Zaletti morbidi veronesi

Questi sono dolcetti di polenta dolce deliziosi, la consistenza è importante perché nel forno devono gonfiare e dorare sia in superficie che alla base, devono rimanere umidi internamente e soffici ma essere cotti. Ho letto molte ricette (a volte discordanti di parecchio) de ho scelto comunque di procedere un po' "a naso" e calibrare il rapporto farine/liquido secondo il mio buonsenso per ottenere il giusto equilibrio, sono molto contenta perchè il risultato è stato perfetto. 

Ho creato zalettini più che zaletti, d'altronde sono piemontese e da noi si usa la pasticceria mignon :-) quindi con queste dosi ho ottenuto 15 dolcetti facendo i mucchietti con l'aiuto di due cucchiai da dolce, se si desiderano zaletti di misura classica consiglio, come unità di misura, il cucchiaio da minestra.La grappa (o il marsala secco che ci sta benissimo) possono essere omessi se il liquore non è gradito o se ci sono bambini, diversamente consiglio di usarlo perché da un aroma squisito e delicato, tra l'altro in cottura evapora la parte alcolica, pur mantenendo il sapore, quindi rimane solamente un leggero sentore nell'uvetta.Ho voluto che fossero senza glutine e senza lattosio, ma se non ci sono intolleranze, si posso usare ingredienti non delattosati (e non occorre controllare che le farine e il lievito per dolci abbiano la dicitura "senza glutine").

C'è un'altra versione di questi dolcetti nel veneto e si chiamano zaeti (o zaleti), ma sono fatti in maniera completamente diversa, io sinceramente preferisco questi morbidi di polentina, ma sono buonissimi anche quelli si tratta di biscotti di mais friabili e  gustosi, provate anche quelli!


Cosa serve per una teglia di zaletti:

80 g farina per polenta (bramata o fioretto)
30 g farina di riso
1 uovo medio
280 g latte (senza lattosio)
70 g acqua + grappa dell'ammollo dell'uvetta (*leggi il procedimento)
70 g zucchero semolato
70 g uvetta sultanina
15 g pinoli
35 g burro (senza lattosio)
1/2 cucchiaino lievito per dolci
pizzico sale
la buccia grattugiata di mezzo limone naturale
zucchero a velo q.b. (senza glutine) opzionale 

Per prima cosa sciacquare bene l'uvetta sotto il getto dell'acqua fredda corrente per eliminare ogni traccia di cera sintetica che la riveste (serve a conservarla evitando la formazione di muffe), poi metterla in una ciotolina e ricoprirla con grappa o marsala e acqua appena tiepida in egual misura, lasciare ad ammorbidire per 20/30 minuti, poi strizzare l'uvetta e tenerla da parte, del liquido utilizzarne 70 g quel che avanza si può buttare.

Preparare tutti gli ingredienti pesati sul piano da lavoro, fare quindi la polentina: in una casseruolina inserire: latte, *acqua+liquore, burro, pizzico di sale, zucchero, scorza del limone e portare sul fuoco, quando sta per raggiungere l'ebollizione versare a pioggia la farina di polenta sempre mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi, abbassare la fiamma al minimo, aggiungere anche la farina di riso sempre mescolando con la frusta, quindi usare un cucchiaio di legno e, continuando a mescolare senza interruzione, cuocere la polentina per dieci minuti, infine, spegnere e unire il lievito per dolci, mescolare vigorosamente. Versare la polentina in una ciotola, coprire con pellicola a contatto e lasciare intiepidire (non raffreddare del tutto, non deve rassodare). Nel frattempo preriscaldare il forno statico a 180° e rivestire una teglia con carta da forno.


Quando la polentina è appena tiepida, eliminare la pellicola ed unire l'uovo, mescolare subito vigorosamente per farlo assorbire in maniera omogenea, aggiungere quindi l'uvetta e i pinoli, amalgamare. Con l'aiuto di due cucchiai formare dei mucchietti un po' distanziati sulla teglia ed infornare. Cuocere per 20/25 minuti, gli zaletti devono risultare gonfi, belli  dorati in superficie e alla base, saranno morbidi ma ben cotti all'interno. 

Quando sono freddi, spolverizzare con poco zucchero, velo, se è gradito.
Si conservano bene due o tre giorni, magari su un piatto da portata coperti da una campana di vetro.




Tagliatelle fatte a mano di lenticchie rosse, zucca e porcini

Oggi è la giornata mondiale della pasta, per l'occasione ho voluto preparare delle tagliatelle molto delicate fatte a mano in casa, vegetariane (per avere un piatto vegan è sufficiente omettere l'uovo e usare un po' più d'acqua)

Essendo un impasto creato con farina di legumi non è facilissimo da gestire, ma con un po' di esperienza e pazienza, si può fare.


