Gnocchi di patate e farina di farro integrale (trentina) con salsa leggera di porcini freschi

Questo è un piatto dedicato alla cucina light: nelle diete ipocaloriche le patate sono concesse una volta la settimana nella misura di 150g/200g. a persona (naturalmente non fritte). Cosa abbinare? lussuriosi porcini estivi direi (li ho trovati al mercato ad un costo folle....acc) Scelta azzeccata perchè si sa i funghi sono ipocalorici,  la salsina di accompagnamento che ho preparato non è da meno, ed è ugualmente appagante così com'è, ma se non si è a dieta e si desidera un piatto ancora più godurioso si può aggiungere panna (anche vegetale) al posto dell'acqua/latte e una noce di burro a finire il piatto. Parmigiano? si anche! Abbondante :-)

Iniziamo col dire che è complicatissimo indicare una quantità precisa di farina da utilizzare per ottenere gnocchi perfetti! E non parlo dell'aspetto estetico che conta poco (anzi meglio siano un po' grezzi e non calibrati, incavati e rigati perfettamente come solo le macchine sanno fare, si vedono ad occhio nudo quando sono industriali, gommosi e anemici, a me non piacciono, piuttosto cucino un piatto di spaghetti, ma gusti sono gusti naturalmente :-)); piuttosto mi riferisco alla consistenza che dev'essere morbida e poi il sapore dev'essere di patata (e non di fiocchi di...) Qui entra in gioco soprattutto la qualità di patata utilizzata, se è novella o vecchia, se è bianca, gialla o rossa, poi dipende da quanto è calda quando si lavora (perchè il calore-vapore della cottura assorbe umidità dunque più farina, ergo: più si usa farina più gli gnocchi saranno meno soffici e "di patate" appunto), infine dipende dalla tipologia di farina utilizzata. Se si usa una di frumento bianca, o integrale oppure di farro (come in questo caso, io ho usato una farina che ho comprato in occasione di una mini vacanza in Trentino, in una bottega fantastica) bianco o integrale, ma ancora se si aggiunge semolino ecc. le variabili sono molte. Facile dire: "gnocchi" :-) e dunque ecco, nel corpo del procedimento della ricetta, i miei consigli che spero siano utili.

Cosa serve per DUE persone (porzioni piccole)

Per gli gnocchi:
400 g. patate a pasta bianca farinose (meglio se vecchie)
130-170 g. farina di farro integrale
la punta di un cucchiaino lievito istantaneo per torte salate
sale q.b.

Per la salsa:
200 g. funghi porcini freschissimi
la punta di un cucchiaino maizena
acqua (o latte si si vuole una salsa più saporita) q.b.
1 spicchio aglio
olio evo q.b. (un filino)
sale e pepe q.b.
prezzemolo tritato q.b.


Per prima cosa lavare le patate e farle lessare con la buccia, in acqua salata, 35-45 minuti. Dipende da quanto sono grandi. La forchetta deve entrare benissimo fino al cuore della patata. C'è chi le sbuccia per fare prima o le cuoce in microonde per lo stesso motivo io trovo che il sapore ne risente, quindi anche se anche io adotto questi sistemi per altre preparazioni, per fare gli gnocchi, no.

Mentre cuociono occuparsi della salsa:
In una padella, capiente il giusto per contenere poi gli gnocchi cotti, scaldare un filino d'olio evo, fare insaporire l'aglio, unire i funghi precedentemente puliti e tagliati un po' a cubetti e un po' a fettine non sottili. (per pulirli, come già detto altre volte occorre: staccare con un coltellino affilato la cappella dal gambo se il fungo è grosso, altrimenti si lascia intero, poi occorre raschiare il gambo per eliminare la terra ed ogni impurità. NON passarlo mai e poi mai sotto l'acqua corrente ma usare carta da cucina assorbente bagnata e strizzata (occorreranno vari fogli) e pulirlo delicatamente. Unire i funghi in padella e farli saltare, occorreranno pochi minuti. Unire anche il prezzemolo.
Quando sono pronti, buttare via l'aglio, togliere i funghi, quelli fatti a fette tenerli da parte (serviranno per la decorazione del piatto).

