prova stecchino.
Fare intiepidire e servire. (Ottima anche fredda)






Confettura di albicocche, zenzero, cannella e marsala secco

.... E continuiamo con la serie: "sottovetro", essendo tempo di confetture e conserve. Oggi una semplice confettura piuttosto classica di albicocche ma con l'aggiunta del mio zampino!


Questo è stato un personale esperimento che in famiglia è piaciuto molto. Confettura aromatica e molto piacevole. Devo dire che: io dolcifico poco le marmellate o confetture, quindi a chi piace la dolcezza classica deve metterne di più.

Non mi piacciono gli addensanti tipo pectina. Preferisco aggiungere una mela e succo di limone e farla cuocere come si faceva una volta. Fuoco bassissimo, mescolare spesso, quasi continuativamente verso fine cottura fino a che la marmellata inizia ad addensarsi. Dipende dalla frutta, dall'acquosità oltre che dal tipo e qualità. In questo caso la confettura è cotta in quasi 2 ore. (ma dipende dal tipo di frutta utilizzata)

L'aggiunta del succo di limone fa sì che la marmellata risulti di un bel colore chiaro e non si scurisca e la scorza conferisce un buonissimo aroma. Inoltre, il succo, è di aiuto per la buona conservazione e aiuta ad inspessire.

Se volete leggere i miei consigli per la conservazione e preparazione della frutta e verdura, cliccare qui


Cosa serve per ottenere 8 vasetti da 250 g. l'uno:

Kg. 2,800 / 3 di albicocche peso netto (già prive di nocciolo)

kg. 1,200 di zucchero semolato
la scorza e la buccia grattugiata di 1/2 limone naturale
un bicchierino da liquore (corrispondente a poco più di una tazzina da caffè) di marsala secco
1 cucchiaino raso di cannella in polvere
1 cucchiaino colmo di zenzero in polvere
1 mela

Lavare e asciugare le albicocche. Denocciolarle, tagliarle a pezzi anche grandi, metterle in una grande pentola possibilmente antiaderente, con lo zucchero, limone scorza e succo, la mela sbucciata e tagliata a cubetti e lasciare macerare un paio d'ore mescolando ogni tanto.

Passato il tempo mettere sul fuoco vivace. Occhio: quando raggiungerà l'ebollizione può trabordare quindi non mettersi a fare altro per casa. Non distrarsi troppo insomma.



Mescolare ogni tanto raccogliendo bene la polpa che si formerà sul bordo della pentola, io non ritengo occorra schiumare, la schiuma viene poi riassorbita, ma se si vuole si può togliere.
Quando l'acqua della frutta inizia a consumare aggiungere la cannella, lo zenzero e il marsala. Mescolare accuratamente e abbassare la fiamma al minimo. Cuocere finchè si vede che si sta addensando. Passare parte della confettura, (solo in parte in modo da lasciare alcuni pezzi di frutta)  con un passaverdura.
Fare la prova piattino: prelevare un cucchiaio di confettura, metterla in un piattino e farla scorrere inclinando il piattino. Se scorre velocemente farla cuocere ancora un po'. Se invece scorre lentamente la confettura è pronta.

Considerare, poi, che ne vasetti col tempo si solidificherà ancora.
Prendere vasetti pulitissimi e asciuttissimi e capsule nuove di zecca.
Riempire i vasetti (facendo attenzione a non sporcare i bordi, se capita pulire subito con carta da cucina) la confettura bollente. Considerare di lasciare 5 cm di spazio tra confettura e il bordo del vaso.
Chiudere stretto ma senza sforzare troppo le capsule sennò si rovinano.
Capovolgerli ancora caldi a testa in giù. Lasciare raffreddare così e poi riporre la marmellata in cantina o luogo fresco. Aspettare almeno un mese, meglio due, prima di consumare. Se ne fosse avanzata un po' occorre consumarla. 





Melanzane (del mio orto) piccantine con aromi sott'olio

Sì lo so che parlo sempre del mio orticello... mi piace! che ci posso fare?



Cosa serve:

melanzane lunghe e strette
sale grosso q.b.
aglio q.b.
origano q.b.
maggiorana q.b.
peperoncino q.b. (io ho usato la qualità arlecchino calabrese)
1/2 lt. aceto di vino bianco 
olio d'oliva o evo a piacere q.b.



Lavare e sbucciare con un pelapatate le melanzane.
Tagliarle a fette spesse almeno 1 cm. occorre calcolare che si "restringeranno". Disporle a strati in un colapasta, salandole con sale grosso. Sopra l'ultimo strato mettere un piatto e lasciarle almeno 4 ore.
Trascorso il tempo mettere sul fuoco una casseruolina con 1/2 litro da aceto bianco e 1/2 litro di acqua. Portare a bollore. Quando bolle mettere, poche per volta, le fette di melanzane. Appena inizia di nuovo a bollire toglierle SUBITO con una schiumarola. Metterle in un grande vassoio o piatto. Continuare così fino ad esaurimento delle melanzane.
Terminata l'operazione disporre le fette di melanzana sopra un canovaccio o più canovacci (ovviamente puliti) a sua volta sopra un ripiano (va benissimo ad esempio una spianatoia di legno oppure vari vassoi).

Metterle poi ad asciugare al sole per tutto il giorno, finchè risultano asciuttissime, anche un po' secche. NON invasarle se non sono perfettamente asciutte o si pregiudicherà la buon a conservazione! MI RACCOMANDO! Se non sono asciutte, ritirale in casa e rimetterle al sole il giorno successivo. Un'altra mezza giornata sarà sufficiente. 



A questo punto spostare le melanzane in una ciotola da insalata e condirle con: origano, maggiorana, peperoncino, fette d'aglio, il tutto a piacere, secondo i gusti personali. 