Cosa serve per DUE persone (la pasta è abbondante si può congelare)

Per la pasta fresca con farina di lenticchie:
130 g farina di lenticchie rosse bio (per me qualità tedesca)
70 g semola rimacinata di grano duro (se si desidera una pasta gluten free, sostituirla con farina di riso o fecola di patate)
1 uovo medio
40 g acqua a t.a

Cosa serve per il condimento:
1/2 scalogno
olio evo q.b.
sale e mix creola (o pepe bianco) q.b.
2 foglie salvia
200 g funghi porcini freschi
1 spicchio aglio
prezzemolo tritato q.b.
200 g zucca delica già decorticata e tagliata a dadini
poco latte di soia al naturale (senza aromi)
un ciuffino piccolo germogli di porro

Per prima cosa fare la pasta:

La farina di lenticchie rosse è gluten free e come tutte le farine senza glutine, quindi, è difficile la lavorare, dato che si spacca, ed ha anche una consistenza appiccicosa, io non volevo ottenere un prodotto adatto per celiaci (in questo caso, come ho scritto, mescolarla con farina di riso) ma il mio intento era di ottenere una pasta dal sapore particolare, da abbinare al meglio alla carne di cinghiale e al formaggio molto saporito. La farina di lenticchie rosse conferisce delicatezza e dolcezza che ben si sposa con il ripieno dunque.
Dicevo che la pasta risulta appiccicosa inizialmente, quindi un piccolo trucchetto è quello di usare molto semplicemente un robot da cucina che tutti hanno in casa, quello con il cutter, in un attimo si otterrà la pasta.

Inserire nella ciotola del robot tutti gli ingredienti. Azionare le lame fino a quanto si otterrà un composto compatto (pochissimi minuti) la pasta è fatta. Molto semplice. Dare ancora una impastata veloce con le mani, formare una palla e coprirla a campana con una ciotola per una o due ore. 
Tirare la pasta con la macchinetta nonna papera (è consigliabile perchè, come detto, è una pasta difficile da stendere a mano) infarinandola abbondantemente più e più volte e andando per gradi, ovvero farla passare in ogni misura del rullo per renderla liscia, non assottigliarla troppo perchè poi andrà arrotolata. Quindi lasciare asciugare ancora qualche minuto e poi procedere ad arrotolare le sfoglie e tagliare le listarelle per ottenere tagliatelle più o meno largo, a piacere. (veder le foto del passo-passo).



Preparare il condimento: 
in una padella cuocere i funghi trifolandoli, pulire i funghi raschiandoli con una punta di un coltellino affilato per eliminare terra ed impurità; non passarli mai sotto l'acqua corrente altrimenti si inzuppano d'acqua rovinandosi. Pulirli invece ripetutamente con carta da cucina bagnata e strizzata, farli poi a fette non troppo sottili e farli saltare in padella con un filo d'olio, l'aglio (che poi andrà tolto e buttato=, il prezzemolo tritato. Salare e pepare solo alla fine. Tenere da parte.

Pulire la zucca eliminando buccia, semi e filamenti. Farla a dadini piccoli e metterla a stufare in una capiente padella con un filo d'olio, il pezzettino di scalogno tritato, la salvia. Mescolare spesso e fare cuocere fino a quando si disfa (15 minuti circa - ma dipende dalla zucca), eliminare dunque la salvia, salare e pepare. Alla fine unire latte di soia al naturale (che ha un retrogusto di nocciola e col sapore di zucca e coi funghi ci sta benissimo, ma si può usare altro altro a piacere), quanto basta per ottenere una salsina densa al punto giusto. Unire anche un mestolino di acqua di cottura delle tagliatelle. 
Intanto mettere su un altro fuoco abbondante acqua salata e cuocere le tagliatelle di lenticchie.
Andranno cotte pochi minuti. Quando sono al dente, scolarle e metterle nella padella col sugo di zucca a mantecare qualche istante.

Impiattare le tagliatelle di lenticchie rosse col condimento di zucca, aggiungere i funghi porcini trifolati e una piccolissima presa di germogli di porro (pochi, mi raccomando, sono molto saporiti, devono dare il loro "perchè" al piatto che è piuttosto dolce, ma non deve coprire il sapore).
Servire subito. 



Pane integrale con farina verna di tipo 2

Chi mi segue lo sa quanto sia appassionata di lievitati, grandi, piccoli, medi :-) di farine non raffinate, di lievito madre e di tutto ciò che gira intorno a questi prodotti. Oggi alla rubrica "al km 0" portiamo pane, focacce, grissini e tutto ciò che può riempire un paniere di tutto rispetto. io ho impastato un pane integrale buonissimo e salutare utilizzando una farina autoctona del mio territorio con acqua, sale, malto e naturalmente la mia Beth (pasta madre)

Se si desidera fare questo pane con il lievito di birra fresco consiglio d'usarne 2-3 g sbriciolato direttamente nella farina, aumentare la farina a 570 g e a 360 g accorciando i tempi di lievitazione in ciotola e nel cestino e lasciare intatto il tempo di maturazione in frigo (cioè tutta la notte)




Cosa serve:
300 g farina verna bio tipo 2
200 g farina frumento integrale bio
100 g lievito madre rinfrescato e al raddoppio
12 g sale fino marino integrale
1 cucchiaino malto d'orzo bio in polvere
340 g acqua

Setacciare le due farine, (rimettere nella ciotola ciò che rimane nel setaccio), irrorare con 300 g d'acqua, mescolare in modo sommario per pochi secondi, coprire con pellicola e lasciare riposare tre ore. Intanto rinfrescare la pasta madre. Trascorso il tempo dell'autolisi, nella ciotola aggiungere il malto, il lievito pronto a pezzi (o sbriciolato se si usa quello di birra), iniziare ad impastare con la planetaria o con un cucchiaio, quando l'impasto inizia a prendere corpo e ad essere omogeneo e incordato, unire la restante acqua pochissima alla volta, in ultimo il sale. Impastare fino a quando l'impasto risulta liscio e si stacca dalle pareti, se si impasta a mano ribaltare l'impasto sulla spianatoia e proseguire alcuni minuti a mano.