Con lo schiacciapatate (o passaverdura a fori piccoli) schiacciare sulla spianatoia le patate appena cotte e sbucciate. Non pigiare sul purè ottenuto ma allargarlo con una forchetta in modo da fare intiepidire la massa. Quando smette di fumare e quindi vuole dire che il vapore è appunto evaporato, iniziare ad inserire la farina, unire il pizzico di lievito. Lavorare al momento solo con una mano aiutandosi con un tarocco (l'altra tenerla pulita per l'aggiunta degli ingredienti), fare un movimento dall'esterno verso l'interno, aggiungere la farina in 3 o 4 step. Attenzione a non aggiungerne troppa anche se il composto sembrerà o sarà piuttosto molliccio, la patata si raddenserà ancora una volta raffreddata del tutto, non farsi trarre in inganno. La quantità, in linea di massima, di farina in proporzione alle patate è di 1/2 (circa). Indi per cui 1 kg di patate= 250 g. farina, come ho detto prima è variabile dipende da tanti fattori. 
E' consigliabile usare patate farinose (secondo me quelle migliori sono a pasta bianca) perchè essendo più asciutte assorbono meno farina. Per lo stesso motivo sono più adatte la patate vecchie.

Quando il composto inizia ad essere più sodo e malleabile, quando si è incorporata tutta la farina, lavorare (poco e senza schiacciare. Non è un impasto per pane o pizza) con due mani. Formare velocemente un panetto.
Spolverizzare leggermente il piano da lavoro e, col tarocco, prelevare un pezzo di pasta, formare i classici salamini piccoli o grandi a nostro piacimento.
Ricavare gli gnocchi. Infarinare un vassoio o semplicemente un tagliare e lasciare da parte.
Portare a bollore abbondante acqua salata per la cottura degli gnocchi, Un attimo PRIMA che l'acqua bolla allegramente (in questo modo si limita il rischio che si rompano) aggiungere gli gnocchi. Come vengono a galla bisogna toglierli con una schiumarola. 


Nel frattempo, riaccendere la padella della salsa ed unire al fondo di cottura due dita di acqua (o latte per una salsa più saporita) nella quale si sarà sciolta la maizena, aggiungere i funghi cotti a cubetti, lasciare sul fuoco il tempo di fare addensare (pochi istanti), aggiustare di sale e pepe e poi rullare la salsa direttamente nella padella. Unire gli gnocchi scolati dall'acqua di cottura, lasciarli insaporire nella salsa ed impiattare.
Decorare il piatto con le fettine di porcino tenute da parte e servire
Volendo dare una grattatina leggera di pepe.

Bavarese al mascarpone e fragole con crema inglese

Oggi il tema della rubrica al km 0 è la frutta nel piatto, ricette dolci e salate o abbinamenti sfiziosi, io ho scelto di preparare un dessert al cucchiaio classico della pasticceria italiana, raffinato e delizioso perfetto per fine pasto. Consiglio di scegliere un ottimo mascarpone (non sono tutti uguali) e fragole fresche di stagione preferibilmente non trattate e mature al punto giusto. Se si desidera un dolce senza lattosio utilizzare formaggio, panna e latte adeguati facilmente reperibili in tutti i supermercati.