Mescolare con le mani e poi riempire i vasetti di vetro precedentemente lavato ed asciugato molto, molto bene. l'ideale è farli asciugare al sole o, in alternativa, in forno preriscaldato a 50° e poi spento. 
Pressarle un pochino e coprire con olio d'oliva o evo. Coprire poi i i vasetti con pellicola o un piattino e lasciare riposare 24 ore.
Controllare il livello dell'olio. Quasi sicuramente sarà sceso e occorrerà aggiungerne. Di seguito chiudere i vasetti con capsule nuove e sterilizzare i vasetti ponendoli in una grande pentola, coprendoli d'acqua di almeno 3 cm e facendoli bollire per 25 minuti (dal'ebollizione).
Se volete leggere i miei consigli per la conservazione e preparazione della frutta e verdura, cliccare qui
Questo passaggio, in realtà, non è indispensabile, nel senso che è l'olio che funge da conservante ed il passaggio precedente con l'aceto, tuttavia io sterilizzo TUTTO, ad esclusione delle marmellate o di prodotti conservati sotto alcool. Ritengo sia una sicurezza in più che, tra l'altro, non mi richiede alcuna fatica.

Lasciare dunque raffreddare i vasetti nell'acqua, poi prelevarli e metterli in cantina o in luogo fresco e buio. Si può consumare dopo almeno un mese, meglio dopo due.

L'olio si potrà usare come condimento per la pasta o altro a piacere.



Nello stesso modo, con lo stesso identico procedimento faccio le zucchine, tagliandole di "traverso" in modo da ottenere una fetta oblunga.
Le condisco però con: basilico fresco tagliuzzato con le mani, aglio, alloro e peperoncino.




Pane pullman alla birra

Il pane pullman (che è la classica forma che ormai da parecchi anni si trova sugli scaffali del supermercato, e qui è chiamato bauletto, soffice pensato per sandwich e tramezzini) pare sia originario della Georgia, quindi USA (ovviamente patria del panino mordi e fuggi), però sembra che fosse preparato col lievito istantaneo per torte salate (forse proprio perchè alcool e lievito non si sposano benissimo, ecco che subentra un agente lievitante chimico) e forse anche per avere in fretta un pane pronto da poter essere consumato. Io però ho usato il lievito fresco (non avevo fretta). Perchè pullman? (e aggiungo che deve essere una pangnotta di pane di solito bianco) perchè prende nome da un vagone ferroviario, le cui carrozze hanno la forma, appunto, di questo pane.


Oggi versione alla birra!!!

Cosa serve:

500 g. farina 280W
260 g. birra (* leggi di seguito nel procedimento) circa a temperatura ambiente
5 g. lievito di birra fresco
1 cucchiaino di zucchero
10 g. sale fino
1 cucchiaino di malto liquido o miele di acacia
30 g. burro fuso

poi serve: burro per spennellare

Io ho usato una birra di grano tedesca non filtrata, (così omaggio mio figlio che attualmente vive in Germania) leggermente opalescente che a me piace molto, la Hacker-Pschorr Weisse, ma ognuno può usare la birra che preferisce, meglio non orientarsi su birre scure dal triplo malto più alcoliche, perchè l'alcool interferisce con la lievitazione e perchè conferirebbero un sapore troppo marcato e amarognolo al pane. (però, ripeto, è questione di gusto)
Travasare la birra in una caraffa e lasciare che si schiumi.
Nella ciotola della planetaria (o ciotola qualunque se si fa a mano) mettere la farina, unire il lievito sbriciolato, il malto, lo zucchero e iniziare ad amalgamare gli ingredienti a velocità minima. (con una forchetta se si fa a mano e poi bisogna travasare sul piano di lavoro l'impasto quando non si riesce più a mescolare) unire, un po' per volta 3/4 della birra scritta nella ricetta . (Come per l'acqua può occorrerne anche un po' di meno o di più, dipende dall'assorbimento della farina che si sta usando, in questo caso si può aggiungere un pochino di acqua, se non si ha a disposizione altra birra), unire poi il burro fuso con sale (va bene fatto sciogliere a microonde, non deve essere caldo, solo fuso.)

Ora valutare quanta del 1/4 di birra avanzato aggiungere all'impasto per il discorso appena fatto. L'impasto deve essere non molle ma malleabile e non appiccicoso, ma nemmeno duro.

Mettere l'impasto in una ciotola capiente leggermente unta di olio, coprire con pellicola alimentare e mettere a lievitare in luogo tiepido fino a quando raddoppia di volume.
Ungere uno stampo da plum-cake con il burro (bene, sia il fondo che le pareti).
Prendere l'impasto, lavorarlo leggermente, stenderlo con un mattarello e formare un rettangolo largo come lo stampo, arrotolare l'impasto (come per un rotolo di pasta biscuit) e metterlo dentro allo stampo. Schiacciare con le nocche delle dita per pareggiare bene il rotolo di pasta.
Coprire con pellicola e fare lievitare ancora fino a quando l'impasto arriva al bordo dello stampo.

Accendere il forno ventilato con un pentolino di acqua messo sul fondo a 200°.

Togliere la pellicola che copre lo stampo, spennellare delicatamente la superficie con burro fuso (abbondante) ed infornare per 20 minuti.
Aprire il forno, togliere il pentolino d'acqua, richiudere, aspettare 5 minuti e abbassare il forno a 180°. lasciare ancora cuocere circa 15 minuti (ma dipende dal forno, dipende da quanto cotto piace il pane. Occorre valutarlo
Quando il pane pullman alla birra è cotto, sformarlo, metterlo su una gratella a raffreddare e servire poi con formaggi molli e stagionati, salumi, salmone e pesce spada affumicato, uova di pesce.