Dare due pieghe con le mani leggermente unte a distanza di 15 minuti l'una dall'altra, coprendo sempre l'impasto con pellicola, poi chiudere l'impasto pirlandolo e mettere la palla, con la chiusura verso il basso, in una capiente ciotola leggermente oliata; coprire con pellicola e canovaccio (io poi lo tengo fermo con un grande elastico in modo che non passi aria, l'impasto non deve assolutamente seccare) e lasciare la ciotola a t.a. per 1 ora e mezza se si è usato il lievito madre, altrimenti basta un'ora, poi trasferirla in frigo a fare maturare l'impasto per 12/14 ore.

La mattina successiva (o comunque dopo le ore di maturazione in frigo)

Togliere la ciotola dal frigo e lasciarla a temperatura ambiente per farla acclimatare una mezz'oretta. Riprendere l'impasto e delicatamente rovesciarlo sul piano da lavoro, allargarlo con i polpastrelli fino ad ottenere un rettangolo, dare un paio di pieghe di rinforzo (nella sezione pane del blog c'è un video che spiega come farle). Questo passaggio è importante, serve a dare corpo e volume al pane, portare quindi i lembi verso l'interno dell'impasto, formare una palla e metterlo nel cestino di lievitazione rivestito con canovaccio ben infarinato con farina di tipo 2 tenendo i lembi chiusi di sopra, spolverizzare anche la superficie, coprirlo con pellicola e canovaccio e lasciarlo lievitare circa 2 o 3 ore (dipende dal lievito utilizzato) a t.a. se è calda, oppure nel forno spento con la lucina acceso.

Preriscaldare il forno statico a 250° con la leccarda all'interno.
Capovolgere il pane sulla leccarda tirata fuori dal forno e rivestita con carta da forno, spolverizzare leggermente il pane e rimuovere l'eventuale eccesso di farina, praticare un taglio trasversale o a piacere con l'aiuto di una lametta o un coltellino affilato, praticare poi tagli più e meno profondi per creare disegni (facoltativo)


Spruzzare le pareti e il fondo del forno con acqua (usando uno spruzzino o le mani semplicemente), infornare. Dopo 10 minuti aprire il forno e vaporizzare di nuovo acqua per creare umidità  - attenzione non sul pane! (serve a non fare formare una crosta dura al pane, altrimenti non cresce e non cuoce più bene) poi abbassare a 220° e lasciare cuocere per 10 minuti, di seguito abbassare la temperatura a 190° e lasciare cuocere per altri 35 minuti, poi abbassare ancora il forno a 150° e lasciare 5 minuti con lo sportello aperto a fessura.
Infine spegnere il forno, aprire lo sportello a fessura ma lasciare ancora il pane all'interno per 5 minuti.
Tutto questo calare graduale della temperatura farà sì che il pane possa avere una bella crosta croccante esterna, che sia ben cotto internamente e che l'umidità del pane stesso possa evaporare rendendolo asciutto oltre che cotto.
Sfornare il pane e metterlo a raffreddare su una gratella (se possibile inclinando il pane dato che è una pezzatura grande, il vapore interno evaporerà meglio).



Carla: Pizza ricca con funghi e asiago
Sabrina: Focaccia al rosmarino
Simona: Pane integrale con farina verna di tipo 2



Risotto alla monzese

Avendo a disposizione stimmi di zafferano eccellenti e salsiccia luganega freschissima di un'agri-macelleria del mio territorio, ho preparato questo risotto ricco di sapore che mi ha dato molta soddisfazione. Indispensabile il burro che consiglio d'ottima qualità, se di malga, meglio. 

Soprattutto la qualità del riso fa la differenza (insomma... utilizzando ingredienti di qualità il risultato cambia in maniera sostanziale)


Cosa serve per DUE persone:

140/160 g riso carnaroli
500/600 ml brodo di carne
1/4 cipolla ramata
1/4 bicchiere vino rosso corposo (io amarone)
1,5 g stimmi zafferano di ottima qualità
150 g pasta di salsiccia luganega
burro q.b.
parmigiano grattugiato q.b.

Per prima cosa preparare un buon brodo di carne, alcune ore prima di cucinare il risotto prelevare un bicchiere di brodo già sgrassato e caldo e sciogliere all'interno lo zafferano.
Tenere da parte fino al momento di utilizzarlo.

Preparare il risotto: in un padellino fare stufare a fuoco bassissimo la cipolla tritata con un filo d'olio, non deve prendere colore, quando è trasparente unire la pasta di salsiccia ben sgranata, alzare la fiamma e farla rosolare qualche minuto, tenere da parte. In una padella o un tegame basso antiaderente ben caldo, versare il riso a secco (ovvero senza aggiunta di grassi), farlo tostare a fiamma moderata scuotendo il tegame per un minuto o due, aggiungere quindi la luganega e la cipolla con tutto il liquido formato, quindi unire il vino rosso, alzare la fiamma e fare evaporare l'alcool, quindi abbassare la fiamma riportandola moderata, unire il bicchiere di brodo (caldo) con lo zafferano sciolto e, sempre mescolando, aggiungere poco per volta il resto del brodo (quanto basta) per portare a cottura il riso, 15/18 minuti in totale (compresa la tostatura), in ultimo spegnere la fiamma e mantecare con abbondante burro e parmigiano grattugiato.