Cosa serve per 4 persone
per la bavarese:
150 g. mascarpone
150 g. panna liquida
80 g. zucchero semolato
150 g. fragole + q.b. per la decorazione
8 g. gelatina in polvere o in fogli
i semi di mezza bacca di vaniglia

per la crema inglese:
2 tuorli
60 g. zucchero semolato
250 g. latte
i semi di mezza bacca di vaniglia

Preparare la bavarese: se si usa la gelatina in fogli metterla in acqua fredda per reidratarla per una decina di minuti. Lavare le fragole e frullarle (volendo ottenere una bavarese liscissima, passare la purea ottenuta in un colino), unirle al mascarpone mescolando con una piccola frusta a mano; scaldare la panna, unire i semi di vaniglia e lo zucchero, appena accenna al bollore spegnere e aggiungere la gelatina in polvere (o strizzata), quando è intiepidita unire al composto di mascarpone. Versare la bavarese in stampini usa e getta (più facile poi sformarli) o in stampini bagnati internamente con acqua o liquore leggero. Coprire con pellicola e riporre in frigo almeno 6 ore (io tutta la notte).


Preparare la crema inglese: in un pentolino (o in microonde) scaldare il latte coi semi di vaniglia, in un altro piccolo pentolino mescolare con una frustina a mano i tuorli con lo zucchero (non devono montare, ma solo amalgamare e lo zucchero deve essere sciolto), unire quindi il latte caldo a filo, poco alla volta continuando a mescolare.
Mettere il pentolino sul fuoco mantenendo la fiamma bassa e mescolando accuratamente e vigorosamente in ogni parte del pentolino fino a quando la crema inizia ad inspessire leggermente, non deve bollire altrimenti si "straccia" rovinandosi e non si può più recuperare (come fosse una maionese impazzita), deve raggiungere 82/84° (il termometro è molto utile in questo caso), quindi togliere immediatamente dal fuoco, continuare a mescolare qualche minuto, poi coprire con pellicola a contatto, lasciare raffreddare a temperatura ambiente, poi in frigo fino al momento di servire. (Usando un pentolino col beccuccio sarà poi molto semplice versarla sul piatto individuale per servire la bavarese)
 

Disporre sul fondo di un piattino da dolce la crema inglese, la bavarese al mascarpone e fragole sformata in modo delicato e alcune fragole tagliate. Servire.



Seguiteci anche sulla nostra pagina facebook cliccando QUI

Confettura di ciliegie nere (duroni) con cannella e cardamomo

Le ciliegie sono davvero un frutto delizioso, impossibile resistergli, tant'è che il detto "una tira l'altra" è proprio azzeccato. Io amo quelle croccanti e grandi, i duroni sono un pole position insieme alla qualità "ferrovia", le mie preferite. Io preferisco cuocere confetture e marmellate al naturale senza addensanti, aggiungo succo di limone o mela per velocizzare, la consistenza mi garba molto di più. In casa, in ogni famiglia, convenzionalmente queste conserve di frutta le chiamiamo tutti "marmellate", in realtà va detto che il termine è corretto usarlo SOLO per gli agrumi (arance, limoni, clementine, mandarini, bergamotto, pompelmo...) 


Cosa serve:
2 kg. ciliegie nere (duroni) denocciolate (peso netto quindi)
600 g. zucchero di canna integrale
1-2 pezzi stecca cannella
2-3 pizzichi cardamomo in polvere
il succo di 1 limone


Lavare le ciliegie, denocciolarle con l'attrezzo da cucina adeguato o semplicemente tagliarle con un coltellino; fare questa (noiosa) operazione su una ciotola in modo tale da recuperare tutto il succo. Pesare la frutta e mescolarla allo zucchero e al succo di limone, coprire con pellicola e lasciare macerare un paio d'ore. Travasare tutto in un largo e capiente tegame antiaderente, unire le stecche di cannella legate con spago da cucina e il cardamomo


Porre sul fuoco a fiamma alta, quando inizia a sobbollire, diminuire e continuare a cuocere mescolando molto spesso  (continuamente verso fine cottura), fino a quando la confettura risulta densa al punto giusto (circa un'ora e mezza ma dipende dall'acquosità delle ciliegie). Eliminare la cannella e con un mixer ad immersione frullare parte della confettura (a me piace lasciare alcuni pezzi, ma se si preferisce tutta passata, frullare accuratamente), invasare subito quando ancora calda in vasetti lavati e sterilizzati, con tappi nuovi e sterilizzati anch'essi, man mano che si riempiono capovolgerli in modo tale che il tappo sia a contatto col tavolo. Leggi i miei consigli per conservare

Coprire i vasetti con una coperta calda (tipo pile o lana), dopo un'oretta rivoltarli correttamente col tappo verso l'alto, ricoprirli con la coperta e lasciarli completamente raffreddare (10-12 ore), poi etichettare i vasetti e disporre in dispensa fresca o cantina, aspettando almeno un mese prima di consumare di modo tale che la preparazione risulti ottimale.




