Sono anni che voglio farli, sono anni che cerco di decifrare la ricetta di una signora leccese, che conosco bene, anzianotta, che me l'aveva scritta forse 3-4 lustri fa, naturalmente lei li preparava in modo magistrale, peccato che per lei le dosi fossero: "1/4 - 2/5 - (sì ma partendo da quale unità di misura?) 'na nticchia - picca-picca ... " e come si fa? .... certe preparazioni bisogna vederle, viverle, toccare con mano e guardare dal vivo, non c'è niente da fare.. poi non ho mai visto a casa di quella signora (ma nemmeno a casa di mia nonna) una bilancia da cucina, eppure le preparazioni erano perfette.
Ho guardato un'altra ricetta simile, ovvero gli struffoli napoletani, sul libro della De Agostini: "Dolci delle Feste".. eccola:
... e poi? Poi ho apportato qualche variante in corso d'opera, buttando un occhio alla ricetta del libro e di cui sopra a mio piacimento ... ecco che sono nati i porceddhruzzi a modo mio. Modestamente vero... a noi sono piaciuti un sacco. La prossima volta, però vado di pignolata, e dunque di forno, così non invado il quartiere di odorino di friggitoria... :-)
Cosa serve:
500 g. farina 00
1 pizzico sale
30 g. zucchero semolato
1 bustina lievito vanigliato
la scorza a falde di mezza arancia
100 ml. olio evo delicato
la scorza grattugiata di 1 mandarino (non clementina)
un bicchierino liquore al mandarino
1/2 bicchiere vino bianco
1 tuorlo d'uovo medio
un cucchiaino abbondante di cannella in polvere
acqua q.b. (circa mezzo bicchiere)
Poi serve:
olio abbondante di arachide per friggere
confettini di zucchero
pinoli q.b.
miele millefiori o di arancio q.b. (circa 6-8 cucchiai a piacere)
Scaldare a fuoco dolcissimo, senza che inizi a friggere, l'olio con le falde della scorza di arancia; spegnere e lasciare raffreddare l'olio in modo che si aromatizzi bene, poi eliminare le scorze.
Se si possiede una planetaria, usando l'accessorio a foglia, oppure dentro una ciotola capiente, versare la farina setacciata con il lievito e la cannella poi unire, mescolando con una forchetta, l'olio.
Aggiungere il liquore, il pizzico di sale e lo zucchero, sempre mescolando, unire poi il tuorlo e il vino bianco, la scorza del mandarino. Utilizzare poi le mani rovesciando l'impasto su una spianatoia. Lasciare per ultimo ingrediente l'acqua perchè potrebbe non occorrerne tutta o, al contrario, potrebbe servirne di più, dipende dalla farina. Si deve ottenere un impasto morbido e liscio ma non appiccicoso.
Formare una palla e coprirla con una ciotola in modo che non prenda aria e che la pasta riposi per 15-20 minuti.
Coprire la pasta con un canovaccio in modo che non si asciughi e, prelevandone poca alla volta, formare lunghi salsicciotti. Con una raschia o un coltellino affilato, tagliare piccolissimi (grandi quanto un cece per intenderci) pezzettini e tenerli da parte su un vassoio, ben distanziati.
Non infarinarli. Se si dovessero attaccare l'un l'altro non importa, al momento di metterli a friggere si potranno ri-separare senza difficoltà semplicemente con le mani, quindi metterli pochi alla volta inserendoli nell'olio ben caldo, ma assolutamente non fumante, (si capisce il grado giusto immergendo un pezzo di impasto: quando si formano attorno tante piccole bollicine, l'olio è pronto).
Mescolarli, smuoverli quasi in continuazione con una schiumarola, quando risultano belli dorati (pochi minuti) scolarli su carta assorbente da cucina.
Consiglio di usare una pentola piccola di diametro 16D/18D ma alta. In questo modo si riuscirà a non dover usare litri e litri di olio e si potrà cambiarlo almeno una volta, ottenendo così un ottimo fritto, occorre un po' di pazienza e tempo ma ne vale la pena.
Quando si mettono a friggere altri porceddhruzzi, quelli precedentemente fritti ed asciugati su carta da cucina, trasferirli in un piatto capiente/ciotola. Cambiare carta. Proseguire fino ad esaurimento di dolcetti da friggere.
Lasciarli raffreddare.
Disporre i porceddhruzzi in un piatto da portata o più piattini a piacere. Scaldare appena-appena (proprio pochi minuti) miele millefiori o di arancio q.b. in un pentolino oliato ed oliare anche il cucchiaio di acciaio, che servirà a mescolare il miele, (questa operazione farà sì che il miele non si attacchi nè al pentolino, nè al cucchiaio) e versarlo sui dolcetti, mescolare per avvolgerli bene tutti, decorare infine con palline di zucchero colorate, pinoli, confettini.
Wow!!! Direi che la tua personale interpretazione è un vero piacere x gli occhi e immagino anche x il palato :-P Complimenti!
RispondiEliminaChe belli... Devono essere troppo buoni!!! Mi piacerebbe un sacco assaggiarli!!!