Melanzane al funghetto

Cosa serve per due persone:

n. 1 melanzana grande (o 2 se sono piccole)
olio evo
sale e pepe
n. 1 o 2 spicchi d'aglio
origano q.b.

Togliere le estremità alla melanzana, lavarla, non togliere la buccia, tagliarla a cubetti grandi e metterla in un colapasta. Salare, coprire con una ciotola o un piatto facendo pressione, lasciare che la melanzana elimini l'acqua amara per un'oretta.

Prendere i cubetti di melanzana, strizzarli con delicatezza, asciugarli con carta da cucina.

In una capiente padella scaldare olio extra vergine di oliva (abbondante - la melanzana un po' ne assorbe) con uno o due spicchi d'aglio.
Unire le melanzane, mantenere la fiamma decisa e girarle quasi in continuazione, smuovere la padella, farle saltare. Tutto questo perchè si rosolino bene senza bruciare. Se si cuocessero a fiamma bassa i cubetti di melanzana assorbirebbero molto olio, diventerebbero molli e si rovinerebbe il piatto. Spolverizzare con origano di qualità. Occorreranno dieci minuti scarsi.
Servire scolate bene dall'olio belle calde




Crème brulèe ai frutti di bosco

Io ho usato lamponi, mirtilli e fragoline di bosco che coltivo nel mio orto :-)


Cosa serve:

300 ml latte intero
100 ml. panna liquida fresca
frutti di bosco q.b.
100 g. zucchero semolato
4 tuorli
2 uova intere medie
1/2 baccello di vaniglia
la scorza grattugiata di mezzo limone bio
burro per gli stampini
zucchero di canna q.b. e lamponi q.b. per la guarnizione

Lavare velocemente i frutti di bosco sotto un getto leggero di acqua corrente e asciugarli con carta da cucina tamponando.
Accendere il forno a 180°. Imburrare gli stampini di coccio o ceramica e preparare il bagnomaria usando una teglia da forno nella quale andranno messi gli stampini. L'acqua deve essere già calda e deve arrivare a 3/4 degli stampini.

Scaldare il latte e la panna con la scorza del limone e i semini di mezza bacca di vaniglia. Appena inizia a bollire, mescolare e spegnere. Lasciare intiepidire.
In una ciotola capiente mescolare i tuorli e lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa. Versare a filo il latte + panna  sulle uova mescolando in continuazione.

Prendere i cocci o stampini che siano e disporre sul fondo qualche frutto di bosco a scelta (anche la quantità va a gusto, io ne ho messi una dozzina, i più grossi li ho tagliati a metà con un coltello seghettato), versare sopra la crema. 



Trasferire gli stampi nel bagnomaria, coprire con carta d'alluminio ed infornare per 45 minuti circa.
Lasciare raffreddare a temperatura ambiente poi coprire con pellicola e trasferire nel frigo qualche ora. Se preparati il giorno prima ancora meglio.
Tirare fuori dal frigo gli stampini 10/15 minuti prima di servire.
Accendere il grill alla massima temperatura e mettere la grata più vicina possibile alle serpentine del grill.

Al momento di servire la crème brulèe cospargere la superficie (dopo aver tolto ovviamente la pellicola) con lamponi ed una cucchiaiata a stampino di zucchero di canna. 
Mettere le ciotoline sulla griglia appena sotto il grill, tenere il forno socchiuso (così non cuocerà e non si scalerà anche la crema che invece internamente deve rimanere fredda) e lasciare qualche minuto, circa 7/8: il tempo necessario perchè la superficie diventi bella croccante e servire. (occhio che le ciotoline saranno roventi....)



Insalata contadina



Il mio orto

Cosa serve:

200 g. fagioli borlotti freschi lessati

4 patate novelle di piccola/media grandezza lessate 
200 g. pomodorini pachino o datterini
sale e pepe
basilico, mentuccia e cerfoglio freschi q.b.
olio evo q.b.
aceto di vino
aglio tritato
1/2 cipollina bianca fresca


Fare lessare i fagioli (dopo averli sgranati naturalmente) in acqua leggermente salata finchè diventano morbidi (ma non si devo disfare). Dunque scolarli bene e tenerli da parte (consiglio di conservare il brodo dei fagioli, sarà ottimo per cuocere un risotto! provare per credere)
Far lessare le patate, dopo averle lavate, in acqua salata, farle raffreddare e poi tagliarle a rondelle un po' spesse. Volendo si può anche lasciarla la buccia, le patate novelle ce l'hanno finissima ed è sufficiente lavarle molto bene prima di cuocerle.
Lavare, asciugare e tagliare a tocchi i pomodori.
Mettere il tutto in un'insalatiera, aggiungere la punta di uno spicchio d'aglio, la mezza cipollina, o cipollotto, tagliato a fettine piccolissime e sottili, regolare il sale, se piace pepare e cospargere con basilico, mentuccia e cerfoglio freschi sminuzzati con le mani. 

In una ciotolina emulsionare olio evo e poco aceto di vino (io ho messo 

quello rosso ma si può usare a piacere anche quello bianco), condire l'insalata.
Lasciare riposare un'oretta perchè si insaporisca e servire. 



Confettura di fragole e fragoline di bosco al limone


Ecco le mie fragole rifiorenti e le mie fragoline di bosco coltivate (vabbè... avrei anche potuto fare la foto prima di raccoglierle e non dopo...)



se volete seguite altri consigli leggendo qui

Cosa serve:

1,200 kg. fragole e fragoline di bosco in proporzione variabile secondo disponibilità del vostro orto (o dell'orto di qualcun'altro :-)
600 g. zucchero semolato
1 mela
4 cucchiai di succo di limone naturale
vino bianco q.b.