Sformatini di zucca con fonduta al taleggio

Al km 0 si respira aria d'autunno, evviva, a me piace tanto, è la mia stagione preferita sono ogni aspetto, mi dispiace soltanto per le giornate corte con poca luce naturale, ma per tutto il resto ne sono molto lieta. Naturalmente io ho usato una zucca piemontese e precisamente tipica della zona del Monferrato che è asciutta e ha un retrogusto delizioso di castagna,

La mia proposta di oggi sono sformatini davvero facili e veloci da fare, si possono preparare con anticipo, una bella comodità, per poi ripassarli qualche minuto al forno (anche microonde), dressarli con la fonduta calda e servirli. 


Cosa serve:
800 g (peso netto) zucca delica o mantovana
2 uova
100 g panna liquida fresca
150 g parmigiano grattugiato
sale, pepe, noce moscata q.b.

Cosa serve per la fonduta:
100 g latte
50 g panna liquida fresca
150 g taleggio
un cucchiaino amido di mais
pizzico sale

Poi serve: (opzionale)
semi di canapa decorticata (oppure granella di nocciola)

Lavare la zucca, tagliarla a fette, pulirla da semi e filamenti e cuocerla in forno già caldo a 190° fino a quando risulta tenera.
Spolparla, mettere i pezzi in un robot da cucina provvisto di cutter (oppure usare il frullatore ad immersione), unire gli altri ingredienti.

Imburrare e spolverizzare in modo leggero con pangrattato gli stampini usa e getta in alluminio, riempirli di 3/4 e adagiarli dentro una pirofila che possa andare in forno, aggiungere acqua bollente per la cottura a bagno maria ed infornare per una mezz'oretta sempre a 190°. Poi sfornare e lasciare intiepidire.

Intanto preparare la fonduta:

tagliare a cubettini il taleggio, metterlo in un pentolino e coprirlo con il latte e la panna, unire anche l'amido di mais e lasciare macerare 15 minuti a temperatura ambiente, poi mettere sul fuoco dolcissimo e, mescolando sempre, lasciare addensare (se si desidera una fonduta meno densa omettere l'aggiunta dell'amido di mais)

Servire gli sformatini tolti dallo stampino con la fonduta calda, decorare (facoltativo) con semi di canapa o granella di nocciola o mandorla


Carla: Pere con camembert, miele e noci
Sabrina: Minestra di castagne e riso (ricetta tradizionale e varianti senza latte)
Simona: Sformatini di zucca con fonduta al taleggio



Pane intrecciato di Altamura (tutorial passo-passo)

Questo pane è davvero buonissimo ed è divertente da fare. Naturalmente per realizzare questa forma non occorre obbligatoriamente questa farina, si può tranquillamente usare un'altra tipologia.

Se si desidera impastare con il lievito di birra si può assolutamente, in questo caso quindi usare 2-3 g di lievito di birra fresco sbriciolato direttamente nella farina, aumentare la farina di 75 g e l'acqua di 40 g Lasciare invariato tutto il resto.



Cosa serve:
500 g semola rimacinata di Altamura
120 g lievito madre rinfrescato e al raddoppio
12 g sale fino marino integrale
1 cucchiaino malto d'orzo bio in polvere
340 g acqua
semi di sesamo q.b.

Rinfrescare il lievito madre (se si adopera) ed utilizzare ciò che serve dopo 3 ore. Nel frattempo mettere la farina nella ciotola e irrorare con 300 g d'acqua minerale naturale a temperatura ambiente, mescolare in modo grossolano, coprire con pellicola e lasciare riposare per 3 ore.

Trascorso il tempo indicato unire metà il malto e il lievito spezzato (o il lievito di birra sbriciolato), iniziare ad impastare, dopo una decina di minuti unire il sale e la restante acqua pochissima per volta, continuare ad impastare per altri 5/10 minuti. Chiudere l'impasto, formare una palla e metterla in una ciotola oleata, coprire con pellicola e lasciarla a t.a. per 1 ora e mezza se si è usato il lievito madre, altrimenti basta un'ora, poi trasferirla in frigo a fare maturare l'impasto per 12/16 ore

La mattina successiva (o comunque dopo le ore di maturazione in frigo)

Togliere la ciotola dal frigo e lasciarla a temperatura ambiente una mezz'oretta per farla acclimatare poi delicatamente rovesciare l'impasto sul piano da lavoro, allargarlo con le mani fino ad ottenere un grande rettangolo, dare due pieghe a libro coprire con pellicola e lasciare riposare 10 minuti poi creare tre salsicciotti dello stesso peso. Appiattirli un po’ con le dita, creando una sorta di tre lingue, poi arrotolare mantenendo l’impasto verso l’interno. Questo passaggio consente di ottenere una buona lievitazione. Sigillare bene con le dita la chiusura che andrà di sotto a contatto del piano di lavoro, Fare aderire i semi di sesamo semplicemente facendo ruotare il salsicciotto sui semi disposti sulla spianatoia.

A questo punto creare l’intreccio triangolare (seguire il passo passo fotografico) e spostare delicatamente ma con fermezza il pane su una placca rivestita con un foglio di carta da forno, coprire con pellicola e fare lievitare per 3 ore circa (dimezzare se si è usato il l.d.b.)