Torta salata lievitata con prescinsêua, carciofi e aglio orsino

Sono in vena di nostalgie culinarie, a volte ripenso a quelle pietanze semplice ma tanto-tanto buone che cucinavamo noi giovani mogli e mamme tra gli anni '80 e '90 (ma anche inizio del successivo secolo), si risvegliano poi altri ricordi, è sufficiente sentire un profumo o un sapore per sentirsi catapultati in una qualità di vita più sana sotto il profilo del contatto umano, dei rapporti interpersonali con le amicizie e i colleghi di lavoro, ma anche con la famiglia.

Oggi, dunque, vi racconto che le torte salate si facevano con la pasta sfoglia, brisèe e pasta strudel, ma si facevano molto spesso anche con l'avanzo dell'impasto per il pane o per la pizza, quindi si creavano torte salate lievitate che differivano dalle altre più fighette, infatti si chiamavano comunemente "torta rustica" nome che racchiudeva una farcia di fantasia, utile anche per terminare salumi, verdure, formaggi e quant'altro si avesse in frigo. Queste torte si preparavano per una merenda sinoira, da noi in Piemonte si usa (usava mi verrebbe da dire, ahimè) in occasione di rimpatriate con amici e parenti, mangiare un sostanziosissimo pasto, portando ognuno qualcosa di buono, qualcosa di semplice e fatto in casa; un pasto che va a posticipare la merenda e ad anticipare la cena. Insomma.. l'apericena (detesto questo termine, ma è per intenderci...) l'abbiamo inventato noi. Eggià :-)

Questa torta salata lievitata mangiatela quando vi pare, dalla colazione alla cena va sempre bene.

Io ho usato prescinsêua che, quando la trovo da acquistare non me la faccio scappare e aglio orsino che ho raccolto con mio figlio, so che è difficile da reperire, e proprio non avrei un termine di paragone con altre verdure ed erbe selvatiche, scegliete quella che volete, che vi piace, vi consiglio che abbia un sapore un po' pungente tipo la borraggine (che si trova ovunque).



Cosa serve per la pasta:
500 g. farina tipo 1 W280 (va bene quella per pizza)
300 g. acqua a t.a.
5 g. lievito di birra fresco
8 g. sale fino
25 g. olio evo
mezzo cucchiaino malto d'orzo in polvere

Cosa serve per la farcia:
250 g. prescinsêua/quagliata genovese (oppure metà ricotta, metà formaggio quark)
3 carciofi grandi
1 spicchio aglio schiacciato
40 g. foglie aglio orsino
una generosa grattata di noce moscata
1 uovo
abbondante formaggio stagionato grattugiato (pecorino + parmigiano)
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.

Poi serve:
olio q.b. per la teglia e per spennellare
semi di sesamo q.b.
succo di limone q.b. per i carciofi