Togliere il picciuolo alle fragole, lavarle velocemente sotto un getto delicato di acqua fredda e metterle in uno scolapasta.
Quando sono tutte lavate, a manciate, immergerle in una ciotolina colma di vino bianco, scolarle subito (praticamente occorre dare un ultimo risciacquo nel vino bianco che conferirà sapore ed aroma), tagliarle a tocchetti piccoli (quelle di bosco lasciarle intere naturalmente) e metterle in una pentola di acciaio. Tagliare a cubetti piccolissimi anche la mela precedentemente sbucciata.


Unire lo zucchero e lasciarle macerare per 6-8 ore con il coperchio.
Spremere il succo del limone, filtrarlo ed aggiungerlo alle fragole + mela.
Mettere la pentola sul fuoco (senza coperchio) e cuocere la confettura mescolando molto spesso, fino a che si inspessisce. Schiumare ogni tanto.
(un'oretta e mezza circa - fare la prova piattino, ossia versare in un piattino un cucchiaino di confettura. Se, inclinandolo,  scorre acquosa occorre ancora cuocerla, se la consistenza è più densa va bene) La confettura di fragole non diventa molto spessa, si raddenserà nei vasetti.

Usare vasetti lavati il giorno precedentemente, ben asciutti (io li passo anche nel forno a 50° per una decina di minuti), usare capsule nuove, sempre!

Invasare la confettura fino a 1 cm. dal bordo. Chiudere subito con la capsula e capovolgere il vasetto per circa un'ora (anche due).
Poi girare il vasetto, scuoterlo senza usare troppa forza, coprire tutti i vasetti con una coperta e lasciare che si raffreddino completamente.
Etichettare e riporre in cantina.
Aspettare uno/ due mesi prima del consumo.




Fusilli tiepidi con zucchine novelle e tonno

Oggi ho fatto tardissimo, una di quelle giornate dove non sai cosa devi fare prima, allora bisogna tirare un lungo respiro, trattenere un attimo l'aria nei polmoni, espirare, mettere in ordine il caos mentale e ricominciare facendone una per volta (di cosa) portandola possibilmente a termine.
Ecco: ore 13,30 una fame boia, niente di pronto. La spesa è da fare.. 
Corro nell'orto, prendo due zucchine novelle, piccole, di quelle che puoi mangiare anche crude tenerissime col fiore. Raccolgo anche altri 3 fiori, mentre allungo il passo l'occhio cade sull'angolino dei gusti e raccolgo un ciuffetto di aneto (che con il tonno ci sta proprio bene) e uno di finocchietto (si sposa benissimo con le zucchine) e corro in casa. Qualcosa ne verrà fuori.... penso. Ho pensato bene :-)


Cosa serve PER DUE PERSONE:
g. 160 fusilli corti (o altra pasta corta a piacere)
n. 2 zucchine genovesi piccoline e tenere col fiore
altri 3-4 fiori di zucchina
1 spicchio d'aglio grande 
sale e, volendo, pepe
un ciuffetto di finocchietto 
un ciuffetto di aneto + un'altro per guarnire il piatto
g. 100 di tonno in olio evo sgocciolato
bottarga di tonno q.b.
olio evo q.b.
Mettere la pasta a cuocere come di consueto.
Intanto in una padella capiente far insaporire l'aglio schiacciato e sbucciato in un filo di olio evo. NON deve prendere colore altrimenti diventa amaro.
Unire le zucchine tagliate a cubetti, dopo averle lavate, e i fiori dopo averli lavati e tagliati a grandi listarelle.

Non deve cuocere molto, anzi... le zucchine devono rimanere belle croccanti, farle quindi saltare in padella (o girare spesso con un cucchiaio), quindi cottura breve. Negli ultimi due minuti unire il tonno sbriciolato grossolanamente, il finocchietto e l'aneto tritati (va benissimo a coltello) e, volendo, aggiungere pepe ed una bella spolverata di bottarga di tonno. Eliminare l'aglio.


Scolare i fusilli al dente e passarli in padella ad insaporire,
Condire poi con un filo di olio evo a crudo e servire (o aspettare che si intiepidiscano. Magari buoni anche freddi chi lo sa! Bisognerebbe provare, Siamo in estate!)




Consigli per conservare frutta e verdura: marmellate, chutney, confetture, ortaggi, liquori...ecc.ecc.




MARMELLATE, CHUTNEY E SUCCHI

·     La marmellata di frutta è una tecnica di conservazione antica. La frutta viene lavata, tagliata a pezzi e cotta a lungo nello zucchero (o miele o fruttosio) fino a che diventa densa. Viene quindi messa bollente in barattoli puliti ed asciutti. Si usano i coperchi metallici a vite (twist-off) in modo tale da poter assicurare la chiusura ermetica. Ad ogni sterilizzazione vanno cambiati. Ma per  la marmellata-confettura non occorre la sterilizzazione, è più che sufficiente il calore sprigionato dalla preparazione bollente a crearla. Una volta riempiti i vasetti, fino ad 1 cm. Dal bordo, (che deve essere accuratamente asciugato e pulito con carta da cucina) vanno capovolti a testa in giù e lasciati così per almeno due ore, di seguito si ri-capovolgono nel verso giusto, si aspetta che siano perfettamente raffreddati, (io li copro con una coperta per rallentare ulteriormente il raffreddamento, era tecnica di mia nonna ed io sono affezionata ai vecchi metodi) si controlla che la capsula-coperchio si sia abbassato, si etichetta (io consiglio di etichettare il coperchio, tanto poi verrà buttato e non riutilizzato, mentre i vasetti sì e la colla delle etichette è tremenda da togliere! Ed infine si ripone in cantina dove dovrebbe riposare un mese almeno prima del consumo.