Preriscaldare  il forno statico a 220° buttare sul fondo mezzo bicchiere d'acqua, inserire la leccarda col pane e cuocere per 15 minuti, abbassare a  200° e cuocere per altri 25 minuti, e infine altri a 150° per altri 5 minuti. 



Crostatine di mais con mirtilli al porto bianco e timo

Oggi con le mie amiche della rubrica "al km 0" prepariamo piatti utilizzando il vino, dal brindisi al dolce, io porto deliziose e profumate crostatine, perfette per ogni occasione.



Cosa serve per 6-8 crostatine

per la frolla:
150 g farina 00
120 g farina di mais fumetto (quella più fine, da pasticceria)
25 g farina mandorle (o mandorle pelate polverizzate)
150 g burro 
1 pizzico sale
100 g zucchero semolato
1 uovo
1 goccio porto bianco dell'Andalusia (o altro vino bianco dolce)
un paio di pizzichi mix spezie (cannella, cardamomo, chiodi di garofano) o semplice cannella

per la farcia:
350 g mirtilli freschi
2 cucchiai rasi zucchero di canna integrale demerara
2 cucchiai porto bianco dell'Andalusia (o altro vino bianco dolce)
alcuni rametti timo limone
la punta di un cucchiaino di farina di semi di carrube (serve per addensare la composta volendo farla cuocere pochi minuti per preservare le proprietà e il colore della frutta) oppure maizena

Preparare la frolla alcune ore prima (o anche il giorno precedente) montando il burro morbido con lo zucchero e il pizzico di sale, unire poi l'uovo e quando è amalgamato, il resto degli ingredienti, il tutto molto velocemente. Formare un panetto, avvolgerlo con pellicola e mettere in frigo.
Lavare i mirtilli e metterli in un pentolino antiaderente con zucchero, timo sbriciolato (buttare via il legnetto) e il porto bianco, accendere il fuoco e fare caramellare qualche minuto, quando smette di schiumare unire la farina di semi di carrube, cuocere un minuto e spegnere (se si usa maizena scioglierla precedentemente in un cucchiaio d'acqua poi unirla alla composta di mirtilli). Fare raffreddare e rassodare poi mettere in frigo almeno un paio d'ore.

Preriscaldare il forno a 165° statico. Prendere il panetto e manipolarlo sul pian da lavoro infarinato, infarinare anche il mattarello. Con un cerchio coppapasta ricavare la giusta forma per gli stampini da crostatina, calcolando anche un po' di bordo, rivestire dunque gli stampi con la frolla di mais (bisogna manipolarla il meno possibile, è molto delicata, piuttosto ogni tanto fermarsi, avvolgerla nella pellicola e rimetterla in frigo o freezer a rassodare), farcire con la composta di mirtilli. Decorare a piacere con le classiche grigliette o stelline, cuoricini, fiorellini.

Infornare e cuocere 30 minuti circa. La frolla deve risultare leggermente dorata.
Sfornare e fare raffreddare completamente prima di servire, se fa molto caldo conservare in frigorifero.


Carla: Polpette limone, aromi e vino rosso
Sabrina: Chiffon cake al Frascati con riduzione di uva pizzutella
Simona: Crostatine di mais con mirtilli al porto bianco e timo




Insalata di pollo con salsa allo yogurt

Ecco un'altra preparazione super veloce e facile che piace davvero tanto (ed è anche light...)  può essere servita come antipasto oppure come secondo piatto, indifferentemente 


Cosa serve:
1/2 petto di pollo arrostito
120 g prosciutto cotto arrosto in una fetta sola
1 piccola mela croccante
1/2 costa sedano bianco
5 noci
125 g yogurt bianco magro naturale (senza aggiunta di zuccheri)
1 cucchiaino succo limone
2 foglie grandi insalata rossa orchidea
olio evo q.b.
pepe q.b.
alcuni steli erba cipollina fresca
un pizzico aglio in polvere

In una ciotolina emulsionare lo yogurt con il succo del limone, olio, pepe, erba cipollina sminuzzata finemente con le forbici e l'aglio (se non piace, ometterlo)

In un'altra ciotola grande mescolare il pollo e il prosciutto tagliati a dadini, la costa del sedano a tocchetti, l'insalata tagliata finemente, le noci sgusciate e fatte a pezzi con le mani e la mela sbucciata e tagliata a tocchi grandi quanto la carne. Mescolare, se serve regolare di sale e versare sopra la salsa allo yogurt. Coprire con pellicola e lasciare insaporire un'oretta prima di servire.

Cookies al miele, gocce di cioccolato e albicocche secche

Ben ritrovati amici e amiche della rubrica "al km 0", dopo le meritate vacanze torniamo con le nostre ricette, spunti e suggerimenti sperando siano graditi. 

Oggi ci dedichiamo alla merenda del campione, pensando ai ragazzi e alla loro ricreazione o per uno spuntino energetico per tutta la famiglia, io ho preparato biscotti adatti a tutti.