Per prima cosa preparare l'impasto: in una ciotola sciogliere il lievito nell'acqua a temperatura ambiente o leggermente intiepidita, unire un po' per volta la farina mescolando con un cucchiaio di legno, poi aggiungere il malto e l'olio, alla fine il sale. Riversare l'impasto sulla spianatoia e continuare ad impastare aiutandosi se serve con un tarocco, fare alcune pieghe. Coprire con pellicola, attendere 10 minuti e poi ridare le pieghe. Prendere l'impasto, formare una palla e metterlo in una ciotola unta d'olio, coprire con pellicola e lasciare lievitare fino al raddoppio (4-6 ore, dipende dalla temperatura nell'ambiente, se si ha fretta e si vuole accelerare mettere la ciotola nel forno spento ma con la lucina accesa).
Intanto che l'impasto lievita preparare la farcia:
pulire come di consuetudine i carciofi eliminando la parte coriacea dei gambi, le foglie esterne, le punte con le spine e la barbetta interna. Tuffare i carciofi in una boule contenente acqua acidulata con succo di limone, poi asciugarli con carta assorbente da cucina e farli saltare tagliati a fette sottili pochi minuti in una padella con un giro d'olio e l'aglio schiacciato. Salare e pepare leggermente poi eliminare l'aglio e tritare grossolanamente i carciofi. Tenere da parte. Tritare finemente anche le foglie dell'aglio orsino (o la verdura spontanea che preferite).
In una ciotola mettere la prescinsêua, i carciofi e l'aglio orsino tritati e tutti gli altri ingredienti, mescolare accuratamente, coprire con pellicola e tenere da parte in frigo.


Trascorso il tempo di lievitazione riversare l'impasto sulla spianatoia, sgonfiare l'impasto, che peserà 810 g. circa e dividerlo con un tarocco in due parti (una un po' più grande, ad esempio g. 430 + g. 380), formare due palline e lasciarle riposare 10 minuti (coperte)
oliare abbondantemente una pirofila da 26D


Col mattarello tirare due sfoglie, posizionare quella più grande sulla base della pirofila rivestendo anche i bordi, inserire la farcia e coprire con la metà più piccola dell'impasto. Formare un cordone con l'impasto della parte sottostante in modo da sigillarlo per bene. Oliare la superficie e distribuire i semi di sesamo.  Preriscaldare il forno statico a 200° intanto la torta sarà lievitata ancora un po' perchè, dipende dai forni, ma su per giù occorre una mezz'oretta perchè arrivi a temperatura.
Infornare e cuocere per circa 40 minuti, controllare la base della torta salata lievitata, dev'essere ben cotta.
Sfornare, lasciare intiepidire e servire. Ottima anche fredda (ma è più buona tiepida, si può anche fare con anticipo e riscaldare in forno normale statico, non microonde, mi raccomando, si può anche congelare)

                       

Il nostro paniere completo ha sfornato:


                                       Seguiteci anche su facebook @ilgranaiofoodblogger


Paccheri alle melanzane e pomodori secchi

Un primo piatto veloce da fare, è vegan, appagante, gustoso ma leggero di calorie, perfetto per il lunedì


Cosa serve per DUE persone:
160 g. paccheri
1 melanzana lunga striata o violetta
5-6 pomodori secchi
200 g. polpa di pomodoro tritata fine
un cucchiaio capperi sotto sale (dissalati)
sale, pepe e peperoncino q.b.
olio evo q.b.
un pezzetto d'aglio
mezza cipolla di Tropea
un ciuffo basilico fresco
prezzemolo tritato q.b.

Lavare e tagliare a fette la melanzana, metterle in un colapasta e salarle con sale grosso per fare spurgare l'acqua di vegetazione amara, dopo un paio d'ore asciugarle e farle a cubetti, metterle in un tegame con l'aglio tritato, la cipolla tagliata a rondelle, la polpa di pomodoro, mescolare, unire poi il trito di pomodori secchi e capperi, aggiungere mezzo bicchiere d'acqua e il basilico, mettere il coperchio cuocere fino a quando la melanzana risulta tenera (12-15 minuti) all'ultimo unire peperoncino se gradito, intanto cuocere i paccheri.