Si gusta con i biscotti, nella preparazione di crostate e torte, con le cialde e gallette, come salsa di accompagnamento ai gelati e semifreddi. In paesi come Germania, Svezia, America si prepara con un minore contenuto di zuccheri (infatti è più una composta di frutta) e si serve spesso con carni e pesci.

Confettura o marmellata?

Pare che il termine marmellata derivi dal nome portoghese della pianta delle mele cotogne Nella legislazione attuale (D.Lgs 50/04) con il termine marmellata si possono designare solo i prodotti a base di agrumi (limone, arancia, mandarino, pompelmo, bergamotto, clementine, cedro). Tutti gli altri frutti danno origine a prodotti che si dovrebbero indicare più correttamente come confettura.
Tra le conserve di frutta c’è anche la gelatina che è prodotta esclusivamente con il succo della frutta e non con la polpa e la buccia, è trasparente e cristallina.

Poi ci sono i succhi, le mostarde, i canditi e molte altre golosità
· I chutney sono condimenti speziati di origine indiana, una sorta di salsa a base di frutta, aceto, zucchero e, appunto, spezie. Un chutney può essere consistente o morbido, dolce (ottimo sul pane) o piccante (adatto da servire coi formaggi, carne lesse e insaccati)

Quantità di zucchero:

Le conserve di frutta in generale prevedono l’impiego di una certa quantità di zucchero, (di solito 750 g. per kg. Di frutta) si può ridurla la volte (dipende dalla frutta utilizzata – io generalmente ne metto metà/metà) ma senza esagerare e naturalmente senza eliminarlo pena la cattiva conservazione del preparato. Si può però utilizzare miele o fruttosio.

La pectina: (farla in casa)

Per la preparazione delle marmellate e confetture è meglio evitare frutta troppo matura perché povera di pectina (deve essere matura al punto giusto anche per un’altra serie di motivi), la sostanza che, in associazione con lo zucchero gelifica le conserve dolci.
Per lo stesso motivo è meglio no sbucciare la frutta (a meno che la ricetta non lo richieda espressamente) perché contiene pectina, soprattutto sotto la buccia di: mele, pere ed agrumi.
In commercio esistono confezioni di pectina da aggiungere alla frutta per ridurre i tempi di cottura

PER FARE LA PECTINA IN CASA:

· Fare bollire il succo di un limone con le bucce ed il torsolo di 4 mele (5 se non sono molto grandi), ben lavate per 15 minuti. Filtrare il composto, invasarlo ben caldo, quindi capovolgere i barattoli e lasciare raffreddare prima di metterli in dispensa. Si può utilizzare questa pectina in aggiunta di conserve di frutta che ne contengono poca, ossia: albicocche, amarene, fichi, fragole, lamponi, pesche ed uva. Un valido aiuto per ridurre i tempi di cottura.

CONSIGLI UTILI

Le marmellate e confetture sono il risultato di un perfetto quanto delicato equilibrio fra zuccheri, acidi e pectina. Uno squilibrio provoca una marmellata troppo liquida o cristallizzata o ammuffita.

· Se la marmellata non gelifica significa che manca pectina alla frutta. Aggiungere una mela tagliata o utilizzare pectina.
· Se la marmellata cristallizza significa che è poco acida. Occorre rimetterla sul fuoco dopo aver aggiunto ¼ di succo di limone (o poche gocce se la frutta utilizzata è poca)
· Se la marmellata fermenta significa che non è ben cotta. Non bisogna metterla nei barattoli perché ammuffirebbe. Bisogna porla nuovamente sul fuoco e mescolare fino a completare la cottura, per verificare la cottura usare il metodo infallibile del piattino: mettere un piattino per 5 minuti nel freezer, poi versare un goccio di marmellata sul piattino freddo, se la goccia non cola e ha un bel colore brillante, la marmellata (o confettura) è pronta da invasare.
· Per ottenere una marmellata compatta, lasciare la frutta a riposare in una pentola svasata, larga e capiente sommersa dallo zucchero che aspira l’acqua della frutta e fa scoppiare le membrane cellulari della frutta, preparandola a rilasciare pectina. Ottima cosa è anche aggiungere qualche goccia di limone (come detto prima)


Come avvitare i tappi?
Se i vasetti non vengono ben chiusi, i liquidi all'interno, mentre si sterilizza, potrebbero fuoriuscire, rendendo inattiva la sterilizzazione. Non bisogna però avvitarli troppo, ossia con troppa forza perchè si guasterebbero e perchè l'aria non uscirebbe alterando il sapore delle conserve. inoltre i vasetti potrebbero rompersi, quindi se fate chiudere i vasetti al marito chiedetegli per piacere di farlo in modo saldo ma senza metterci tutta la forza da Incredibile Hulk :-)

Come sterilizzare i contenitori?
Prima di tutto i vasetti, come detto, vanno precedentemente ben lavati e ben asciugati, meglio se si ha il tempo, farlo in giorno prima e metterli ad asciugare bene al sole se è estate altrimenti con un canovaccio, poi li sterilizzo (insieme alla capsule anch'esse lavate ed asciugate) in forno per 25/30 minuti a 100°  
Se si usano le guarnizioni devono essere integre e nuove (e non vanno messe in forno altrimenti seccano e si spaccano), se si usano i tappi, devono essere nuovi
Quindi una volta riempiti ad un cm. circa dal bordo e chiusi bene come detto sopra, vanno messi in una capiente pentola (molto capiente, deve coprire di almeno 4 dita i vasetti, meglio se 5 o 6 dita) e non devono toccarsi, altrimenti si rischia che si rompano durante la bollitura, si può mettere uno o due o quanti ne servono, canovacci da cucina tra i vasetti in modo da creare un cuscinetto.