Cosa serve per 10/12 biscotti:
100 g farina 00
1 pizzico sale
25 g miele millefiori
40 g zucchero panela o di canna integrale
2 g lievito per dolci
1 cucchiaino vaniglia in pasta
50 g burro morbido
50 g gocce cioccolato fondente
35 g albicocche secche (tagliate a cubettini)
1 uovo

In una ciotola inserire il burro tenuto a temperatura ambiente un paio d'ore (o passato qualche secondo al microonde a w bassi, deve essere morbido ma non sciolto), unire il miele e lo zucchero, montare con una frusta a mano fino a quando il composto risulta spumoso e soffice, unire quindi l'uovo, farlo assorbire completamente poi continuare a lavorare l'impasto con un cucchiaio di legno o una spatola, inserire tutti gli altri ingredienti, mescolare velocemente e brevemente. Versare il composto su pellicola alimentare, avvolgerlo formando un salsicciotto lungo circa 12/14 cm, chiuderlo "a caramella" e metterlo in frigo 4/5 ore o anche il giorno precedente (se si ha fretta si possono accorciare i tempi riponendolo in freezer). 


Preriscaldare in forno statico a 170°, liberare il salsicciotto dalla pellicola e tagliare i cilindro in fette spesse circa un centimetro, ottenendo così 10/12 pezzi, posizionarli a distanza su una teglia rivestita co carta da forno, si allargheranno molto in cottura. 


Cuocere 10/17 minuti, dipende dal forno. Il biscotto si presenterà ben dorato esternamente, ai bordi e morbido all'interno (meno croccante del classico cookie in cui c'è la presenza di frutta secca a guscio, come noci mandorle o nocciole), lasciare raffreddare su una gratella e conservare in una scatola di latta.


Carla: Focaccia arrotolata
Sabrina: Toast con fichi settembrini, crema di nocciole laziali e miele millefiori
Simona: Cookies al miele, gocce di cioccolato e albicocche secche



Confettura di fichi con armelline e brandy

Quest'estate volevo fermarmi ad una sola confettura (quella di pesche e more), ma poi mi hanno regalato succosi fichi e non ho resistito anche perchè a casa mia è vietato buttare il cibo. Se vuoi dai un'occhiata a tutte le mie confetture e marmellate magari trovi quella che è di tuo gusto



Cosa serve:
1,5 kg fichi (peso netto, sbucciati e privi del peduncolo)
450 g zucchero semolato
120 g aceto di vino bianco
50 ml brandy (un bicchierino da liquore)
30 g armelline amare

Lavare e spellare i fichi con la buccia spessa, aprirli e controllare bene che non ci siano ospiti indesiderati o ammaccature varie (nel caso eliminarli), farli a pezzi e metterli in una grande casseruola antiaderente (in questo modo l'acqua evaporerà più velocemente e la confettura sarà pronta in tempi più brevi del consueto). Aggiungere lo zucchero e l'aceto, mescolare e lasciare macerare un paio d'ore. Nel frattempo lavare i vasetti e i tappi, asciugarli e metterli in forno a 100° per sterilizzarli, lasciarli una mezz'ora, poi spegnere il forno e tenere da parte.

Accendere sotto la casseruola, quando inizia a bollire abbassare la fiamma che dovrà essere dolce, continuare a mescolare fino a quando la confettura inizierà ad addensare, dopo circa mezz'ora dovrebbe essere pronta, il liquido sarà evaporato e la polpa dei fichi avrà la tendenza ad attaccare, è il momento di spegnere il fuoco, frullare con un frullatore ad immersione. Aggiungere il brandy e le armelline precedentemente tritate grossolanamente e fatte tostare qualche istante in un padellino antiaderente (attenzione non devono bruciare altrimenti diventano amare), unire quindi anche le armelline alla confettura, invasare subito e chiudere immediatamente sigillando con i tappi a vite (o capsule). Mettere i vasetti a testa in giù in modo che il tappo sia a contatto del tavolo.


Coprire con una copertina di pile per un paio d'ore, poi rivolare i vasetti, continuare a mantenerli al caldo coperti per almeno altre 12 ore. Controllare quindi che si sia creato correttamente il sottovuoto, etichettare e riporre in cantina o comunque in luogo fresco.



Pasta al forno con pesto alla genovese e zucchine

Le paste al forno, si sa, sono golose, occorre "solo" avere l'ardire di accendere il forno ... mi viene d'aiuto il climatizzatore, senza dubbio, senza il quale non mi azzarderei :-) 

Questa pasta è davvero semplice, se il pesto alla genovese non si prepara in casa e si acquista, mi raccomando che sia fresco (in vendita nel banco frigo, non negli scaffali delle scatolette) e che sia di ottima qualità, la besciamella si fa in un attimo e il gioco è fatto. Non ho pesato nulla, quando si preparano timballi, gratinati e ricette analoghe si fa ad occhio e va benissimo, in ogni caso vi do un'idea di dosaggio.



Per DUE persone serve (circa)
160/200 g fusilli o altra pasta corta (in base all'appetito)
150 g pesto alla genovese
3 piccole zucchine
5 fiori di zucchina 
qualche cucchiaio di besciamella
abbondante pecorino sardo fresco grattugiato
olio evo q.b.
sale q.b.

Fare cuocere la pasta tenendola decisamente al dente. Nel frattempo lavare e tagliare a dadini molto piccoli le zucchine e farle saltare in padella con un filino d'olio, salare (poco) alla fine e tenere da parte. Preparare anche la besciamella 
Al pesto unire due cucchiai di acqua di cottura della pasta, scolare la pasta e riversarla nella pentola, aggiungere il pesto e la besciamella, unire anche le zucchine.
Preriscaldare il forno ventilato a 170°. Distribuire sul fondo di una pirofila un po' di besciamella, versare metà della pasta, spolverizzare con abbondante formaggio, fare un secondo strato di pasta, altro formaggio grattugiato, disporre infine, a raggiare o come si preferisce, i fiori di zucchina precedentemente puliti dal pistillo, lavati ed asciugati.
Cuocere in forno fino a gratinatura (15 minuti circa), lasciare riposare qualche minuto e servire

Confettura di pesche e more

Per le conserve casalinghe, consiglio di prestare molta attenzione alle norme igieniche e alla corretta procedura per la preparazione e conservazione, anche per una "semplice" marmellata. 