Frullare parte delle melanzane per creare una salsa, unire un filo d'olio evo a crudo e poca acqua di cottura della pasta, metterne due o tre cucchiai sul fondo della fondina di ogni commensale, scolare i paccheri, adagiarli sulla salsa di melanzane, poi condire ancora con le melanzane a cubetti tenute da parte, un pochino di prezzemolo tritato, un altro giro leggero d'olio evo e una macinata di pepe nero. Servire

Crostata di mais al miele con composta di susine (senza glutine)

Il 20 maggio è la giornata mondiale delle api e del miele, noi del team della rubrica al km 0 abbiamo quindi deciso di dedicare per questa uscita ricette contenenti il nettarei degli Dei. Io ho deciso di preparare una crostata senza glutine facile da fare, molto rustica e poco zuccherina, ma ugualmente golosa e gustosa; ho utilizzato una farina di mais finissimo e miele millefiori, farcita con ottima composta locale di susine del mio territorio.



Cosa serve: 220 g. farina di mais fumetto senza glutine (è quella finissima da pasticceria) 1/2 bustina bicarbonato di sodio (5 g.) 1 pizzico sale 2 uova intere medie 60 g. olio oliva delicato 70 g. zucchero di canna integrale demerara 40 g. miele millefiori buccia grattugiata limone bio Poi serve: 1/2 vasetto abbondante composta di susine bio (per me senza zucchero) pistacchio naturale tritato finemente q.b. alcuni pistacchi interi (non salati) facoltativo

Nella planetaria usando la foglia, o in un robot da cucina, mettere tutti gli ingredienti (tranne la composta di susine e il pistacchio) e amalgamare il composto. Intanto preriscaldare il forno statico a 170° 

Riversare la frolla di mais senza glutine su un foglio di carta da forno, coprire con un altro foglio e appiattire con i palmi delle mani, poi stendere con il mattarello (NON stenderla senza l'utilizzo della carta sia sopra che sotto, è un impasto appiccicoso), di seguito spostare la pasta stesa dentro ad una tortiera e ritagliare l'esubero di carta. 


Farcire con la composta di susine (ma può essere anche un altro gusto, consiglio comunque una composta di un frutto acidulo che con la farina di mais, ci sta bene. Girare verso l'interno il bordo e spolverizzarlo con i pistacchi tritati finemente (oppure nocciole), infornare e cuocere 35 minuti (controllare, possono volerci 5 minuti in meno o di più), fare raffreddare, decorare con alcuni pistacchi interi e servire.


Seguiteci anche sulla nostra pagina facebook cliccando QUI

Spezzatino di agnello brasato al morellino di Scansano con finocchietto

Questo è un tipo di carne che non tutti gli onnivori gradiscono per il sapore un po' pungente della sua carne, la marinatura e gli aromi contribuiscono a conferire sapore e ad eliminare il retrogusto non sempre apprezzato, oltre che a dare morbidezza.


Cosa serve per DUE persone:

600 g. spezzatino di agnello
1/2 bottiglia abbondante morellino di Scansano
un pezzo carota
un pezzo sedano
1/2 cipolla dolce
1 chiodo di garofano
2 bacche di ginepro
1/2 spicchio aglio schiacciato
un rametto rosmarino
una foglia alloro
abbondante finocchietto
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.
1/2 bicchiere brodo vegetale o acqua


In una ciotola di vetro di giusta misura(o un contenitore con coperchio) mettere l'agnello a pezzi con gli aromi (tranne l'aglio, l'alloro e il rosmarino), coprire con il vino, pellicola e riporre in frigo almeno 8 ore.
Trascorso il tempo della marinatura, sgocciolare la carne e farla rosolare in un tegame antiaderente con un giro d'olio, l'aglio, il rosmarino e l'alloro. Quando è ben rosolata in ogni sua parte, salare e pepare quindi aggiungere il vino della marinatura ben filtrato (non aggiungere gli aromi utilizzati per dare sapore alla marinatura) e una bella presa abbondante di finocchietto. Lasciare cuocere qualche minuto scoperto in modo che la parte alcolica del vino evapori, poi aggiungere il brodo o l'acqua (caldi), coprire e lasciare cuocere molto lentamente girando ogni tanto la carne per 1 ora abbondante, controllando il liquido se occorra aggiungere un po'.
Servire ben caldo, consiglio con purè di patate o patatine arrosto.