Seguire i tempi di sterilizzazione considerandoli da quando l'acqua bolle. BOLLE, bolle grandi non da quando sobbolle. Fare attenzione se l'acqua si consuma, in questo caso farne bollire un po' in un pentolino e aggiungerla.
Terminato il tempo di sterilizzazione, lasciare i vasetti raffreddare nell'acqua, poi estrarli, asciugarli bene, controllare che il tappo abbia svolto la sua funzione, ossia si sia abbassato, etichettare e mettere in cantina.
NON pensare di accelerare i tempi di raffreddamento estraendo i vasetti dalla pentolona calda e passandoli sotto il getto di acqua fredda, perchè i tempi indicati nella ricetta della sterilizzazione tiene conto anche del periodo di raffreddamento in acqua calda.

Per quanto tempo sterilizzare?
Se nella ricetta non sono indicati i tempi (ma generalmente lo sono) si può calcolare (da quando bolle):
20-30 minuti per 250 g. di prodotto (vasetti da 250 g. intendo)
30-40 minuti per 500 g. di prodotto
40-50 minuti per 1 kg. di prodotto


S.O.S: IL BOTULINO!!!

Il Clostridum botulinum in realtà è un batterio che è presente nel nostro corpo e anche nel cibo che mangiamo. Ma come???? Com'è possibile? Eh sì è così, il problema è quando ce n'è troppo! quando la sua presenza eccessiva causa intossicazioni gravi, a volte letali. però attenzione: non facciamoci prendere dal panico rinunciando a preparare bontà in casa che diversamente non troveremmo mai in commercio: occorre documentarsi bene e non improvvisare, occorre seguire bene le regole igieniche e di sterilizzazione e tenere ben presente che si dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) riuscire a distinguere le preparazioni "sospette", perchè il botulino si manifesta rendendo torbido il liquido di conservazione, la frutta e verdura è molle, spappolata, le capsule dei vasetti si gonfiano, i cibi diventano forti, rancidi.

Va detto che si sviluppa in ambiente senza aria e a temperatura che va dai 3° ai 30° (dunque un raggio molto ampio di azione)  MA: la condizione sfavorevole al botulino è l'acidità inferiore al Ph 4.5 indi per cui non si sviluppa nei sott'aceti, ne in presenza di limone, sale e zucchero o con preparazioni coi pomodori (che sono acidi).

Nelle marmellate e preparazioni di frutta occorre ci sia la giusta quantità di zucchero si può diminuire ma senza andare sotto una certa percentuale, in base al tipo di frutta utilizzata, anche l'aggiunta di un po' di succo di limone aiuta a creare acidità
Io, personalmente, sterilizzo anche le preparazioni sott'olio. Per sicurezza.


PREPARAZIONE E SCOTTATURA DELLE VERDURE

Le verdure, come d'altronde anche la frutta, devono essere sane, possibilmente comprate dal coltivatore diretto (quindi del territorio) così non avrà subito choc termici dello stare in frigo, dell'essere raccolto acerbo ecc. e magari il contadino lo conoscete e siete (abbastanza) sicuri che non usi pesticidi balordi.

L'ortaggio poi deve avere un bel colore e la polpa soda (una melanzana raggrinzita di certo non ha un aspetto fresco).
Lavare poi la verdura sotto l'acqua corrente fredda ed asciugarla.
Se si vogliono mettere nei vasetti ortaggi interi (carciofini, cipolline, peperoncini piccanti ecc.) conviene fare una cernita nelle ceste del contadino e sceglierne quanto più possibile grandi uguali, non solo per l'estetica, ma anche e soprattutto per i tempi di cottura, altrimenti si rischia che una cipollina risulti croccante e una molle.

Per la scottatura occorre seguire le ricette, buona regola comunque è: mettere le verdure nel liquido bollente (per i minuti indicati nella ricetta) di solito da 3 a 10 min. prelevarle con una schiumarola e metterle a sgocciolare su un piano inclinato (ottimo un bel tagliere). Sembrerà crudissima ai non esperti ma non è così.. abbiate fiducia. Cosa importante: NON mettere a sbollentare molta verdura tutta insieme perchè il liquido bollente perderebbe la temperatura, ci impiegherebbe un tot di tempo a riprendere il bollore (ed è da questo punto che si calcola il tempo di cottura) vanificando la cottura stessa che non sarà più uniforme e perfetta.


METODI DI CONSERVAZIONE

Il sale:
Un metodo infallibile ed antichissimo è il sale che disidrata la verdura o il pesce, assorbendone l'umidità ed il liquidi. Deve essere usato quello grosso marino. Non quello iodato, nè quello con aromi o spezie.
Si dispone il pesce o le verdure (tagliate a fette) a strati e tra uno strato e l'altro occorre fare uno spessore di sale, avendo cura di iniziare e finire con uno stato di sale e non con il prodotto da conservare.

Occorre schiacciare un pochino perchè il prodotto su consuma riducendone il volume.
Il vaso: si utilizza quello a chiusura ermetica con la guarnizione in gomma.
Una volta aperta la preparazione si deve conservare in frigorifero.

L'agrodolce:
Quello che fa da padrone per la conservazione agrodolce è l'aceto. Quindi deve essere scelto di buona/ottima qualità. Occorre poi dire che anche lo zucchero ha la sua importanza ma si può anche usare il miele ad esempio.

L'olio:
Nelle conserve bisogna usare un olio che sia possibilmente extra-vergine di oliva o di oliva, ma la cosa importante è che sia di ottima qualità. Bisogna poi fare attenzione a quale tipo abbinare rispetto alla preparazione da conservare: un olio forte, dal sapore marcato andrà bene per i palati abituati ai gusti decisi o alle conserve di olive, o al contrario di verdure poco saporite (zucchine ad esempio) ma in linea generale meglio usare un olio dolce, ad esempio quello Siciliano o del Garda o della Liguria. Io personalmente non uso mai quello di semi, ma si può usare, se piace.