Usare frutta matura ma soda e senza imperfezioni, se si notano parti verdi o marroncine occorre toglierle. Per le marmellate e confetture consiglio sempre di usare casseruole grandi in modo che l'acqua evaporerà prima e la preparazione sarà pronta in tempi brevi mantenendo meglio la proprietà della frutta. Si può aromatizzare con vaniglia ma è opzionale (o cannella, o zenzero o cardamomo o ciò che si preferisce, se si gradisce, io aromatizzo quasi sempre perchè mi piace molto)


Cosa serve:
1,500 kg pesche gialle (peso netto)
250 g more
525 g zucchero semolato
il succo e la buccia di 1 limone bio
la buccia di mezza (o una) bacca di vaniglia (io i semi li uso per altre preparazioni)

Per prima cosa come di consuetudine sterilizzare vasetti e tappi, lavarli  e metterli in forno, accendere a 100° da quando arriva a temperatura calcolare 30 minuti, poi spegnere il forno. 
Lavare ed asciugare le more, lavare e sbucciare le pesche,  tagliarle a pezzi e mettere la frutta in una casseruola antiaderente larga e capiente, aggiungere lo zucchero, la scorza (solo la parte gialla) possibilmente intera, la buccia della bacca di vaniglia e il succo di limone, mescolare bene e lasciare riposare un paio d'ore. Accendere il fuoco, portare a bollore, poi abbassare la fiamma e lasciare sobbollire piano piano mescolando spesso. Dopo circa 15-20 minuti eliminare la buccia della vaniglia e la scorza del limone. Continuare la cottura, la confettura sarà pronta in 30-40 minuti circa (dipende dalla pentola e dall'acquosità delle pesche, possono essere necessari 10 minuti in più), verso la fine si noterà che la confettura tenderà ad inspessire velocemente, quindi allontanare dal fuoco e col frullatore ad immersione emulsionare brevemente per ottenere una parte di confettura in purea e parte a pezzi (o se piace tutta passata, frullare accuratamente), fare ora la solita prova piattino, ovvero versare un cucchiaio di confettura su un piattino, è pronta quando la consistenza non è acquosa, in questo caso rimettere sul fuoco ancora qualche minuto mescolando di continuo.


Appena tolta dal fuoco, pulire bene i bordi della casseruola (si sarà depositata la confettura più caramellata), mescolare bene ed invasare subito nei vasetti ancora caldi. Chiudere on tappi/capsule nuove, capovolgere i vasetti a testa in giù in modo che il tappo sia a contatto del tavolo, coprire i vasetti con una maglia calda e lasciare riposare almeno 3-4 ore, poi rivoltare i vasetti e attendere altre 6-8 ore perchè le capsule si abbassino regolarmente creando così il sottovuoto. Etichettare e riporre in cantina o luogo fresco. Si conserva fino ad un anno. 



Pasticciotti leccesi

Chissà quanti di voi avranno la fortuna di trascorrere le vacanze nel Salento e potranno gustare quelle meraviglie di dolcetti locali quali sono i pasticciotti. Ho provato farli in casa dopo una minuziosa ricerca (come è mia consuetudine fare), certamente non sono esteticamente perfetti ma, a detta di un leccese doc, squisiti!!!  La pasta frolla dev'essere categoricamente fatta con lo strutto, c'è poi chi aggiunge un pizzico di lievito per dolci, chi un pizzico di ammoniaca (bicarbonato di ammonio) chi niente, come ho fatto io. La frolla, se non deve contenere un ripieno di un certo calibro (come la pastiera, per intenderci) la preferisco bella friabile senza aggiunta di agenti lievitanti. 

Con queste dosi potrebbe avanzare un po' di frolla, potrete fare ottimi biscottini.


Cosa serve per 6 pasticciotti

Per la pasta frolla:
280 g farina 00
140 g strutto
100 g zucchero semolato
1 pizzico sale
1 uovo
scorza grattugiata mezzo limone

Per la crema pasticcera:
300 g latte
3 tuorli
60 g zucchero semolato
30 g amido di mais
scorza di mezzo limone naturale


Per spennellare serve:
uovo sbattuto q.b.


Preparare la frolla a mano o con un robot da cucina provvisto di cutter, oppure con la planetaria, è indifferente.

Fare assorbire alla farina lo strutto strofinando con i polpastrelli i due ingredienti, poi, quando si è ottenuto uno sfarinato unire gli altri ingredienti, lavorare l'impasto il meno possibile, lo stretto necessario per ottenere un panetto omogeneo. Avvolgerlo quindi con pellicola alimentare e riporlo in frigo alcune ore (se tutta la notte, meglio).

