Che bello, al Km 0 oggi prepariamo ricette della nonna che a me piacciono sempre tantissimo e sono sempre molto curiosa di scoprire (e potendolo fare, assaggiare) quelle delle altre e di altri paesi, trovo che abbiano un fascino particolare anche se non sempre (anzi....) sono sinonimo di salubrità, bilanciamento degli ingredienti e dei sapori; molto spesso sono pietanze nate per non buttare via gli avanzi e quelle parti di carne o scarti vegetali, che ora di solito non si usano più, oppure piatti decisamente calorici per sfamare i contadini dell'epoca che lavoravano solo con le braccia.
Questo piatto piemontese mia nonna, manco a dirlo, non lo cuoceva in forno come ho fatto io, bensì in padella (e ancora oggi si fa così), non è fritto, non dev'essere immerso in olio profondo, ma ripassato con un filo d'olio ben caldo, io però ho scelto una versione più dietetica, a voi la scelta.
I suoi capunèt erano davvero deliziosi, usava un avanzo di risotto al sugo del giorno precedente e poi carne avanzata e tritata di bollito misto o arrosto di maiale, io anche qui ho scelto una farcia più leggera, buone entrambe le versioni, fatele tutte e due :-)
Cosa serve per 12-14 capunet:
6-8 foglie grandi (quelle esterne) verza (NON altro tipo di cavolo)
350 g. trita bovino adulto (si può sostituire una parte di carne tritata con pasta di salsiccia o con carne di maiale tritata)
q.b. pane raffermo (la mollica di un panino)
prezzemolo tritato q.b.
1 uovo
1 pezzetto piccolissimo aglio
50 g. riso (peso da cuocere)
parmigiano grattugiato q.b. (una bella manciata)
latte q.b.
sale e pepe q.b.
una grattata generosa noce moscata
Poi serve:
poco olio evo
pangrattato + farina di mais per la terrina
Per prima cosa lessare il riso in acqua salata e tenerlo da parte.
Ammollare il pane nel latte tiepido, poi strizzarlo e tritarlo. Tritare anche il prezzemolo.
In una pentola con abbondante acqua salata fare sbollentare le foglie della verza qualche minuto (devono risultare tenere; a me croccanti non piacciono, non si riesce poi ad arrotolare gli involtini e le foglie rimarrebbero staccate dalla farcia), poi passarle in una ciotola piena d'acqua fredda per fermare la cottura e preservarne il colore, stendere le foglie su un canovaccio pulito da cucina e asciugarle bene, tamponandole. Con un coltellino affilato eliminare la costola centrale dura e tagliare a metà le foglie, ottenendo così l'involucro per gli involtini. Bisogna utilizzare le foglie esterne più grandi e morbide.
Mettere in una ciotola tutti gli altri ingredienti ed amalgamare bene con una forchetta o con le mani. Adagiare su ogni mezza foglia di verza un quantitativo idoneo di farcia (consiglio di allargare tutte le foglie su un piano da lavoro o spianatoia e poi procedere con la distribuzione della carne), chiudere arrotolando la foglia sulla farcia ottenendo un involtino (capunèt) ed adagiarli uno vicino all'altro (non lasciare spazio tra un involtino e l'altro, devono essere abbastanza stretti per non perdere la consistenza), dentro ad una pirofila/terrina che possa andare in forno ed in tavola (i capunèt vanno serviti direttamente nella terrina rovente), precedentemente unta con un filo d'olio e cosparsa con una mistura di pangrattato e farina di mais (oppure l'uno o l'altra), terminare condendo i capunèt con un filino d'olio evo.
Infornare in forno già preriscaldato a 185° per 35-40 minuti. Dipende dal forno.
Controllare: i capunèt devono risultare leggermente arrostiti esternamente. Non devono però seccare! Non cuocere ad oltranza altrimenti il ripieno si asciugherà troppo.
Servire subito.
Questo piatto piemontese mia nonna, manco a dirlo, non lo cuoceva in forno come ho fatto io, bensì in padella (e ancora oggi si fa così), non è fritto, non dev'essere immerso in olio profondo, ma ripassato con un filo d'olio ben caldo, io però ho scelto una versione più dietetica, a voi la scelta.
I suoi capunèt erano davvero deliziosi, usava un avanzo di risotto al sugo del giorno precedente e poi carne avanzata e tritata di bollito misto o arrosto di maiale, io anche qui ho scelto una farcia più leggera, buone entrambe le versioni, fatele tutte e due :-)
Cosa serve per 12-14 capunet:
6-8 foglie grandi (quelle esterne) verza (NON altro tipo di cavolo)
350 g. trita bovino adulto (si può sostituire una parte di carne tritata con pasta di salsiccia o con carne di maiale tritata)
q.b. pane raffermo (la mollica di un panino)
prezzemolo tritato q.b.
1 uovo
1 pezzetto piccolissimo aglio
50 g. riso (peso da cuocere)
parmigiano grattugiato q.b. (una bella manciata)
latte q.b.
sale e pepe q.b.
una grattata generosa noce moscata
Poi serve:
poco olio evo
pangrattato + farina di mais per la terrina
Per prima cosa lessare il riso in acqua salata e tenerlo da parte.
Ammollare il pane nel latte tiepido, poi strizzarlo e tritarlo. Tritare anche il prezzemolo.
In una pentola con abbondante acqua salata fare sbollentare le foglie della verza qualche minuto (devono risultare tenere; a me croccanti non piacciono, non si riesce poi ad arrotolare gli involtini e le foglie rimarrebbero staccate dalla farcia), poi passarle in una ciotola piena d'acqua fredda per fermare la cottura e preservarne il colore, stendere le foglie su un canovaccio pulito da cucina e asciugarle bene, tamponandole. Con un coltellino affilato eliminare la costola centrale dura e tagliare a metà le foglie, ottenendo così l'involucro per gli involtini. Bisogna utilizzare le foglie esterne più grandi e morbide.
Mettere in una ciotola tutti gli altri ingredienti ed amalgamare bene con una forchetta o con le mani. Adagiare su ogni mezza foglia di verza un quantitativo idoneo di farcia (consiglio di allargare tutte le foglie su un piano da lavoro o spianatoia e poi procedere con la distribuzione della carne), chiudere arrotolando la foglia sulla farcia ottenendo un involtino (capunèt) ed adagiarli uno vicino all'altro (non lasciare spazio tra un involtino e l'altro, devono essere abbastanza stretti per non perdere la consistenza), dentro ad una pirofila/terrina che possa andare in forno ed in tavola (i capunèt vanno serviti direttamente nella terrina rovente), precedentemente unta con un filo d'olio e cosparsa con una mistura di pangrattato e farina di mais (oppure l'uno o l'altra), terminare condendo i capunèt con un filino d'olio evo.
Controllare: i capunèt devono risultare leggermente arrostiti esternamente. Non devono però seccare! Non cuocere ad oltranza altrimenti il ripieno si asciugherà troppo.
Servire subito.
Colazione Sabrina: Biscotti della nonna
Pranzo Carla: Mammole ripiene
Merenda Monica: Frittelle di mele
Cena Simona: Capunèt (light)