RispondiEliminaBuona domenica
Flora
Ma che belli sono, mettono tanta allegria! Grazie per aver partecipato al mio contest e in bocca al lupo!
RispondiEliminaGrazie Laura, crepi il lupo. Grazie ragazze! io li ho appena assaggiati, poi li ho regalati! Ma me li sarei pappati tutti..
RispondiEliminaMa che brava la mia Piemontese Sicula ed ora ad onorem ti nomino anche Pugliese! Ahahahah brava Simo mi sarebbe piaciuto assaporali con te davanti ad un bicchierino di Liquirino profumato magari!
RispondiEliminaWow che onore :-) merito anche Tuo cara mia! un bicchierino eh? ma anche due o tre!
EliminaMi inviti a nozze!!;-)
EliminaMa che bel aspetto invitante e festoso hanno questi dolcetti, ti sono venuto molto bene. Peccato che li hai solo assaggiati, sei forte ! Buon weekend !
RispondiEliminaeh tesoro si..ma il piacere di regalarli mi ha appagata tantissimo :.) buona serata
EliminaGrazie interessante mi viene voglia di provare ed ha anche poco zucchero. Buona domenica.
RispondiEliminasi cara, puoi anche non metterlo ma..sono fritti..dieta addio...
EliminaSONO DAVVERO PERFETTI, MOLTO SIMILI AGLI STRUFOLI!!!CHE PROFUMINO CHE INVADE L'ARIA!!!BRAVA!!!BACI SABRY
RispondiEliminano dai!! lo senti anche tu da li? :-)
EliminaCiao Simo mmmm li adoro..ho una voglia matta di dolci ma sono a dieta..uffa!
RispondiEliminaMa fritti sono buonissimi, un altra ricetta della magnifica puglia
RispondiEliminaMa come sono belli, mettono allegria solo a guardarli, immagino la felicità di mangiarli.....bravissima, hai aspettato tanto per farli ma alla fine ti sono venuti benissimo!!!
RispondiEliminaBaci
Che buoni, fanno subito festa!!
RispondiEliminaIn Calabria si chiamano turdilli e ahime' non ci sono bilance nella ricetta originale: solo bicchieri e farina q.b. Comunque bilancia o no sono golosissimi, da leccarsi le dita. Se no il miele che fine fa.
RispondiEliminaahhahah giusto!
EliminaIn effetti assomigliano tantissimo agli struffoli napoletani.
RispondiEliminaChe bello quella maestria delle dosi nata dall'esperienza e dal tramandarsi le tradizioni.
Fabio
Bellissimi!!!
RispondiEliminaeffettivamente d'inverno fare i fritti in casa non è il massimo, ma solo cosi vengono buoni, un abbraccio
RispondiEliminaBellissimi!!!! Non mi piace friggere, ma per dolcetti simili potrei fare un'eccezione.
RispondiEliminaUn bacio e buona domenica :)
bellissimi . ma sono piu morbidi degli struffoli o croccanti perche hai messo vino nell impasto
RispondiEliminacosa cambia l uovo nell impasto ? MORBIDEZZA O FRIABILITà . ? mi interessa tanto la tua ricetta perchè è una via di mezzo DELLO STRUFOLO NAPOLETANO E QUELLO SALENTINO . grazie.
RispondiEliminami piacciono gli struffoli morbidi no quelli duri che spaccano i denti. grazie se mi risponderai.
RispondiEliminami piacciono gli struffoli morbidi no quelli duri che spaccano i denti. grazie se mi risponderai.
RispondiEliminaCiao Sandro, benvenuto, allora... come ho scritto nella premessa, quando si tratta di ricette della tradizione, occorre sempre un po' di cautela perchè ognuno ha la propria ricetta che ritiene migliore delle altre (anche se poi magari non lo è), ci sono versioni di questi golosi dolcetti un po' in tutto il sud con varianti di ingredienti e nomi: in puglia, in campania, in sicilia.. cambia anche il metodo di cottura, tra l'altro, quindi si assomigliano ma sono diverse; io sono piemontese e quindi non si tratta di ricetta della mia famiglia, MA: ho parenti e amici sia salentini che siciliani e i porceddhruzzi li ho potuti gustare tante volte, preparati dalla sapienti mani di una signora ormai attempata e so distinguere quelli buoni da quelli spaccadenti come dici tu :-) io ho cercato di ricreare quelli. Il vino (la signora di cui sopra usava liquore strega o anice) serve a dare aroma ed è un aiuto per conferire friabilità, le ricette di un tempo prevedevano sugna - strutto - come si vuole chiamare, ad oggi sostituito con olio che è salubre ma conferisce meno friabilità e quindi si usa aggiungere lievito un tempo mancante nella ricetta; per la questione uovo penso funga da legante, se si opta per utilizzare lo strutto credo si possa omettere, quindi; ma è solo una supposizione la mia. Bisognerebbe chiedere ad un pasticciere professionista.
EliminaIn ogni caso noi siamo soddisfatti del risultato che ho ottenuto e anche i miei ospiti salentini hanno gradito. Spero di esserti stata utile, buona giornata!