Preparare la crema come di consueto: in un pentolino scaldare il latte a fuoco basso con la scorza del limone intera. In un'altra casseruolina più grande, con una frusta a mano, sbattere i tuorli con lo zucchero, unire l'amido di mais poi unire a filo, poco alla volta il latte caldo (avendo eliminato la scorza del limone che ormai avrà rilasciato l'aroma), riportare sul fuoco basso e, sempre mescolando, fare addensare. Quando la crema è pronta, versarla in una pirofila larga, coprire con pellicola a contatto, e lasciare raffreddare completamente. (si può fare anche il giorno precedente, poi al momento dell'uso, è sufficiente dare una frustrata a mano per avere nuovamente una crema bella liscia e vellutata).


Imburrare molto bene gli stampini per pasticciotti (anche se sono antiaderenti, a volte la qualità del materiale non è ottimale e la pasta può attaccarsi) preriscaldare il forno statico a 180°
Sulla spianatoia spolverizzata con poca farina, tirare la pasta frolla non troppo sottile, rivestire gli stampini, bucherellare il fondo con i rebbi di una forchettina, versare la crema pasticcera formando una sorta di montagnetta/ cupolina centrale, ricoprire con un altro disco ovale di pasta frolla un po' più sottile, sigillare bene i bordi), i ritagli ovviamente vanno assemblati e impastati velocemente con le mani, proseguendo alla formazione dei pasticciotti. Se fa caldo, meglio rimettere la frolla in frigo (o freezer se si ha fretta) per non surriscaldare la frolla e rovinarla. 

Consiglio di fare un passaggio in frigo di 15 minuti dei dolci prima di infornare.


In ultimo spennellare leggermente con poco uovo sbattuto con un goccino di latte e cuocere 30 minuti circa.
Sfornare, lasciare intiepidire o raffreddare e gustare.



Parmigiana light di melanzane alla norma

Per l'ultima uscita (quest'anno abbiamo deciso di allungarle) prima della vacanze estive, alla rubrica "al km0" dedichiamo le nostre pietanze alle verdure, io ho scelto uno dei big dell'orto: la melanzana, così buona e versatile. Qualche esempio? La classica caponata da conservare, le melanzane saporite arrostite al forno, le golosissime (ma ipocaloriche) pizzette di melanzane i sandwich di melanzane con ricotta e prosciutto la parmigiana di melanzane classica ed infine straccetti di melanzane sott'olio ma se cerchi la parola "melanzane" sulla banda di ricerca qui in home page ne troverai tante altre. 

Questa è un'alternativa alla classica parmigiana di melanzane, più leggera ma altrettanto appagante. La ricotta salata fresca (lo dice già il nome), è più morbida e più dolce di quella più stagionata e dura, si compra a fette e si può comunque ridurre a julienne utilizzando una grattugia a fori grandi. Le melanzane non le ho grigliate, ma arrostite in una padella antiaderente oliandola leggermente ad ogni padellata, trovo che la cottura risulti più uniforme, seccandole di meno. Ho usato le melanzane nere che, quando sono nel pieno della stagione, non sono affatto amare e contengono pochi semi, la fetta rimane più compatta. Se si prepara la parmigiana in altri periodo, secondo me, meglio optare per la qualità viola (però la polpa facendole arrostite, si spappola un po'...) 


Cosa serve per DUE persone (o quattro se si serve un quadratino come antipasto):

2 melanzane nere (o viola, se si preferiscono) medio/grandi
300 g polpa finissima di pomodoro datterino (o passata)
ricotta salata fresca q.b. (circa 150 g) di ovino e caprino
alcuni ciuffi basilico fresco
mix parmigiano e pecorino stagionato siciliano (senza pepe) grattugiati q.b.
una spolverata di pangrattato
1 spicchio aglio
poca cipolla tritata
olio evo q.b.
sale q.b.

Lavare e tagliare a fette non troppo sottili le melanzane. Scaldare una larga padella antiaderente e oliarla, fare arrostire a fiamma media tutte le fette da ambedue i lati, oliare la padella ogni volta che si mettono nuove fette a cuocere, salarle leggermente (ma proprio poco perché ci sono già i formaggi che sono saporiti) e tenere da parte. 
Preparare la salsa: in una casseruolina fare insaporire l'aglio e la cipolla in un filo d'olio, attenzione che non prendano colore, unire la polpa finissima di pomodoro oppure la passata, salare leggermente, aggiungere un goccio d'acqua e fare cuocere una decina di minuti.

Mettere sul fondo di una pirofila un filo d'olio e un pochino di salsa, adagiare le fette di melanzane arrostire sovrapponendole appena-appena, in modo che non ci siano spazi vuoti, cospargere poi con un po' di salsa (non bisogna mai esagerare, non vanno affogate…) distribuire qua e la pezzettini di ricotta salata fresca e una generosa spolverata di parmigiano e pecorino siciliano e poco pangrattato. Aggiungere quindi alcune foglie di basilico (se sono grandi spezzettarle con le mani), continuare così fino a terminare gli ingredienti (io ho fatto tre strati).

Aggiungere quindi alcune foglie di basilico (se sono grandi spezzettarle con le mani), continuare così fino a terminare gli ingredienti (io ho fatto tre strati). Infornare in forno già caldo statico a 180° per una mezz'ora, togliere dal forno e lasciare riposare almeno 15 minuti prima di servire, secondo me è più buona il giorno successivo anche fredda (come tutte le parmigiane), si può agevolmente congelare sia dopo il passaggio in forno che prima, a piacere.

Carla: Torta di melanzane e pomdorini
Sabrina: Ciambotta
Simona: Parmigiana light di melanzane alla norma