Coroncine di pane (tutorial)

Queste coroncine di pane sono facili da realizzare e sono molto-molto carine sia da utilizzare come portacandela per centrotavola o per abbellire una piccola piantina o bouquet di fiori, che per decorare la casa, ovviamente poi si mangiano! Ne ho realizzate due, se si preferisce farne una unica da appendere allungare il tempo di cottura. Sono davvero d'effetto e si possono utilizzare per varie occasioni (in questo caso, per me, per la festa della mamma), ma anche per Natale, Pasqua, compleanni, ecc..



Cosa serve per 2 coroncine da 13/14D (200 g. circa caduna)
100 g. farina di farro integrale
150 g. semola rimacinata di grano duro
40 g. lievito madre rinfrescato e al raddoppio (oppure 1 g. lievito di birra fresco)
6 g. sale fino marino integrale
130 g. acqua a t.a.
mezzo cucchiaino scarso malto d'orzo bio in polvere
semi di sesamo bio q.b.

Nel primo pomeriggio rinfrescare il lievito, tenerne da parte 40 g. e l'altro (dopo aver fatto partire la lievitazione, quindi dopo un'oretta) metterlo in frigo per le panificazioni successive.
Nel frattempo preparare l'autolisi mettendo nella ciotola le farine e irrorare con tutta l'acqua. Dare una mescolata sommaria e veloce, coprire con pellicola/canovaccio e lasciare riposare il tempo che il lievito sarà pronto.
Dopo 3 ore circa nella ciotola aggiungere il malto e il lievito a pezzi, impastare almeno una decina di minuti e in ultimo aggiungere anche il sale, continuare fino a quando si ottiene un impasto liscio ed omogeneo.
Spegnere, ungere le mani prelevare l'impasto e metterlo in una capiente ciotola leggermente oliata; coprire con pellicola e canovaccio (io poi lo tengo fermo con un grande elastico in modo che non passi aria, l'impasto non deve assolutamente seccare) e lasciare la ciotola a t.a. per 3 ore, poi trasferirla in frigo a fare maturare l'impasto per 10-14 ore, a seconda dei propri impegni (quindi fino alla mattina successiva o regolarsi rispetto all'orario inziale).

Trascorse le ore di maturazione in frigo, prendere l'impasto e delicatamente rovesciarlo sul piano da lavoro. Dare una piega a libro, coprire con pellicola e canovaccio e lasciare riposare 15-20 minuti e ripetere un'altra volta. Questo passaggio è importante, serve a dare corpo e volume al pane.
Trascorso il tempo per la puntatura, pesare l'impasto, con un tarocco dividerlo in due parti uguali, con delicatezza, portare i lembi dell'impasto verso il centro, arrotolare l'impasto, coprirlo con pellicola e canovaccio e lasciarlo puntare una mezz'oretta poi (con delicatezza) inserire le dita infarinate al centro delle due sfere di pane e allargare il foro con movimento circolare in modo da ottenere due ciambelle, inumidire la superficie con i polpastrelli bagnati d'acqua, cospargere con semi di sesamo, infarinare e coprire con pellicola e canovaccio, lasciare lievitare almeno un paio d'ore.



Preriscaldare il forno statico a 250° 
Togliere la pellicola e con forbici da cucina tenute inclinate praticare tagli regolari "a spiga" seguendo la curva della ciambella.
Spruzzare le pareti e il fondo del forno con acqua (usando uno spruzzino o le mani semplicemente), infornare ed abbassare subito al temperatura a 220°, cuocere per 15 minuti, poi abbassare a 200° e cuocere altri 10 minuti.
Sfornare e fare raffreddare le coroncine su una gratella.
Si possono preparare in anticipo e congelare, al momento dell'uso fare scongelare a t.a.

                       

Il nostro paniere completo ha sfornato:

Sabrina: Panini di Heidi
                                       Seguiteci anche su facebook @ilgranaiofoodblogger