Come ho già detto, solitamente per queste preparazioni sott'olio non serve sterilizzare. Io sterilizzo ugualmente. E' una mia precauzione.
Le verdure vanno messe nei vasetti asciuttissime! Vanno poi leggermente pigiare per fare uscire le bolle d'aria che si formano nei vasetti. Poi occorre aspettare almeno 24 ore, controllare se il livello dell'olio si fosse abbassato (di solito sì si abbassa un pochino) e occorre rabboccarlo. Poi si può chiudere con le capsule/tappi.

L'aceto:
Le conserve sott'aceto sono le più facili e sicure da preparare perchè l'acidità crea una barriera ai microorganismi, quindi non c'è bisogno di sterilizzare, però occorre comunque fare attenzione ad invasare verdure (o funghi o salse o frutta... sì anche frutta!) ben ben asciutte. Occorre usare aceto bianco (quello rosso è troppo forte e colorerebbe il prodotto da conservare) di buona qualità. Si usa in proporzione con acqua per far sbollentare le verdure e poi per conservarle.

L'alcool etilico:
Si usa per conservare la frutta, uccide i batteri ma non le spore


Lo zucchero:
Lo zucchero, come conservante, si usa soprattutto per preparare marmellate ed affini; praticamente si comporta come il sale: assorbe l'acqua del prodotto da conservare, disidrata l'alimento e crea un ambiente sfavorevole ad  alcuni batteri. Non a tutti.. infatti si unisce, a volte, acidità (ad esempio limone) o si sterilizza.

Crostata alle fragole e crema allo zabaglione leggero

Dilemma: si dice zabaione, zabajone o zabaglione? Ho fatto una ricerca: pare si dica in tutti e tre i modi, pare sia più corretto (derivato dal latino -  e qui aspetto le bacchettate sulle dita da mio figlio se dico cretinate...) dire zabaione. Bene: detto ciò a me piace la terza opzione e me ne infischio altamente del latino (che mi è sempre risultato ostico) :-) 


Cosa serve per la pasta frolla alla vaniglia:

250 g. di farina 00
120 g. burro
120 g. zucchero
1 tuorlo + 1 uovo intero
un pizzico di sale
1 bustina (8 g.) di vaniglia bourbon zuccherata (si trova nei negozi di prodotti bio)

Cosa serve per la crema:

500 ml. latte intero
4 tuorli d'uovo
80 g. zucchero
30 g. farina 00
10 g. marsala secco

Poi servono circa 300 g. di fragole (io ho usato quelle del mio orto)

Preparare la pasta frolla alla vaniglia seguendo il procedimento che ho spiegato qui oppure inserendo nel robot da cucina la farina e il burro freddo a pezzi. Azionare le lame per pochi secondi in modo da ottenere uno sfarinato. 

Unire il pizzico di sale, le uova leggermente sbattute, la vaniglia e lo zucchero. Ri-azionare il robot per un paio di minuti affinchè il composto si amalgami, poi assemblarlo ancora per un attimo con la punta delle dita (avendo tolto la lama 
ovviamente....) formare una palla e avvolgerla con pellicola alimentare. 

Mettere in frigo a riposare almeno mezz'ora.
Intanto fare la crema:
In un casseruolino sbattere i tuorli con lo zucchero finchè diventano spumosi. A parte, scaldare il latte al microonde. Unire al composto delle uova la farina, mescolare vigorosamente e poi unire il marsala.
Aggiungere, a filo, il latte caldo, mescolando continuamente. Mettere sul fuoco (basso) il composto e, sempre mescolando, fare addensare la crema. 
Appena si vede che si sta addensando, diminuire al minimo la fiamma e far cuocere un paio di minuti mescolando vigorosamente.
Spegnere e porre il casseruolino dentro una boule riempita per metà con cubetti di ghiaccio. Questo fa sì che la crema si raffreddi e si solidifichi più in fretta. Mescolare spesso in modo che non si formi la pellicina



Accendere il forno a 180°(statico)
Riprendere dal frigo la pasta frolla, toglierla dalla pellicola, maneggiarla un po' tra le mani per renderla setosa e stenderla col mattarello infarinato leggermente.
Imburrare ed infarinare appena-appena uno stampo per crostata.
Stendere la pasta frolla alla vaniglia e bucherellarla con una forchettina. 
Stendere sopra della carta da forno e cospargere di ceci (o fagioli secchi) cuocere in forno già caldo per 15 minuti. Si chiama (per chi non lo sapesse) cottura in "bianco".



Togliere la teglia dal forno, eliminare la carta da forno e i ceci (conservarli per la prossima cottura in bianco) e rimettere la tortiera in forno per altri 6/7 minuti.



Togliere dal forno, aspettare che il "guscio" di frolla sia freddo (l'ideale è mettere lo stampo in frigo finchè il guscio diventi bello  freddo e compatto e poi tirarlo fuori dal frigo, passare molto velocemente lo stampo sul gas per ammorbidire il fondo e proseguire....)  e poi, delicatamente, sformarlo su un piatto da portata, su un tagliere adeguato, su un'alzatina o dove si vuole.
Lavare le fregole e asciugarle bene. Tagliarle in due o tre fette (dipende da quanto sono grandi le fragole).
Quando tutto è freddo, riempire il guscio con la crema, decorare con le fragole a fette, mettere in frigo almeno un paio di ore e servire.








Pasta frolla alla vaniglia

Cosa serve per la pasta frolla alla vaniglia:

250 g. di farina 00
120 g. burro
120 g. zucchero
1 tuorlo + 1 uovo intero
un pizzico di sale
1 bustina (8 g.) di vaniglia bourbon zuccherata (si trova nei negozi di prodotti bio)




Preparare la pasta frolla alla vaniglia seguendo uno di questi tre sistemi

  • inserendo nel robot da cucina la farina e il burro freddo a pezzi. Azionare le lame per pochi secondi in modo da ottenere uno sfarinato. Unire il pizzico di sale, le uova leggermente sbattute, la vaniglia e lo zucchero. Riazionare il robot per un paio di minuti affinchè il composto si amalgami, poi assemblarlo ancora per un attimo con la punta delle dita (avendo tolto la lama ovviamente....) formare una palla e avvolgerla con pellicola alimentare. 

Oppure:


  • inserendo nella ciotola della planetaria farina, il pizzico di sale e il burro freddo di frigo a pezzi usando l'accessorio a foglia. Azionare pochi istanti, unire le uova precedentemente sbattute, zucchero e vaniglia. Azionare pochi istanti finchè il composto sia amalgamato formato. Mettere in frigo come sopra.


Oppure:



  • a mano: dentro ad una ciotola mettere farina, pizzico di sale e burro a temperatura ambiente a pezzi. Con la punta delle dita (NON col palmo della mano perchè si surriscalderebbe troppo la pasta e si "straccerebbe" rovinandola) e molto velocemente amalgamare gli ingredienti. Si otterrò un composto non omogeneo. va bene così. Trasferire su una spianatoia o foglio di silicone, fare un buco in centro e mettere zucchero, vaniglia e le uova precedentemente leggermente sbattute. Sempre usando la punta delle dita, con un movimento rotatorio veloce assemblare il tutto. Avvolgere a palla in pellicola. (volendo ci si può aiutare con un tarocco freddo) Non va impastata! Mettere in frigo a riposare almeno mezz'ora.

Polpo con patate

Oggi un classico che non stanca mai, non passa mai di moda, è semplice da cucinare. Sarà anche banale ma io penso che ci saranno anche persone non espertissime in rete che cercano ricette come questa 

Cosa serve per un antipasto per 4 persone o un secondo piatto per 2 persone:
1 polpo da 800 g. possibilmente di scoglio
5-6 patate
2 spicchi di aglio
sale e pepe
1 carota
1 cipolla
1 costa di sedano
1 foglia di alloro
il succo di 1 limone
olio evo q.b.
prezzemolo tritato fresco



Mettere sul fuoco una pentola con abbondante acqua leggermente salata e con la carota, cipolla e sedano, unire anche l'alloro.
Pulire il polpo eliminando il becco e lavando bene le ventose dall'eventuale inchiostro nel caso si sia comprato da pulire.

Al bollore aggiungere il polpo, mettere il coperchio e far sobbollire per circa 40 minuti. Controllare con una forchetta. La carne del polpo deve essere soda ma cotta! 

Colarlo dentro ad uno scolapasta, aspettare 5 minuti (giusto per non scottarsi) e pelarlo sotto un filo di acqua corrente. C'è chi lo lascia da pelare a me non piace (la pelle la lascio solo ai moscardini o ai polpi piccoli diciamo dai 3 etti in giù)
Farlo raffreddare. Quando è freddo tagliarlo a tocchi non troppo piccoli altrimenti in bocca poi si "perde", mettere i pezzi in una terrina e condirli con gli spicchi d'aglio: 1 tagliato solo a metà, l'altro a pezzettini piccoli (se si preferisce lasciarli entrambi interi), unire una manciata di prezzemolo tritato, un pizzico di pepe nero, il succo del limone, olio evo q.b. e regolare il sale.

Coprire con pellicola alimentare e mettere ad insaporire in frigo tutta la notte.

Il mattino seguente lessare in acqua leggermente salata le patate con la buccia. NON fare mai e poi mai cuocere le patate con il polpo. Diventano viola e diventano (di sapore) una schifezza. Inoltre il polpo deve insaporirsi parecchie ore, le patate devono cuocere ed essere servite il giorno stesso.
Farle raffreddare, pelarle e tagliarle a tocchi un po' più piccoli del polpo. Unirle al mollusco, mescolare e lasciare insaporire ancora qualche ora in frigo.
Al momento di servire eliminare l'aglio intero. Se si preferisce consumarlo fresco tirarlo fuori dal frigo una mezz'oretta prima, se si preferisce servirlo tiepido scaldarlo pochissimo in microonde.
Io di solito d'estate lo servo freddo e d'inverno tiepido.





Ricotta al limone cotta al forno

Questo velocissimo, leggero ed ottimo dessert non so proprio come catalogarlo... non è una torta, non è un lievitato, non è sicuramente un semifreddo & simili.. mah!  Direi che è più un flan .. ed è senza farina, ottimo anche per chi è intollerante al glutine; lo etichetterò come dolce al cucchiaio anche se in realtà non è nemmeno questo...




Cosa serve:

500 g. di ricotta vaccina

110 g. di zucchero semolato + un cucchiaio
3 uova
1 limone bio con la scorza spessa

Scolare bene la ricotta dal suo liquido e setacciarla.
Montare gli albumi con un pizzico di sale.
Frullare la ricotta con i tuorli, lo zucchero. Aggiungere la scorza
del limone e un cucchiaio di succo. Con un cucchiaio di legno, o una spatola, aggiungere gli albumi
montati a neve ferma, amalgamare bene.
Versare il composto in uno stampo 18x18 o una tortiera 18D ricoprendo il fondo
con carta forno. (se preferite una consistenza più spessa, utilizzare naturalmente uno stampo più piccolo)
Livellare il composto molto delicatamente e cospargere la superficie con 
un cucchiaio di zucchero.





Infornare in forno già caldo a 170° per 50 minuti.
Sfornare a fare raffreddare. Servire. Una delizia, fidatevi :-)